Dice Guido Bertolaso, assessore al Welfare della Regione Lombardia, che un cinese su due che arriva da quelle parti è positivo al Covid. Dicono dall’Unione europea che, a differenza di quanto è avvenuto tra il Dicembre del 2019 e il Gennaio del 2020, quando ogni Paese della Ue agiva per i fatti propri (chi controllando gli arrivi, chi non facendo nulla), questa volta ci sarà un coordinamento. Sì, di fronte ai tanti casi Covid esplosi in Cina l’Europa, questa volta, adotterà una strategia comune. Ma allora come mai in Italia hanno cominciato ad effettuare i tamponi ai cinesi che arrivano dalla Cina senza che l’Unione europea si sia già pronunciata? Per non perdere tempo, di dice. Giustissimo. Tamponi per verificare se dalla Cina stanno arrivando nuove varianti del virus? E dopo che avranno scoperto che i cinesi in arrivo in Italia – grosso modo, migliaia ogni giorno, soprattutto in questo periodo – hanno portato nuove varianti del virus SARS-COV-2 cosa faranno le autorità sanitarie italiane? Studieranno tutte le varianti di un Coronavirus ad Rna e produrranno con gli stampini un ‘vaccino a MRna’ per ogni variante? Perché nessuno dice che un Coronavirus ad Rna è, per definizione, un virus ad alta deriva antigenica e, in quanto tale, di varianti ne produce in quantità industriale? Una cosa va detta con chiarezza: se in Cina si sono formate nuove varianti del virus più aggressive, ebbene, il resto del mondo si può mettere il cuore in pace, perché, con la globalizzazione dell’economia e con la libera circolazione delle persone, arriveranno ovunque e non ci potrà essere nemmeno il tempo di contrabbandare terapie geniche come ‘vaccini’. Come si usa dire in Sicilia, chista è a zita e chi dice cose diverse mente sapendo di mentire. Piuttosto, dobbiamo augurarci che i vaccini che hanno uti8lizzato in Cina – dove la vaccinazione anti-Covid è stata veramente di massa – non abbiano prodotto effetti Marek, ovvero la malattia di Marek, perché questo sì che sarebbe un bel problema per tutto il mondo!
La Cina, da parte sua, ha commesso due grossi errori e, adesso, cerca di rimediare. Il primo errore è stato il ricorso alla strategia zero-Covid. Perché se è vero che con un Coronavirus ad Rna è impossibile raggiungere l’immunità di comunità o immunità di gregge, è altrettanto vero che chiudere un Paese di oltre un miliardo e 400 milioni di abitanti è sbagliato. Perché, bene o male, facendo circolare il virus la popolazione quanto meno si abitua a tale virus, magari pagando un certo inevitabile prezzo. Ma chiudendo tutto come ha fatto la Cina per tre anni… poi, al momento della riapertura, è inevitabile l’esplosione di infezioni: che è quello che sta avvenendo. Il primo errore cinese che abbiamo descritto ha provocato un secondo errore: il rallentamento dell’economia cinese. Alla fine la Cina ha perso due volte: ha rallentato la propria economia per tre anni e ora sta pagando con un’esplosione di infezioni di cui conosciamo poco o nulla, se è vero che l’informazione occidentale sulla Cina è carente. Da tenere presenti anche gli effetti sull’economia mondiale della riapertura cinese. Facendo ripartire l’economia, la Cina ha aumentato il consumo di petrolio: cosa, questa, che contribuirà a far crescere il prezzo del petrolio. La crescita del prezzo del petrolio aiuterà i Paesi arabi produttori di petrolio, oggi alleati di Cina e Russia, ma non aiuterà l’Unione europea, che ha posto problemi al petrolio russo con il price cap. Se il costo di un barile di petrolio, nelle prossime settimane, schizzerà a 150 dollari, come prevede la Russia, l’Unione europea avrà un altro problema da affrontare…
Foto tratta da Avvenire