In Brasile continuano le proteste della popolazione per un risultato elettorale oggettivamente strano. Le elezioni presidenziali le ha vinte per un soffio Lula. Ma il risultato è strano perché in quasi tutte le Regioni, durante lo spoglio era sempre in testa il presidente uscente Bolsonaro poi, però, alla fine, come per magico incanto, Lula risultava sempre in testa per pochi voti. Il dubbio è che le elezioni siano state ‘taroccate’ con la manina degli Stati Uniti d’America, che non hanno perdonato a Bolsonaro di aver schierato il proprio Paese contro l’area del dollaro americano (il Brasile fa parte del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), raggruppamento di Paesi che lavora per creare una divisa alternativa al dollaro americano per gli scambi commerciali internazionali). “Le proteste per il risultato delle elezioni brasiliane che hanno bloccato le strade nello Stato del Mato Grosso all’inizio di questa settimana – leggiamo nel report dell’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi – hanno aumentato i prezzi del trasporto su camion, influenzando le operazioni e i margini dei commercianti di cereali globali in un momento in cui gli agricoltori vendono il loro abbondante secondo raccolto di mais. In particolare, il trasporto su camion è aumentato del 20% o di 50 reais ($ 9,40) per tonnellata nel Mato Grosso… Le rotte più colpite sono la Sorriso-Miritituba e la Sinop Miritituba verso i porti settentrionali del Brasile”. Abbiano citato il BRICS e, in effetti, questi Paesi tra di loro si aiutano. A causa della siccità l’Argentina ha accusato un drastico calo della produzione di grano. Il Brasile, anche se sta lavorando per aumentare la propria produzione di grano, non è ancora autosufficiente e così è arrivato il grano dalla Russia. Peraltro, come fa notare Puglisi nel suo report, “importare grano russo in Brasile costa meno che acquistarlo dall’Argentina”. Sempre per problemi di siccità, in Argentina si registrano ritardi nelle semine della soia.
Foto tratta da Il Messaggero