Il Consiglio comunale di Palermo ha approvato il Bilancio di previsione 2022-2024. Noi commentiamo la notizia riprendendo un post su Facebook del segretario
“Siciliani Liberi – scrive Lomonte – è l’unica forza politica che insiste perché il Sindaco dichiari il dissesto finanziario del Comune. ‘Usciamo di fatto da una situazione di dissesto’, ha commentato il Sindaco alla notizia dell’approvazione sostanzialmente unanime. Il problema di fondo del bilancio del Comune di Palermo è che le spese superano, e di molto, le entrate. È questa infatti l’accusa della Procura rivolta ad amministratori politici e dirigenti comunali, ben 24 persone: Falso materiale commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico per i bilanci comunali di quattro anni, fra il 2016 e il 2019. Cosa è variato da allora? Quali spese sono state concretamente tagliate? Le uniche sono quelle relative alle 179 unità di personale andate in pensione. Ma il Comune ha perduto solo nel 2020 e nel 2021 altri 20.000 residenti. Il reddito delle famiglie è ulteriormente calato. Oltre 100.000 palermitani percepiscono il Reddito di cittadinanza. Se devono scegliere fra pagare la Tari e fare la spesa, ovviamente scelgono di continuare a mangiare. A quanto ammonta l’evasione 2022 della Tari? Il dato, mantenuto nascosto, è noto ovviamente agli uffici comunali. Alla Rap il Comune trasferisce ogni anno oltre 100 milioni di euro. Ma non bastano mai: nel 2018, sostiene la Procura, il costo del servizio fu di quasi 125 milioni. Ma il Comune in bilancio scriveva 111 milioni. Sono sicuri i consiglieri comunali e gli uffici che non si ripeta lo stesso schema? Quali aumenti delle entrate possono esserci stati nelle esauste casse comunali di una città dove l’unica attività produttiva rimasta è il turismo? Il Bilancio è, appunto, di previsione. Non certo a consuntivo”.
Il segretario di Siciliani si rivolge al Sindaco di Palermo, Roberto Lagalla: “Il professore Lagalla, amministratore esperto, spera che col Bilancio Roma gli trasferisca 310 milioni bloccati, ha spiegato, dal fatto che il Comune di Palermo non presentava il bilancio ormai da anni. Caro professore, accetti un consiglio politico da Siciliani Liberi: quei soldi erano bloccati perché a Roma il Governo è al collasso finanziario. Per trasferire alla Regione siciliana, dove sono a rischio gli stipendi, 200 milioni, Roma ha preteso la rinuncia a future accise per miliardi. Il presidente della Regione, con le spalle al muro e le casse vuote, ha dovuto firmare subito”. In realtà, come abbiamo scritto stamattina, non è nemmeno detto che nelle casse della Regione siciliana arrivino i 200 milioni di euro. Noi condividiamo l’analisi di Ciro Lomonte quando descrive in modo molto precario la condizione finanziaria dell’Italia in questo momento: “Oggi il Btp ha sfondato quota 4,6%: in pratica fra pochissimi giorni il Governo dovrà varare una nuova manovra di tagli alla spesa e aumento delle tasse quando ancora non è stata varata la Finanziaria per il 2023″. A questo punto il segretario di Siciliani Liberi enuncia una previsione: “Tutti, nelle capitali europee, sanno che la crisi finale che porterà alla liquidazione dell’euro fra pochi mesi passerà per il default dell’Italia. In queste condizioni, non dichiarare il dissesto significa che, al culminare della crisi fra pochissimo, i dipendenti comunali e delle aziende comunali resteranno senza stipendio”. Non sappiamo se lo scenario sarà questo. Ma di un fatto siamo certi: con l’aumento dei tassi di interesse ad opera della BCE non soltanto per l’Italia ma anche per altri Paesi dell’Unione europea la situazione è diventata difficile. Né possiamo dire di essere stupiti dell’informazione su tale argomento piuttosto carente: ormai ci siamo abituati. Bisogna ammettere che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è stata molto abile a non creare nuovo debito pubblico: cosa che invece hanno fatto sia il Governo di Mario Draghi, sia i Governi di Giuseppe Conte. Una scelta politica che è costata molto al Governo, che ha dovuto scontentare non pochi soggetti. Ma se si andrà verso il patatrac nessuno le potrà rimproverare di avere appesantito i conti dell’Italia, a differenza di quanto hanno invece fatto Draghi e, prima, Conte.
Foto Roberto Lagalla Comune Palermo
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