Servirà l’accordo Ue sul price cape sul gas a far abbassare le bollette? No. E allora perché tutto ‘sto ‘casino’?

21 dicembre 2022
  • Nell’Unione europea si discute sempre del nulla per approvare provvedimenti che non tutelano mai i cittadini
  • Ci vorrebbero le alternative al gas: per esempio, le energie alternative. Ma anche lì sono in agguato speculatori e speculazioni  

Nell’Unione europea si discute sempre del nulla per approvare provvedimenti che non tutelano mai i cittadini

Funzionerà l’accordo Ue sul price cape sul gas approvato nell’ultimo Consiglio Affari Energia di un 2022 da dimenticare? Sicuramente è una vittoria politica di quella parte dell’Unione europea che cerca di mettere fine alle speculazioni sul gas. Con l’accodo raggiunto viene introdotto un tetto attivabile per venti giorni, a partire dall’1 Febbraio dell’anno prossimo. Il tetto scatterà se il prezzo all’ingrosso supererà i 180 euro per MWh per tre giorni lavorativi, prezzo che dovrà essere superiore di 35 euro al prezzo del Gnl registrato nei mercati internazionali. Il cap fa riferimento al Ttf, ovvero alla Borsa di Amsterdam. L’accordo raggiunto non convince. I dubbi sono legati alla possibile domanda di gas. Il tetto al prezzo del gas ha un senso se è accompagnato a un tetto alla domanda: ma il tetto alla domanda non c’è. Quindi è un accordo più ‘politico’ che economico. Un accordo che prevede, in caso di emergenza, di disattivare subito il price cape. La verità è che l’accordo raggiunto è frutto di un compromesso che lascia le mani libere a chi, in caso di crescita della domanda del gas, vuole guadagnare di più. Il price cape, ovviamente, non piace alla Russia: che sicuramente reagirà, perché considera il provvedimento. una distorsione di mercato. Altra domanda: che succederebbe se i prezzi del Gnl (gas liquido) dovessero essere superiori al tetto di 180 euro? Verosimilmente, chi deve vendere il Gnl andrebbe a cercare gli acquirenti disposti a pagare fuori dall’Europa, magari in Asia. E le bollette, che è l’argomento più importante? Si dovrebbero ridurre se il prezzo scenderà, ma non è un meccanismo automatico. Un ogni caso, per ora le bollette di luce e gas non scenderanno.

 

Ci vorrebbero le alternative al gas: per esempio, le energie alternative. Ma anche lì sono in agguato speculatori e speculazioni  

Oggi, per esempio, il prezzo del gas è sceso sotto i 100 euro per MWh, cosa mai avvenuta negli ultimi sei mesi. Con molta probabilità, ciò è dovuto alle condizioni meteorologiche: il bel tempo riduce il consumo di gas e, di conseguenza, il prezzo si abbassa. Ma oggi, 21 Dicembre, è anche, almeno ufficialmente, il primo giorno d’Inverno. Ebbene, c’è qualcuno che sussurra che chi fornisce il gas potrebbe chiedere la revisione dei contratti. Perché? Perché d’Inverno la domanda del gas potrebbe andare su e siccome il prezzo non potrebbe superare il 180 euro ecco che oggi potrebbero chiedere una revisione dei contratti all’insù, con la scusa che non potrebbero andare oltre 180 euro in caso di crescita del prezzo. Come si può notare, la gestione del gas rimane di stampo liberista e, di conseguenza, soggetta a speculazioni. Non a caso, come già ricordato, se il prezzo dovesse andare troppo su salterebbe il price cape. La verità è che in questo scenario le vere ‘medicine’ contro i problemi legati all’aumento del prezzo del gas sono i risparmi energetici e le energie alternative. Ma è il gatto che si morde la coda, perché risparmi energetici significa ridurre le attività economiche, mentre le energie alternative, per essere veramente alternative all’attuale mondo ultra-liberista e globalista, dovrebbero essere fondate su piccoli impianti diffusi nel territorio. Ma in Sicilia – e non solo in Sicilia – si sta puntando su mega impianti eolici in mare (al largo delle Egadi e di fronte Catania, per citare solo due esempi) e su grandi impianti fotovoltaici a terra. Obiettivo: creare nuovi monopoli e vendita dell’energia eolica e solare ai cittadini con le solite speculazioni…

Foto tratta da Italia Oggi  

 

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