Non è che, alla fine, la Regione siciliana perderà anche i 200 euro che ‘sua maestà’ lo Stato italiano ha annunciato di erogare alla Sicilia? La storia i lettori de I Nuovi Vespri la conoscono bene: lo Stato, dal 2009, scippa al Fondo sanitario regionale oltre 600 milioni di euro all’anno. In attesa di trasferire tutto il costo della sanità siciliana a carico della Regione, era prevista la restituzione al Fondo sanitario regionale siciliani di circa 600 milioni di euro all’anno a valere sulle accise petrolifere. Dopo ricorsi e polemiche che vanno avanti da anni, l’attuale Governo regionale di Renato Schifani ha siglato un accordo con il Governo nazionale. Tale accordo prevede che, per il 2022, lo Stato erogherà alla Regione siciliana 200 milioni di euro. Il Governo Schifani ha rinunciato a 9 miliardi di euro circa di arretrati che – diciamolo con chiarezza – lo Stato non avrebbe mai restituito alla Regione siciliana, perché la Sicilia, piaccia o no, è una colonia italiana. Rimproverare al Governo Schifani di aver rinunciato agli arretrati è da ipocriti, perché sappiamo tutti che la Sicilia è una colonia italiana. Se poi a rinfacciare al Governo Schifani di aver rinunciato agli arretrati sono gli esponenti del PD, partito che è il primo responsabile politico dello scippo al Fondo sanitario regionale, beh, questo suona come tragicomico. Idem per i grillini, che hanno governato l’Italia per cinque anni e non hanno mai affrontato il problema.
Chiusa la parentesi strumentale di PD e grillini – due formazioni politiche che in materia di finanze della Regione siciliana non sono credibili – rimane il problema dei 200 milioni di euro e degli altri fondi che lo Stato deve restituire alla Sicilia. Il Governo Schifani ha fatto sapere che lo Stato, a partire dal 2023, restituirà alla Regione siciliana 650 milioni di euro all’anno. Il problema è che, nel testo dell’accordo tra il presidente della Regione Schifani e il Ministro leghista dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ci sono i 200 milioni di euro del 2022, ma non ci sono i 650 milioni di euro all’anno a partire dal 2023. Questi ‘fatidici’ 650 milioni sarebbero il frutto di un accordo raggiunto durante il ‘tavolo romano’, ovvero le riunioni nel corso delle quali sono stati affrontati e risolti i nodi della questione finanziaria Sicilia-Roma. Bene, siccome in queste ore l’Assemblea regionale siciliana deve discutere e approvare la legge con le variazioni di Bilancio, non c’è migliore occasione, per il Governo Schifani, di illustrare al Parlamento siciliano i risultati del ‘tavolo romano’ che hanno/avrebbero sancito l’erogazione alla Regione siciliana di 650 milioni di euro all’anno. Siccome nessuno ha mai visto le ‘carte’ di questo ‘tavolo romano’ che ha/avrebbe riconosciuto 650 milioni di euro alla Regione siciliana a partire dal 2023, beh, è arrivato il momento di scoprire le ‘carte’. Se questo accordo siglato nel corso del ‘tavolo romano’ c’è – e noi non ne dubitiamo – non sarebbe il caso che il Parlamento siciliano convochi in Aula il Ragioniere generale della Regione, dottore Ignazio Tozzo, per illustrare il contenuto dell’accordo siglato nel ‘tavolo romano’?
I 200 milioni di euro del 2022, infine. Perché all’inizio del nostro articolo abbiamo manifestato il dubbio che la Regione siciliana possa perdere anche questi 200 milioni di euro? Semplice: perché il Governo nazionale ha imputato questi 200 milioni di euro al 2022, ma li vorrebbe erogare nel 2023, cioè il prossimo anno. Tant’è vero che nel disegno di legge di variazioni di Bilancio questi 200 milioni di euro non ci sono! Manovra strana, quella di Roma: e poco convincente. Riassumendo: lo Stato annuncia l’erogazione alla Regione siciliana di 200 milioni di euro per il 2022, li imputa al 2022 ma non eroga tale somma! C’è o no qualcosa che non funziona? Come già ricordato, è stato detto che, per il 2023, in forza degli accordi siglati nel ‘tavolo romano’, lo Stato erogherà alla Regione siciliana 650 milioni di euro: che, a questo punto, dovrebbero diventare 850 milioni di euro con i 200 milioni di euro del 2022. Il Governo nazionale di Giorgia Meloni, per il 2023, ha messo a punto una manovra economica e finanziaria (legge di stabilità 2023) senza produrre nuovo deficit: ha tagliato fondi ad alcune categorie per erogarli ad altre categorie. Ma se si discute e si litiga per qualche decina di milioni di qua e qualche decina di milioni di là, da dove dovrebbero arrivare questi 850 milioni di euro da erogare alla Regione siciliana? Non è che, alla fine, con la scusa che il 2023 – prima manovra del Governo Meloni oggettivamente ‘stretta’ – la Sicilia non vedrà né i 650 milioni di euro del ‘tavolo romano’, né i 200 milioni di euro del 2022?
Foto Regione siciliana
Visualizza commenti