Presidente Schifani e assessore Falcone, siete al corrente dello ‘spezzatino’ in corso alle Terme di Sciacca?

14 dicembre 2022
  • La politica della Prima Repubblica non ha mai smembrato le proprietà delle Terme di Sciacca. Oggi, invece… 
  • Il comunicato di due anni fa del Governo Musumeci
  • Che fine ha fatto il rapporto con Federterme? 
  • La Cassa Depositi e Prestiti e il fondo immobiliare 
  • La vendita dell’ex Motel Agip e i misteri dell’Hotel Monte Kronio  

La politica della Prima Repubblica non ha mai smembrato le proprietà delle Terme di Sciacca. Oggi, invece… 

Può una gloriosa Azienda termale della Sicilia finire a ‘spezzatino’ per essere venduta pezzo dopo pezzo? E’ quello che succede alle Terme di Sciacca dimenticate dalla politica siciliana e, perché negarlo?, anche dalla politica di una cittadina che, negli ultimi dieci anni o giù di lì, non può certo dire di aver avuto amministrazioni comunali brillanti: anzi! Del resto, gli anni della grande politica, a Sciacca e, in generale, in provincia di Agrigento sono finiti da tanto tempo. L’ex Ministro democristiano, Calogero Mannino, è fuori dall’agone politico da anni. Non c’è più Michelangelo Russo, altro politico di razza, una vita nel vecchio Pci che negli ultimi anni non lo ha certo trattato bene. Fuori da tantissimi anni il Senatore Domenico ‘Mimmo’ Segreto, socialista di altri tempi. Una classe dirigente importante, quella di Sciacca nella Prima Repubblica. Con l’avvento della Seconda Repubblica è arrivato il buio e la città è andata indietro, sempre più indietro. Se c’era una cosa che ha sempre accomunato i politici di questa cittadina è stata la grande attenzione verso le Terme, vera e propria risorsa unica nel suo genere, con le stufe che si trovano nel monte San Calogero che sovrasta la città, le piscine di acqua sulfurea e lo stabilimento per le cure che si affaccia si quello che lo scrittore agrigentino Luigi Pirandello chiamava “il mare Africano”, a meno di un centinaio di metri dallo strapiombo della “Coda della volpe”. Sì, c’era una grande attenzione della politica di Sciacca, per le Terme, che si traduceva nel mantenimento dell’unicità dei beni che fanno capo alle stesse Terme di Sciacca. Unicità che non c’è più, sostituita dallo ‘spezzatino’. Gli affari, prima di tutto…

 

Il comunicato di due anni fa del Governo Musumeci

Da anni le Terme di Sciacca sono chiuse. Si dice, da anni, che un giorno verranno i tedeschi, che nell’Agrigentino e nell’Ennese avrebbero già opzionato le miniere di kainite (leggere solfato di potassio) inspiegabilmente mai sfruttate. Così come sono chiuse – altrettanto inspiegabilmente – le miniere di zolfo siciliano che piacevano tanto agli inglesi. Ma storia a parte, va ribadito che le Terme di Sciacca sono ‘morte’ nella Seconda Repubblica: cosa, questa, che va rimarcata per sottolineare le responsabilità politiche, che ci sono. Va detto, tanto per cominciare, che bisognava aspettare il Governo regionale di Nello Musumeci per assistere allo ‘spezzatino’ delle proprietà immobiliari delle Terme. In realtà, sulle Terme di Sciacca e sulle Terme di Acireale – altro stabilimento di una bellezza struggente, altra inspiegabile chiusura – il Governo Musumeci, proprio due anni fa, nel Dicembre 2020, aveva annunciato grandi novità. Noi, in verità, eravamo un po’ perplessi, perché già sapevamo che altri soggetti lavoravano, sottotraccia, per altre ‘operazioni’. Nel riportare la notizia titolavamo, non senza una punta di pessimismo: “Terme di Acireale e di Sciacca: il Governo siciliano le vuole riaprire, ma non si capisce con chi”. Ecco il comunicato stampa del Governo siciliano di due anni fa:

 

Che fine ha fatto il rapporto con Federterme? 

“Le Terme di Acireale e di Sciacca – leggiamo nel comunicato – potranno, adesso, essere oggetto di investimento diretto da parte dell’Inail. Su richiesta del governo Musumeci, infatti, la Conferenza Stato-Regioni ha approvato la proposta del Gruppo tecnico ‘Assistenza territoriale’ della commissione Salute e di Federterme, che include, per l’area del Sud Italia, i due Comuni. Un passaggio fondamentale affinché le aree termali delle due città possano essere sottoposte all’Inail per valutare un investimento diretto e l’acquisizione delle strutture (così come previsto dalla legge di stabilità 2019), con la garanzia dalla presenza di un partner gestionale affidabile. A Gennaio 2021 si terranno gli incontri con Inail e Federterme, così come programmato dal presidente della Regione Nello Musumeci e dall’assessore per l’Economia, Gaetano Armao”. Ancora il comunicato di due anni fa: “Il dialogo che portiamo avanti con Federterme – spiega Musumeci che, in realtà non spiega proprio niente di quello che stanno combinando lui e l’assessore Armao – va avanti da molti mesi e ha avuto un’accelerazione dopo l’evento sul turismo sanitario promosso in Sicilia in collaborazione con The European House-Ambrosetti. Quella intrapresa è una strada decisamente innovativa perché, alla luce della volontà del Governo siciliano di sostenere il settore termale e del benessere, ci permette di accedere alla normativa nazionale per rilanciare le terme di Acireale e di Sciacca. Il percorso avviato – aggiunge l’assessore Armao – potrà agevolare il trasferimento dei complessi termali a soggetti finalmente in grado di gestirli e garantirà alla Regione siciliana una forte opportunità per ulteriori investimenti nelle aree interessate. Confidiamo molto nel rapporto con Federterme e con l’Inail per chiudere una pagina che ha vergognosamente mortificato il nostro territorio e della quale ancora oggi si pagano le conseguenze”.

 

La Cassa Depositi e Prestiti e il fondo immobiliare 

Per due anni abbiamo registrato il silenzio. Nell’Agosto di quest’anno, proprio nel bel mezzo della campagna elettorale, la Giunta regionale Musumeci ha deliberato la partecipazione a un avviso per la raccolta di manifestazioni di interesse ai fini dell’acquisizione di immobili. “Operazione gestita da un fondo che opera nel settore del turismo gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti – scrivevamo lo scorso Agosto -. La cosa un po’ strana è che a dare notizia di questa storia non è stato il Governo regionale, ma il parlamentare regionale uscente Matteo Mangiacavallo, ex grillino che si ripresenta alle elezioni regionali nelle file di Fratelli d’Italia nel collegio di Agrigento, dopo aver incassato una sconfitta alla recenti elezioni comunali di Sciacca. Mangiacavallo, nell’ultimo scorcio di legislatura, ha lasciato il Movimento 5 Stelle e ha aderito al movimento del presidente della Regione siciliana uscente Diventeràbellissima. Insomma non è da escludere che il parlamentare regionale uscente, Matteo Mangiacavallo, abbia concordato la sua uscita sulle Terme di Sciacca (cittadina dove il parlamentare è nato) con lo stesso Musumeci. Ricordiamo anche un articolo del quotidiano La Sicilia: “La CDP Immobiliare SGR Spa, società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Cassa Depositi e Prestiti Spa è la società di gestione di un fondo immobiliare riservato, in via di costituzione, che sarà sottoscritto dal ministero del Turismo attraverso l’utilizzo di 150 milioni di euro del Pnrr. Questo fondo ha la finalità di sostenere lo sviluppo turistico prevalentemente nelle zone economicamente più svantaggiate, tra cui la Sicilia, valorizzare o riconvertire immobili pubblici in strutture ricettive, sostenere le aziende alberghiere, incrementare l’offerta turistica attraverso lavori di ristrutturazione e riqualificazione delle strutture alberghiere, riqualificare il patrimonio immobiliare. A tale fine, la società di Cassa Depositi e Prestiti intende procedere all’acquisizione della proprietà di immobili, ovvero di diritto di superficie della durata minima di 70 anni sugli immobili stessi, attraverso un avviso per la raccolta di manifestazioni di interesse ai fini dell’acquisizione di immobili”.

 

La vendita dell’ex Motel Agip e i misteri dell’Hotel Monte Kronio  

Dopo di che, lo scorso Gennaio, abbiamo preso atto della vendita dell’ex Motel Agip di Sciacca, di proprietà delle Terme di Sciacca, al gruppo Tao Turismo di Agrigento per un milione e 5 mila euro. Ha fatto un affare chi ha venduto o chi ha acquistato? Bella domanda. Nei giorni scorsi abbiamo letto che il commissario della Terme di Sciacca spa, Carlo Turriciano, lavora al terzo avviso per la vendita dell’Hotel Monte Kronio, che si trova proprio alla sommità del monte San Calogero. Questa struttura, realizzata negli anni ’50 del secolo passato, quando assessore regionale alle Finanze era il democristiano Giuseppe la Loggia, non ha mai avuto fortuna. Qualcuno ha scritto che i lavori per la realizzazione di questo albergo sono durati circa 40 anni. In realtà, le cose non sono andate proprio così. Alla base di tutto c’è stato un errore progettuale: gli scarichi non sono allacciati al collettore fognario della città. Ma questo – ribadiamo – è un errore progettuale, noto da anni. La vera domanda è: perché la politica di Sciacca e, forse, non solo di Sciacca, chissà, magari soggetti che erano più in alto non hanno mai affrontato il problema? Possibile che, nel 1993, anno della prima inaugurazione, non si sapeva di questo problema? E che dire di quanto avvenuto nel 2000, quando si ipotizzava finalmente l’apertura di un Hotel che in quasi 70 anni non ha mai funzionato? Guarda caso il Comune di Sciacca si dimentica di chiedere il finanziamento per la realizzazione del collettore, nonostante un progetto pronto. Qual è il vero motivo per il quale questo Hotel non è mai stato aperto? A cosa e a chi è servito? Oggi, come già ricordato, è in vendita. E pare che siano in vendita altre proprietà immobiliari delle Terme di Sciacca. Ci chiediamo e chiediamo: il presidente della Regione siciliana che si è insediato da qualche mese, Renato Schifani, è a conoscenza di quello che stanno combinando con le Terme di Sciacca? E l’assessore Marco Falcone, che ha preso il posto di Gaetano Armao all’assessorato all’Economia – quest’ultimo assessore per quattro anni con Raffaele Lombardo e poi per cinque anni con Musumeci – sta seguendo questa vicenda?

 

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