Il testo dell’accordo tra il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, e il Ministro dell’Economia e delle Finanze, il leghista, Giancarlo Giorgetti, e la mozione di sfiducia allo stesso presidente della Regione. Sono le due notizie che in questo momento tengono banco nella politica siciliana. Cominciamo con il testo dell’accordo. Si parte dal 2006, quando con la Finanziaria nazionale, “in attesa del progressivo e completo trasferimento della spesa sanitaria a carico della Regione siciliana” si stabilisce che la quota di compartecipazione della stessa Regione siciliana passa dal 42% circa al 44,85% nel 2007, al 47,05% nel 2008 e al 49,11% dal 2009 in poi. Insomma, già nel 2006 lo Stato aveva intenzione di trasferire alla Regione siciliana tutto il carico della spesa sanitaria della nostra Isola, pari a poco più di 9 miliardi di euro all’anno. Nell’accordo si ricorda che la Regione avrebbe avuto diritto a una quota delle accise petrolifere per fronteggiare la maggiore spesa sanitaria. Fino ad oggi lo Stato ha preso dal Fondo sanitario della Regione poco più di 600 milioni di euro all’anno, ma non ha mai incassato i fondi delle accise. L’accordo riporta anche la posizione del Ministero dell’Economia, che ritiene che la Regione siciliana, per avere diritto a una quota delle accise “pari a una percentuale compresa tra il 20 e il 50 per cento del gettito delle accise sui prodotti petroliferi immessi in consumo nel territorio regionale, solo a compensazione di un ulteriore incremento, rispetto al 49,11%, della quota di compartecipazione regionale alla spesa sanitaria”. Questo passaggio ci dice con chiarezza che tale accordo è un imbroglio. Lo Stato, dal 2009, toglie ogni anno dal Fondo sanitario regionale poco più di 600 milioni di euro e, dopo tredici anni anni, lo stesso Stato sostiene che la Regione ha diritto alla compensazione “solo a compensazione di un ulteriore incremento, rispetto al 49,11%”. Con questo accordo viene superata la formula “saldo e stralcio” e rimane solo lo “stralcio”, nel senso che lo Stato si tiene tutti i soldi che ha preso dal Fondo sanitario regionale siciliano dal 2007 ad oggi! I parlamentari nazionali e regionali siciliani eletti nella Lega e, in generale, i parlamentari nazionali e regionali siciliani lo hanno letto questo passaggio dell’accordo? Ma a chi pensano di prendere per i fondelli questi signori?
L’accordo cita anche la sentenza della Corte Costituzionale numero 62 del 2020 – sentenza molto discutibile – con la quale la stessa Consulta “ha sollecitato le parti a trovare un accordo per intraprendere il percorso per la progressiva assunzione della spesa sanitaria delineata dai richiamati commi 830 e successivi, previa compensazione finanziaria, al fine di dare concreta attuazione a dette disposizioni”. Tra i commi “successivi” c’è anche il comma 830, che postula la presenza della Commissione Paritetica tra Stato e Regione siciliana? Il presidente della Regione ha già nominato i due componenti della Sicilia della Commissione Paritetica? Eccezionale la parte finale dell’accordo: “Il presidente della Regione siciliana e il Ministro dell’Economia e delle Finanze, nelle more del completo trasferimento della spesa sanitaria a carico del Bilancio regionale, in ossequio alla sentenza della Corte Costituzionale numero 62 del 2020 e a chiusura definitiva della controversia convengono di definire l’attuazione dei commi 830, 831 e 831 della legge numero 296 del 2006 (si tratta della Finanziaria nazionale del 2006 ndr) nei seguenti termini:
per gli anni 2007- 2021 non è dovuta alcuna compensazione finanziaria alla Regione;
per l’anno 2022 è attribuito, in via forfettaria e a titolo definitivo, importo di euro 200 milioni:
a decorrere dall’anno 2023 lo Stato si impegna ad individuare una soluzione al fine di concorrere progressivamente all’onere derivante dall’innalzamento della quota di compartecipazione regionale alla spesa sanitaria dal 42,50% al 49,11%. I contenuti del presente accordo saranno oggetto di una specifica disposizione legislativa”.
Il Governo regionale ha già presentato il disegno di legge per recepire questo accordo folle che ‘incapretta’ finanziariamente, in modo definitivo, la Sicilia in materia di sanità. Sarà nostra cura pubblicare nomi e cognomi dei parlamentari che voteranno in favore di questa legge, anche per fare conoscere ai medici e agli infermieri che operano negli ospedali pubblici della Sicilia e, in generale, ai cittadini della nostra Isola chi sono i responsabili dello sfascio della sanità pubblica siciliana, dal caos nei Pronto Soccorso alla mancanza di medici, di infermieri e di posti letto.
Andiamo adesso alla mozione di sfiducia. Di solito, le mozioni di sfiducia ai Governi ricompattano le maggioranze. Certo, chi ha presentato questa mozione di sfiducia – i gruppi parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana Sud chiama Nord e Sicilia Vera che fanno capo a Cateno De Luca – ne sanno più di noi. Probabilmente la mozione verrà votata da PD e Movimento 5 Stelle e, forse, dai dissidenti di Forza Italia che dovrebbero essere rimasti in due. Il rischio è che un argomento serio – il folle accordo firmato dal presidente Schifani con il Ministro leghista-colonialista Giorgetti – finisca in ombra rispetto alla mozione di sfiducia al Governo. Certo, chi voterà in favore di un accordo che sta penalizzando la sanità siciliana e, in generale, la Regione in modo estremamente pesante non ci farà una bella figura. Si otterrà un risultato politico con lo sputtanamento a vita di chi voterà in favore di questa vergogna. Si poteva pensare anche a una mozione contro il solo accordo-truffa per provare a tirarsi dietro qualche parlamentare di maggioranza. Ovviamente, la maggioranza andrà in Aula con l’approvazione in tasca, non ci dovrebbe essere il voto segreto, a meno che non lo chiedano i parlamentari della maggioranza di centrodestra per provare a ‘nascondersi’ nella confusione: ma verrebbero sputtanati lo stesso, perché dubitiamo che i deputati dell’opposizione resterebbero in Aula per partecipare alla votazione. Ultima notazione: pensavamo che la Regione siciliana avesse toccato il fondo con il Governo di Rosario Crocetta: ci siamo sbagliati.
Qui il testo dell’accordo
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