Com’era prevedibile, dopo la vittoria elettorale e in prossimità di altri importanti appuntamenti elettorali, il centrodestra si accinge a varare l’Autonomia differenziata, ennesimo scippo ai danni del Sud e della Sicilia. C’è da stupirsi? Assolutamente no. L’Autonomia differenziata è nel programma del centrodestra che ha candidato vittoriosamente Giorgia Meloni alla guida dell’Italia. Chi oggi non lo ricorda non è in buona fede. Tra l’altro, in Parlamento, quando ha presentato il proprio nuovo Governo, la Presidente del Consiglio lo ha ribadito: l’autonomia – se non ricordiamo male l’ha chiamata così, senza la parola “differenziata” – fa parte del nostro programma di governo e la applicheremo. Chi legge I Nuovi Vespri sa che, negli anni passati, abbiamo condotto una battaglia politica contro l’Autonomia differenziata. Nel 2018 – per citare un esempio – abbiamo rilanciato la petizione del professore Gianfanco Viesti, economista e docente universitario: “Il Nord e il Centro Italia si confermano quello che sono sempre stati: sfruttatori ed egoisti. Dopo avere ridotto all’osso il Mezzogiorno – cosa che hanno fatto dal 1860 ad oggi – adesso vogliono la secessione scippando altre risorse al Sud in barba alla Costituzione. Una petizione su Change.org dell’economista Gianfranco Viesti per bloccare questa ‘furbata’ e discutere democraticamente e correggere i passaggi di questa ‘secessione’” (qui per esteso il nostro articolo del 2018).
Cosa sia l’Autonomia differenziata l’abbiamo illustrato tante volte. E’ una scelleratezza di Stato ma la stragrande maggioranza dei cittadini meridionali e siciliani non è interessato a tale argomento. Sappiamo tutti che, a partire dal 1860, il Nord Italia ha iniziato sistematicamente a scippare risorse al Sud e alla Sicilia. E lo scippo non si è mai fermato. Si è in minima parte interrotto negli anni della cosiddetta Prima Repubblica, quando sono stati introdotti i fondi per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno, dalla Cassa per il Mezzogiorno fino all’Agensud, soppressa nei primi anni ’90 con la fine della Prima Repubblica. L’intervento con fondi aggiuntivi della Prima Repubblica, a partire dai primi anni ’50, non ha sanato il divario economico e infrastrutturale tra Centro Nord da una parte e Sud Italia e Sicilia dall’altra parte, ma lo ha soltanto attenuato. Con la fine della Prima Repubblica e l’avvio della cosiddetta Seconda Repubblica il divario tra tra Nord e Sud è tornato a crescere. A partire dal 2000 – anno in cui è partita la spesa dei fondi strutturali europei – lo Stato italiano ha abolito anche l’intervento ordinario nel Sud e in Sicilia, sostituito dai fondi europei. Una ‘furbata’ che la Ue tollera, anche se ciò va contro direttive e regolamento europei. Nel 2020 l’Eurispes – Istituto che si occupa di studi politici, economici e sociali operando nel campo della ricerca politica, economica, sociale e della formazione – ha accertato che dal 2000 al 2017 il Centro Nord Italia ha tolto al Sud e alla Sicilia 840 miliardi di euro! Ebbene, nonostante ciò, con l’Autonomia differenziata le Regioni del Centro Nord – dove il reddito pro capite è più elevato rispetto alle Regione del Sud e della Sicilia – non invieranno più allo Stato la gran parte delle imposte e delle tasse generate nel loro territorio, le terranno per loro, con buona pace della perequazione dello Stato (qui un nostro articolo dove si illustrano gli aspetti finanziari e politici dell’Autonomia differenziata a danno di Sud e Sicilia). Semplificando possiamo affermare che il Centro Nord Italia, quando l’Autonomia differenziata entrerà a regime, toglierà al Su e alla Sicilia non meno di 70 miliardi di euro all’anno. Tutto ciò è costituzionalmente corretto?
La battaglia contro l’Autonomia differenziata, condotta da alcuni movimenti meridionalisti, va avanti da anni, perché è da almeno sette anni che il Nord e il Centro Italia cercano di far passare l’Autonomia differenziata. Oggi l’Autonomia differenziata viene portata avanti dal centrodestra. Ma dobbiamo ricordare che l’ultimo tentativo di applicare l’Autonomia differenziata risale al Novembre del 2019, quando il PD con l’allora Ministro delle Regioni, il pugliese Francesco Boccia, governava l’Italia. E’ stata l’esplosione della pandemia a bloccare l’applicazione dell’Autonomia differenziata. Non sappiamo cosa dirà oggi il PD, ricordiamo soltanto che il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, candidato alla segretaria del PD, è favorevole all’Autonomia differenziata, che considera “una grande opportunità costituzionale“. Torniamo così al titolo del nostro articolo: i cittadini di Sud e Sicilia, con le dovute eccezioni, si meritano l’Autonomia differenziata. I cittadini di Sud e Sicilia sanno benissimo che il centrodestra e il centrosinistra sono favorevoli all’Autonomia differenziata. Eppure, al momento del voto per le elezioni politiche celebrate non cinque anni fa ma addirittura meno di due mesi fa o non sono andati a votare, o hanno votato in maggioranza centrodestra e in minoranza centrosinistra. L’unica forza politica che in campagna elettorale ha posto il tema dell’Autonomia differenziata chiamando i cittadini meridionali e siciliani a difendersi da questa folle prospettiva è stato il Partito Unione Popolare di Luigi De Magistris che non ha superato lo sbarramento del 3% indispensabile per entrare nel Parlamento nazionale. La dimostrazione tangibile che alla stragrande maggioranza dei meridionali e dei siciliani non gliene frega niente che il Centro Nord, con al Governo il centrodestra, toglierà ai cittadini del Sud e della Sicilia altri 70 miliardi di euro all’anno. Tra qualche anno meridionali e siciliani si accorgeranno che diminuiranno gli asili nido, già carenti, e magari si lamenteranno; prenderanno atto che mandare i figli a scuola costerà di più e si lamenteranno; si accorgeranno che nel Sud e in Sicilia le università avranno meno risorse. Ma oggi hanno votato e votano in massa per i partiti che hanno voluto e vogliono l’Autonomia differenziata. La Regione Campania è governata dal PD, la Regione Puglia è governata dal PD, la Regione Calabria è governata dal centrodestra, la Sicilia è governata dal centrodestra. I governanti di queste quattro Regioni si sono mai opposti e si stanno opponendo all’Autonomia differenziata?
Foto tratta da Il Quotidiano del Sud
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