“Il paradosso diesel dell’Ucraina. A causa dell’interruzione di corrente, l’Ucraina ha bisogno di gasolio per i generatori, ne ha molto bisogno. Ma l’UE impone sanzioni al petrolio russo e ai prodotti petroliferi, cioè il diesel. E l’UE ha fornito all’Ucraina gasolio dalle forniture russe. Pertanto, ora gli europei si sono scusati e hanno avvertito Kiev che ridurranno drasticamente la fornitura di diesel all’Ucraina a causa delle sanzioni, sanzioni che Kiev ha chiesto alla Russia. Quindi le sanzioni anti-russe renderanno le vite di milioni di residenti in Ucraina più fredde, più oscure e più senza speranza”. Così leggiamo su Telegram e non possiamo che concordare. Il 5 Dicembre, cioè domani, scatterà l’embargo dell’Unione europea al petrolio russo. Come si legge in questo post, l’embargo al petrolio russo da parte dell’Unione europea danneggerà l’Ucraina. Ormai da alcune settimane i militari russi bombardano sistematicamente le infrastrutture ucraine, con particolare riferimento alle centrali elettriche. L’obiettivo dei russi è lasciare la popolazione ucraina senza energia elettrica in prossimità dell’arrivo dell’Inverno. Anche se ufficialmente l’Inverno comincia il 21 Dicembre, in Ucraina l’Inverno è già iniziato e milioni di famiglie vanno avanti con i generatori di corrente elettrica a diesel. Ora, come fa notare correttamente il post che leggiamo su Telegram, l’embargo al petrolio russo deciso dalla UE, prima di danneggiare la Russia danneggerà l’Ucraina e la stessa Unione europea. Danneggerà l’Ucraina, perché tantissime famiglie ucraine rischiano di restare senza diesel per alimentare i generatori; e potrebbe danneggiare la stessa Unione europea, perché senza generatori per riscaldarsi e cucinare milioni di ucraini potrebbero migrare verso l’Europa creando il caos.
Sarà questo lo scenario? L’Unione europea – che oltre a fornire all’Ucraina soldi e armi per combattere contro la Russia – sta fornendo a questo Paese il diesel per alimentare i generatori. Noi ci rifiutiamo di pensare che la Commissione europea, nel comminare alla Russia la nuova sanzione sul petrolio – ovvero il citato embargo al petrolio russo – non abbia tenuto conto che in Ucraina il diesel per tenere accesi i generatori dovrà arrivare lo stesso. Insomma, ci rifiutiamo di pensare che l’Unione europea non abbia già a disposizione un diesel alternativo al diesel prodotto con il petrolio russo. sarebbe un clamoroso autogol della stessa Unione europea che, per evitare l’invasione di milioni di ucraini, si dovrebbe rimangiare di corsa le sanzioni al petrolio russo. Peraltro, i russi, già da qualche tempo, stanno vendendo il proprio petrolio alla Cina e all’India vanificando, di fatto, le sanzioni al petrolio russo decise non soltanto Unione europea ma anche dal Regno Unito, dagli Stati Uniti d’America, dal Canada e dal Giappone. Superfluo aggiungere che l’embargo e al petrolio russo danneggerà l’Italia, perché lascerà senza petrolio russo la raffineria Isab di Priolo in Sicilia gestita dai russi della Lukoil. Per la cronaca, la raffineria di Priolo produce il 20%& delle benzine italiane. Il Governo italiano di Giorgia Meloni pare voglia sostituire la Lukoil con l’ENI. Ci chiediamo in un clima di guerra generale da dove arriverà – e soprattutto a che costi – il petrolio che l’ENI dovrebbe raffinare a Priolo.
Tra l’altro, le sanzioni al petrolio russo viste dal punto di vista degli interessi reali della UE, oltre ad essere demenziali come fatto in sé, costituiscono un incentivo al proseguimento della guerra. Con le sanzioni al petrolio russo gli stessi russi hanno un motivo in più per continuare a bombardare senza interruzione l’Ucraina. Se è vero, come si legge qua e là, che i russi in questa guerra accusano ingenti perdite, la ritorsione contro i Paesi che hanno armato l’Ucraina sarà sempre più pesante. E tra i soggetti che hanno fornito armi e soldi all’Ucraina c’è l’Unione europea. Se la Russia vuole danneggiare l’Unione europea deve fare in modo che milioni di ucraini, a causa del freddo e della fame, si riversino in Europa. Vediamo come si presenta la situazione. L’Ucraina ha una popolazione di circa 44 milioni di abitanti. Si trova nell’Europa orientale e, grosso modo, si estende su una superficie che è pari a circa due volte quella dell’Italia. Sono importanti i confini dell’Ucraina. A est e a nord confina con la Russia e va da sé che gli ucraini in fuga non si recheranno in Russia, a meno che non si tratti di popolazioni cosiddette russofone. A est e a nord-est l’Ucraina confina con la Bielorussia, Paese alleato della Russia dove gli ucraini in fuga non andranno. Ci sono anche la Moldavia a sud e quattro Paesi dell’Unione Europea a ovest: la Polonia, la Slovacchia, l’Ungheria e la Romania. Ebbene, è soprattutto in questi quattro Paesi che la popolazione Ucraina, privata di corrente elettrica, potrebbe riversarsi. Ci sarebbe anche il tratto che si affaccia sul Mar Nero e sul Mar d’Azov, a cominciare dalla penisola di Crimea, ma dubitiamo che gli ucraini in fuga si dirigeranno da quelle parti, perché sno zone controllate dai russi. Infine ci potrebbe essere anche la Transnistria, area che si è proclamato indipendente dalla Moldavia una ventina di anni fa: ma anche in questo caso si tratta di un Paese filo-russo. Considerazione finale: con l’embargo al petrolio russo che scatterà domani l’Unione europea si sta dando la zappa sui piedi…
Foto tratta da Sky TG24