- Questo è un altro colpo durissimo per l’amministrazione americana di Joe Biden e, in generale, per tutto l’Occidente
- Di fatto sono Biden e Macron a chiedere la pace in Ucraina
- Sta naufragando anche il tentativo occidentale di ‘seminare zizzania’ tra Cina e Russia
Questo è un altro colpo durissimo per l’amministrazione americana di Joe Biden e, in generale, per tutto l’Occidente
Il 9 dicembre il Presidente della Cina, Xi Jinping, si recherà in visita ufficiale in Arabia Saudita per un vertice cui parteciperanno tutti i leader dei Paesi arabi inclusi nell’OPEC, l’organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio. La visita del premier cinese non è una sorpresa, se è vero che se ne pala da mesi. La novità di queste ore è la data, cioè il giorno in cui è previsto l’incontro. Siamo davanti all’ennesimo scacco che la Cina dà agli Stati Uniti d’America che, con la presidenza di Joe Biden, ha perso terreno nei rapporti con il mondo arabo. E’ un tema che abbiamo trattato nei giorni scorsi, quando abbiamo raccontato dei rapporti sempre più ‘freddi’ tra americani da una parte e Arabia Saudita e Paesi del Golfo dall’altra parte. In realtà, non è corretto parlare dell’America in generale, perché la responsabilità politica di quella che, in sostanza, è una rottura tra americani e questo particolare e importante segmento del mondo arabo è dei Democratici che oggi governano gli Stati Uniti. Di fatto, gli USA hanno perso un alleato storico che, ormai, va per i fatti propri. E lo si è visto negli ultimi tempi, se è vero che l’OPEC per aumentare o diminuire l’offerta di petrolio procede in autonomia, senza nessun raccordo con gli americani. E non è da escludere che d’ora in poi l’OPEC si raccordi con la Cina…
Di fatto sono Biden e Macron a chiedere la pace in Ucraina
Che cosa ci stiano guadagnando gli americani con i Democratici alla Casa Bianca è incomprensibile, dal momento che, da quando Biden è presidente gli Stati Uniti sono andati indietro. Certo, sono sempre abili con la finanza e con l’economia, ma con la guerra si stanno dimostrano una frana, se è vero che in Uraina l’Occidente le sta prendendo di santa ragione. Anche sull’economia, volendo, pur con tutta la bravura dei vertici della FED – che è giusto ammettere – le cose non vanno come dovrebbero andare. Vero è che l’aumento dei tassi ha ridotto l’inflazione, ma le tensioni su mercati internazionali unitamente alla ripresa dell’economia americana genera altra inflazione che non può certo essere fermata con nuovi aumenti dei tassi di interesse che, se in eccesso, rischiano di bloccare la stessa economia americana. La verità è che gli Stati Uniti debbono fermare al più presto la guerra in Ucraina, perché i russi hanno messo in pratica una strategia che, da un lato, sta lasciando la popolazione ucraina senza energia elettrica in Inverno e, dall’altro lato, come già accennato, è fonte di inflazione, Agli osservatori non sfugge che, in queste ore, sono proprio Biden e il presidente della Francia, Macron, che parlano di pace in Ucraina: e questa è un’oggettiva manifestazione di debolezza americana in particolare e occidentale in generale.
Sta naufragando anche il tentativo occidentale di seminare zizzania tra Cina e Russia
Un altro elemento da tenere in considerazione è il tentativo degli occidentali di creare rivalità tra Cina e Russia in materia energetica. Ma che in questo settore i Democratici americani hanno sbagliato tutto. In questa fase storica la Cina ha sostituito il petrolio dell’Arabia Saudita con il petrolio russo. Questo potrebbe essere un elemento di frizione tra la Cina di Xi Jinping e i Sauditi. In realtà, non è così, perché la Cina, nell’attuale momento storico, deve giocare di ‘sponda’ con la Russia contro l’Occidente e, in particolare, contro USA e Unione europea. E’ probabile, insomma, che la visita del presidente cinese in Arabia Saudita servirà a cementare i rapporti tra i Paesi alternativi all’area del dollaro americano in materia di energia, che è l’argomento mondiale del momento: e tra questi Paesi ci potrebbero essere anche gli altri Paesi dell’OPEC, magari in posizione defilata, ma sempre in sintonia con la Cina e con gli alleati della Cina. “L’esclusione degli Stati Uniti è eclatante! – commenta Sputnik -. Ricordiamo che il dollaro fu associato al petrolio nel 1971, quando Nixon (Richard Nixon, allora presidente degli Stati Uniti d’America ndr) concluse l’accordo con l’Arabia Saudita, per cui il dollaro sarebbe divenuto valuta di riserva”. Quegli anni, ormai, sono lontani, molto lontani!
Foto tratta da China Files
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