Telegram immortala con un video l’attimo in cui avviene l’esplosione che ha colpito l’aeroporto di Engels in Russia, a centinaia di Km dal confine con l’Ucraina. “Probabile impiego di un drone a lunga percorrenza da parte di Kiev, che proprio ieri aveva annunciato la prossima realizzazione di un drone pesante da 1000 km di autonomia – leggiamo sempre su Telegram -. L’aeroporto di Engels è una base di bombardieri strategici russi, Tu160 e Tu95. L’attacco ucraino a questa struttura, se confermato, giustificherebbe tutte le preoccupazioni russe per l’ingresso di questo Paese nella NATO ed il suo programma di armamento iniziato nel 2014″. Quindi la conclusione: “Ogni qual volta appaiono iniziative di dialogo, gli ukri ricevono ordine di compiere attacchi contro strutture in Russia”. Domanda: ricevono ordini da chi? Sappiamo tutti che la guerra in Ucraina non è altro che una guerra per procura condotta dall’Occidente contro la Russia. E quando scriviamo Occidente ci riferiamo, in particolare, a Stati Uniti d’America e Unione europea. La notizia la leggiamo anche su Il Fatto Quotidiano: “Il portavoce dell’Aeronautica delle Forze Armate ucraine, Yurii Ihnat, ha confermato su Facebook che due bombardieri strategici sono stati danneggiati da un’esplosione avvenuta oggi nella base aerea russa di Engels, nella regione di Saratov: lo riporta Ukrinform. ‘Un’esplosione si è verificata nella base aerea di Engels’, ha scritto Ihnat: ‘Due bombardieri strategici russi sono stati danneggiati. Sono state segnalate vittime’, ha aggiunto senza menzionare l’attacco con un drone riferito dai media ucraini”. Le cronache registrano anche un’esplosione in un aeroporto vicino a Ryazan ma non si sa ancora se sia opera dei militari ucraini o di un’esplosione di un’autocisterna carica di carburante.
Questi fatti confermano che non c’è, soprattutto da parte occidentale, la volontà di arrivare a una tregua nella guerra in corso in Ucraina e meno che mai alla pace. La sensazione è che le richiesta di pace che vengono fuori fa Stati Uniti a Francia siano, in realtà, dei tentativi di far cadere in un tranello i russi. Del resto, neanche dall’Unione europea arrivano concreti segnali per fermare la guerra. Il fatto che alcuni Paesi dell’Unione europea – e tra questi l’Italia – si stiano impegnando a mandare altre armi in Ucraina significa che la guerra continuerà. Parlano i fatti. Altra notizia riportata da Telegram: “Stanotte sei razzi sparati dai sistemi ‘Himars’ ucraini sono caduti sulla città di Alcevsk, nella Repubblica Popolare di Lugansk. È stato colpito un ostello dove dormivano i lavoratori venuti dalla Russia per ricostruire le strade e gli edifici distrutti dalla guerra. Per ora si registrano 9 morti e 15 feriti, ma la cifra è destinata a salire. Nell’ostello non vi erano militari ma solo civili. Sicuramente i sei missili non sono stati lanciati a caso, l’obiettivo era fermare le ricostruzioni”. Non solo la guerra continua, ma si priva anche a bloccare la ricostruzione. Non sono solo gli ucraini che attaccano. Anche i russi, in queste ore, hanno attaccato la città di Kupiansk, nella regione di Kharkiv. Per ora ci sarebbe solo una donna uccisa. I russi attaccano anche altre aree dell’Ucraina. Insomma, la guerra continua e c’è da chiedersi che cosa succederà nelle prossime settimane. Riusciranno gli occidentali ad assicurare a milioni di ucraini l’energia con i generatori a petrolio?
Foto Wikipedia
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