“È stata colpita la centrale termoelettrica di Krivoy Rog, che è la centrale elettrica più potente d’Europa funzionante a combustibile solido. La metropolitana è stata fermata a Kiev e Dnepropetrovsk. Ci sono interruzioni nell’approvvigionamento idrico in tutti i distretti di Kiev a causa di danni alle infrastrutture energetiche. I residenti sono invitati a preparare una fornitura di acqua potabile e industriale”. Così leggiamo in un canale Telegram. La notizia la leggiamo anche sul giornale on linea Il Fatto Quotidiano: “Diversi raid russi hanno colpito Venerdì mattina (cioè oggi ndr) la capitale ucraina Kiev. Sentite almeno tre esplosioni: i razzi sono caduti in più località a ovest del fiume Dnepr, ma anche sul distretto di Desna, nell’area nord-orientale, dove si trova un’importante centrale elettrica”. La strategia dei militari russi, di lasciare senza luce e senz’acqua tante città ucraine, a cominciare da Kiev, va avanti. Il via libera americano a eventuali bombardamenti dentro i confini della Russia – non si capisce se nelle città o nelle basi militari e la notizia che gli stessi statunitensi potrebbero trasportare in Ucraina i missili Patriot, lungi dall’impensierire i russi, li ha resi ancora più determinati. Anzi, agli osservatori non sfugge che gli attacchi missilistici della Russia, in queste ore, siano più precisi e più pesanti. Notizia confermata da un canale Telegram: “Oggi, le forze aerospaziali russe stanno infliggendo il sesto massiccio attacco missilistico all’infrastruttura energetica dell’Ucraina. I primi quattro hanno mostrato una grande efficacia, ma il quinto non ha avuto molto successo. Apparentemente, questa volta il comando russo ha tratto alcune conclusioni. Secondo le informazioni disponibili, i lanci vengono effettuati vicino ai confini dell’Ucraina, sulle regioni di Donetsk e Kherson, nonché sulla Crimea (il che riduce il tempo di volo). Anche la traiettoria dei missili è cambiata. A giudicare dai primi risultati, il sesto colpo è paragonabile ai primi quattro. Al momento non è ancora finito nulla. Tuttavia, è già chiaro che l’attacco missilistico di oggi è diventato uno dei più potenti dall’inizio dell’operazione”.
Quello che scriviamo da tempo – e cioè che con l’arrivo dell’Inverno, che in Ucraina è pesante, milioni di cittadini di questo Paese si potrebbero ritrovare senza acqua e senza luce – starebbe cominciando a prendere forma. Le cronache di queste ore riferiscono di un massiccio attacco missilistico russo. Attacco missilistico a Kiev, a Kryvyi Rih (la città dov’è nato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky) e a Kharkiv. Da oggi i black-out si cominciano a materializzare su larga scala. Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina, è senza energia elettrica. La situazione, per la popolazione ucraina, si va complicando e – se la Russia continuerà con questi ritmi, si potrebbe complicare anche per l’Europa, Polonia e Germania in testa, dove potrebbero riversarsi milioni di cittadini ucraini in fuga dal freddo e dalla fame. E’ in questo scenario che arrivano le dichiarazioni dell’ex segretario di Stato americano, il quasi centenario Henry Kissinger, e dall’ex premier britannico, Boris Johnson. La tesi di Kissinger e Johnson è che non si deve chiedere a Mosca di ritirarsi dalla Crimea e dal Dombass. A onor del vero, Kissinger è sempre stato se non di questo avviso, quanto meno dell’avviso che la Russia non può essere minacciata dalla NATO, come invece è avvenuto (non dimentichiamo che la guerra è scoppiata dopo che il presidente Ucraino ha detto di voler far aderire il suo Paese alla NATO). Diverso il discorso per l’ex premier inglese, che è sempre stato alleato dell’Ucraina e che è sempre stato favorevole alla guerra. Da quello che si capisce il mondo anglosassone – a parte la sparata americana su attacchi in Russia e missili Patriot – comincia a capire che con la Russia si va a sbattere. Su YouTube il professore Alessandro Orsini – che fino ad oggi ha avuto ragione – illustra il significato delle “incredibili aperture a Putin di Kissinger e Johnson (qui il video).
Foto tratta da Il Riformista