Anche se non leggiamo tanti articoli su quanto sta avvenendo in Brasile dopo le elezioni controverse vinte per un soffio da Lula, alcuni nostri amici che vivono lì ci raccontano che, da quando sono finite le elezioni presidenziali, in tante città brasiliane vanno in scena proteste popolari senza fine, come potete vedere nei video che trovate in questo articolo (vedere sotto). E’ noto che cosa è avvenuto in Brasile durante lo spoglio: i voti che arrivavano da quasi tutte le Regioni del Brasile davano quasi sempre in vantaggio il presidente uscente, Bolsonaro, ora avanti di 5 punti percentuali, ora in vantaggio di 6 punti, ora in vantaggio di 7 punti. Ma alla conta finale, come per magico incanto, vinceva sempre Lula per pochissimi voti. E alla fine, per una manciata di voti, ha vinto Lula. La maggioranza del popolo brasiliano considera truccate le elezioni e scende in piazza a protestare. In Brasile il voto è elettronico e non è facile risalire ad eventuali brogli. E in ogni caso – come del resto avvenuto alle elezioni presidenziali americane del Dicembre 2020, dove per fare vincere Joe Biden ne hanno combinate di tutti i colori – Bolsonaro non ha alcuna speranza di una corretta verifica dei voti perché i poteri forti sono tutti contro di lui.
Contro chi si scontra Bolsonaro lo abbiamo scritto nei giorni scorsi e lo riprendiamo: “Il Brasile ha una popolazione di circa 214 milioni di abitanti, mentre gli aventi diritto al voto sono poco più di 156 milioni di cittadini. Per Bolsonaro e per i suoi elettori non c’è soltanto il problema legato alle elezioni elettroniche che potrebbero essere state ‘ritoccate’. C’è stata una gestione di queste elezioni che lascia pensare a tante cose. Cosa è successo? A pochi giorni dal voto è arrivata una decisione che ha suscitato perplessità in tutto il mondo. Le autorità brasiliane, non esattamente vicine a Bolsonaro, hanno dato mandato al capo delle elezioni nazionali di ordinare alle aziende tecnologiche di rimuovere post e video online ritenuti fonte di disinformazione. Di fatto, è stata operata la censura verso i social network che ha sfavorito Bolsonaro. La stessa cosa fatta contro Trump. Solo che in America lo hanno deciso i titolari dei social, mentre in Brasile ha deciso tutto una singola persona. Ma chi è la singola persona che è stata scelta per decidere cosa può essere pubblicato e cosa non può essere pubblicato? E qui arriva la notizia incredibile: tale potere è stato assegnato ad Alexandre de Moraes, capo delle elezioni e giudice della Corte Suprema del Brasile, un magistrato che in passato ha posto sotto inchiesta Bolsonaro e ha mandato in galera personaggi vicini allo stesso presidente uscente del Brasile accusati di avere manomesso il voto elettronico. Insomma, non si tratta di un personaggio al di sopra delle parti: anzi. A questo si aggiunge che Bolsonaro quando arrivavano i voti dei vari Stati era sempre in testa di 7-8 punti che si azzeravano regolarmente alla conta finale, dando come vincitore sempre Lula per una manciata di voti. Da qui i dubbi, tanti dubbi. Se si mettono insieme lo strano andamento della conta dei voti e il ruolo di una parte della Magistratura non è difficile spiegarsi il perché il Brasile potrebbe ritrovarsi in queste ore sull’orlo di una guerra civile”.
Il presidente uscente Bolsonaro è inviso agli Stati Uniti d’America e alle multinazionali. Motivo: Bolsonaro ha ‘bastonato’ le multinazionali e ha schierato il suo Paese contro gli Stati Uniti d’America, affiancandosi a Cina e Russia. Da qui l’azione dei poteri forti che ancora oggi controllano il Brasile: “Gli interessi degli americani, più che mai intenzionati a difendere l’area del dollaro dalla Cina e dai suoi alleati, si saldano con gli interessi delle multinazionali. Ma hanno contro uno schieramento forte, ovvero la Cina e i suoi alleati. E tra gli alleati della Cina c’è proprio il Brasile che, con il presidente uscente Bolsonaro, ha portato avanti un’operazione economica e monetaria che gli Stati Uniti vedono come fumo negli occhi. In pratica, i Paesi del cosiddetto BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) stanno lavorando per dare vita a una moneta alternativa al dollaro americano: di fatto, puntano su una nuova divisa per cominciare a sostituire il dollaro statunitense negli scambi internazionali. Con l’obiettivo di ridimensionare l’economia e l’influenza americana nel mondo” (qui per esteso il nostro articolo del 2 Novembre). Come avviene negli Stati Uniti d’America, dove i Democratici vincono le elezioni solo grazie ai voti ‘postali’ tra il plauso delle demenziali quanto ‘presunte’ sinistre dei Paesi occidentali, ormai quasi tutte asservite alle multinazionali, anche le strane elezioni celebrate Brasile con la regia di un’alta Magistratura non esattamente al di sopra delle parti, le ‘finte sinistre’ occidentali plaudono alle multinazionali e ai Democratici americani. non si vergognano i ‘progressisti’ dei Paesi occidentali a fare finta di non vedere quanto sta succedendo negli Stati Uniti d’America e in Brasile? Veramente pensano di andare avanti con le elezioni ‘postali’ in America e con le elezioni elettroniche in Brasile? Si offende qualcuno se diciamo che i ‘Progressisti’ dell’Occidente di oggi sono quasi tutti letteralmente penosi? Tutti no, ma quasi tutti sì!
Foto tratta da Il Riformista
QUI I VIDEO DAL BRASILE
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