- E’ normale che nel 2022 si censuri un docente universitario per le sue idee?
- “Tutti i parlamentari che hanno cercato di chiudermi la bocca attraverso la commissione di vigilanza della Rai (e non solo!) non sono stati rieletti”. Ucraina a pezzi
- Il numero di morti della guerra in Ucraina
E’ normale che nel 2022 si censuri un docente universitario per le sue idee?
Siamo rimasti colpiti da un post su Facebook del professore Alessandro Orsini, che è diventato il nemico giurato di tutti i guerrafondai italiani che sono convinti – non si capisce sulla base di che cosa – che l’Ucraina vincerà la guerra contro la Russia. “Facebook – scrive il professore Orsini – ha cancellato il mio ultimo post in maniera del tutto immotivata. Lo ripubblico. Mi dispiace per i like e i vostri commenti cancellati, alcuni davvero belli. Resilienza. Festeggio con voi, grazie dell’affetto”. Vero è che ormai siamo abituati alla censura, però fa sempre un certo effetto leggere che un docente universitario viene censurato perché sulla guerra in Ucraina dice e scrive quello che pensa. Coloro i quali utilizzano la censura per oscurare le libere opinioni di chi non la pensa come loro si rendono conto o no di essere ridicoli? Leggiamo il post del professore Orsini:
“Tutti i parlamentari che hanno cercato di chiudermi la bocca attraverso la commissione di vigilanza della Rai (e non solo!) non sono stati rieletti”. Ucraina a pezzi
“Vorrei ringraziare tutte le persone che mi vogliono bene e che mi stanno esprimendo solidarietà per i moti ondosi che si sollevano a ogni mio intervento sulla stampa o in televisione. Non uso l’espressione ‘ondate di fango’ perché nessuno mi ha mai sporcato in questi nove mesi. Vi ringrazio dell’affetto e dei tantissimi messaggi che mi state inviando, ma vorrei dirvi che sto bene. Reputo una fortuna che la vita mi abbia dato la possibilità di mettere alla prova i valori che ho acquisito durante la mia formazione di studioso. Noi intellettuali abbiamo un sistema etico tutto nostro: più veniamo attaccati, accusati, vilipesi per i nostri studi, più pensiamo di essere sulla strada giusta che consiste nel mettere in crisi il ‘pensare come sempre’ tipico del ‘mondo dato per scontato’, come direbbero Edmund Husserl, Alfred Schütz, Berger e Luckman, Harold Garfinkel. Tutti i parlamentari che hanno cercato di chiudermi la bocca attraverso la commissione di vigilanza della Rai (e non solo!) non sono stati rieletti. Non li ho mai attaccati perché non è onorevole infierire su un esercito di onorevoli sconfitti. Minacce, ricatti, pesantissime ritorsioni sulla carriera, insulti, diffamazione, derisione, non hanno avuto alcun effetto su di me. Al contrario, ho rilanciato il quotidiano Sicurezza Internazionale con un progetto ancora più forte di prima. Ieri ho firmato un contratto con un prestigioso editore scientifico internazionale per la mia prossima monografia accademica, cui ho dedicato dieci anni di studi molto faticosi. Ricordate quando dissi di non volere entrare in Parlamento perché l’impossibilità di studiare sarebbe stata un’afflizione troppo grande per me? Vorrei festeggiare questo momento così bello con voi, con le persone che mi vogliono bene. Grazie dell’affetto: grazie, grazie, grazie. Quanto all’Ucraina, tutto sta andando come avevo previsto all’inizio della guerra. Stiamo assistendo alla morte di una nazione. L’Ucraina è un Paese distrutto, finito, devastato, senza più un futuro. Se anche dovesse vincere la guerra, cosa a mio giudizio assai improbabile giacché sta tornado all’era preindustriale, sarebbe ugualmente un Paese finito perché la Russia riprenderebbe ad attaccarla periodicamente. L’Ucraina non uscirà mai dalla morsa della Russia con la guerra. L’Ucraina è un grande buco nero; tutte le armi che le diamo servono soltanto a farla sprofondare sempre di più. Chi vuole bene all’Ucraina si batte per un cessate il fuoco o per una politica che attenui l’asprezza del conflitto per provocare un calo nel numero dei bambini morti. La guerra in Ucraina certifica che l’Unione europea è un’organizzazione politicamente fallita, incapace di svolgere le sue due funzioni fondamentali: proteggere il territorio e la vita degli europei. Coloro che guidano l’Unione europea devono portare avanti la guerra a tutti i costi per nascondere, dietro il frastuono delle esplosioni, il loro fallimento totale. Leggete qui, il numero di morti tra i soldati ucraini è impressionante”.
Il numero di morti della guerra in Ucraina
Il post del professore Ursini è accompagnato da un articolo pubblicato su Sicurezza Internazionale dove si fa il punto della situazione sulla guerra in corso in Ucraina e sul numero – purtroppo – di morti. Leggiamo insieme alcuni passaggi di questo interessante articolo. Che si apre con una dichiarazione della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, secondo la quale in Ucraina, a causa della guerra, ci sarebbero 20 mila morti, mentre i russi morti sarebbero circa 100 mila. “Tuttavia, in seguito – si legge nell’articolo – il testo della dichiarazione di von der Leyen, presente sul sito web della Commissione Europea, è stato modificato e pubblicato senza dati sulle perdite, né tra i civili né tra i militari, ha sottolineato Ukrainskaja Pravda, emittente ucraina. Anche l’account Twitter ufficiale di von der Leyen ha rimosso la precedente versione video dell’appello e ne ha pubblicata una modificata, anch’essa senza menzionare le perdite”. E’ normale che il vertice della Commissione europea si pronunci su fatti molto importanti, dichiarazione che viene pubblicata sul sito web della stessa Commissione Europea, per poi fare sparire alcuni passaggi – in questo casi i dati sui decessi – della dichiarazione? Alla fine quanti sono i deceduti di questa guerra? Forse chi si avvicina alla possibile verità è il generale Mark Milley, presidente dello Stato Maggiore degli Stati Uniti, che il 10 Novembre, conclude l’articolo, “ha stimato che ci sono stati ‘ben oltre 100.000 soldati russi uccisi e feriti’, aggiungendo che anche tra le fila delle truppe ucraine il numero delle vittime sarebbe di ‘100.000’. Milley ha anche suggerito che circa 40.000 civili sarebbero morti nel conflitto”.
Foto tratta da Il Fatto Quotidiano
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