Com’era prevedibile la Corte Suprema britannica ha ‘bocciato’ la richiesta di un nuovo referendum per provare a promuovere la secessione della Scozia dal Regno Unito. La proposta era stata presentata dal governo scozzese guidato da Nicola Sturgeon, leader degli indipendentisti dell’Snp, il Partito Nazionale scozzese che si presenta come regionalista e, contemporaneamente, nazionalista e socialdemocratico. I giudici hanno all’unanimità la richiesta della consultazione con il solo voto favorevole del Parlamento scozzese, senza il pronunciamenti di Londra. I socialdemocratici scozzesi avevano previsto di far celebrare il referendum il prossimo anno, ma dovranno aspettare che passi almeno una generazione dal referendum sulla secessione celebrato nel 2014 e perso dagli indipendentisti. Otto anni fa, infatti, o no alla secessione hanno vinto con il 55,3% rispetto al 44,7 preso dagli scozzesi favorevoli a distaccarsi dal Regno Unito. Anche se nessuno lo dice, il no della Corte Suprema britannica è una sconfitta dell’Unione europea, che, dopo la batosta della Brexit – ovvero l’addio del regno Unito alla Ue – cerca in tutti i modi di fomentare tutti i movimenti secessionisti di questo Paese.
Su Facebook leggiamo un commento al pronunciamento dell’Alta magistratura del regno unito del professore Massimo Costa, che ormai è una figura storica degli Indipendentisti siciliani: “E’ una questione complessa – scrive Costa -. Un ex Stato nazione non è una regione qualunque, ed ha un diritto naturale all’autodeterminazione, qualunque cosa dicano gli ordinamenti interni. Ma qua è diverso dalla Catalogna. In Catalogna abbiamo la Spagna che rifiuta una cosa del genere per principio. Nel Regno Unito sostengono che un referendum così importante non possa tenersi ogni volta che lo vuole un partito, ma che sia vincolante almeno per una generazione. La Scozia non potrebbe, secondo questa generale opinione, richiedere un nuovo referendum a meno di 20 anni dal precedente. E non è, spiace dirlo, una motivazione debole. Quindi non abbiamo un NO dell’Inghilterra, ma un ‘NON ANCORA’, che è molto diverso, e forse persino accettabile. Se accetti le regole del gioco le devi accettare sino in fondo. Altrimenti sembrano i referendum europeisti: se voti sì è per l’eternità, se voti no l’anno dopo ti faccio votare di nuovo, finché non dici sì”.
Foto tratta da Avvenire