Mentre la NASA e l’ESA annunciano la scoperta di un ponte intergalattico che unisce due galassie a spirale nello spazio, in queste ore ci si interroga su un altro ponte che dovrà essere messo a punto al più presto per aiutare l’Ucraina che rischia di passare l’Inverno senza corrente elettrica. Eh già, perché mentre i grandi del mondo chiacchierano al G20, appuntamento che oggi simboleggia il vuoto della politica internazionale, la Russia sta praticamente polverizzando le centrali elettriche ucraine. Come scriviamo da oltre un mese, la strategia russa è chiarissima: rendere la vita difficilissima agli ucraini, che non potranno certo affrontare la stagione invernale, che da quelle parti è un po’ rigida, senza energia elettrica. Ecco che, adesso – adesso significa subito, entro qualche settimana – l’Occidente – Unione europea in testa – dovrà fornire agli ucraini o un ponte energetico, o un ponte per trasferire la popolazione stremata da una guerra che è diventata pesantissima. Eh già, perché mentre la politica chiacchiera la Russia agisce. E agisce con un bombardamento continuo dell’Ucraina, con le bombe che vanno a caccia delle infrastrutture, soprattutto elettriche. Ieri sera abbiamo dato notizia di due bombe finite chissà come in territorio polacco con due morti. I media occidentali hanno subito dato la responsabilità alla Russia. Ma già ieri sera, a caldo, i russi hanno smentito: “La probabilità che un moderno missile russo vada così fuori rotta è più o meno la stessa di incontrare un dinosauro vivo per strada”. Dopo l’ironia è arrivata la posizione ufficiale del Ministero della Difesa della Federazione Russa: “Le dichiarazioni dei media e dei funzionari polacchi sulla presunta caduta di missili ‘russi’ nell’area dell’insediamento di Przewodów sono una deliberata provocazione mirata a provocare una escalation. Nessun attacco contro obiettivi vicino al confine di stato ucraino-polacco è stato effettuato con i mezzi di distruzione russi. Il relitto pubblicato all’inseguimento dai media polacchi dal luogo dell’incidente nel villaggio di Przewodów non ha nulla a che fare con le armi russe”.
In questi casi, si sa, valgono le verità delle due campane. Gli occidentali, ovviamente, dicono che si tratta di missili russi. I russi, altrettanto ovviamente, smentiscono. Però c’è un però che è oggettivo. I due missili potrebbero essere stati sparati per provare a convincere i russi a fermarsi e a non bombardare più le infrastrutture ucraine. Per quello che sappiamo noi il bombardamento russo in Ucraina continua. Proviamo a riassumere gli eventi delle ultime settimane e degli ultimi giorni. Il primo a catapultarsi al cospetto di Xi Jinping, il presidente della Cina, è stato il Cancelliere tedesco Olaf Scholz. I tedeschi si fanno tradizionalmente i cavoli loro e non si capisce se la visita del leader socialdemocratico tedesco sia stata per conto della Germania (probabile) o per conto dell’Unione europea (improbabile). Ha ottenuto qualcosa Scholz? Non lo sappiamo. Ma sappiamo che i tedeschi riconoscono la Cina come un Paese in grado di affrontare i problemi economici creati dalla guerra in Ucraina. Qualche giorno fa è stata la volta del presidente ‘postale’ degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, che si è presentato al cospetto di Xi Jinping. Ha ottenuta qualcosa? Di concreto, per la guerra in Ucraina, nulla, perché mentre i due si incontravano i russi, alleati di ferro della Cina, continuavano e continuano a bombardare l’Ucraina. Prima dell’incontro con il leader cinese, il presidente americano Biden e i suoi generali hanno sottolineato la necessità di fermare la guerra in Ucraina; la stessa cosa ha fatto il presidente ucraino Zelensky. Ma i russi continuano a bombardare l’Ucraina. Se ne deve dedurre che, in questo momento, i vertici degli Stati Uniti d’America e dell’Ucraina sono in una posizione di debolezza, mentre i russi sono in una posizione di forza? La domanda non è oziosa. Le uniche armi che in questo momento gli occidentali possono dispiegare contro la Russia nella guerra in Ucraina sono la disinformazione e le armi nucleari. La prima – la disinformazione – la utilizzano da quando è scoppiata la guerra in Ucraina. Le seconde potrebbero sì utilizzarle contro la Russia, ma contestualmente montagne di bombe nucleari si abbatterebbero negli Stati Uniti d’America e, in generale, in tutto il cosiddetto Occidente industrializzato. Questo blocca il ricorso alle armi nucleari. Ma lascia, sullo sfondo, la chiara prevalenza della Russia non soltanto contro l’Ucraina, ma soprattutto contro l’Occidente: una prevalenza che è militare e soprattutto economica.
Già, l’economia? Ricordate i primi mesi della guerra in Ucraina? La Russia sarebbe andata in default prima dell’Estate, dicevano i media occidentali. L’Estate è arrivata e la Russia non solo non è andata in default, ma si è arricchita. E continua ad arricchirsi vendendo il gas all’Unione europea attraverso i Paesi asiatici a prezzi maggiorati. Ridicolo! In tutto l’Occidente l’inflazione non dà tregua. Inflazione significa che milioni di famiglie, nell’Occidente, perdono potere d’acquisto. Questo avviene mentre la FAO, braccio operativo dell’ONU in materia di agricoltura e alimentazione, avverte che i costi del cibo aumentano in tutto il mondo. Ciò significa che, a breve, in tutto l’Occidente, per mantenere al potere le oligarchie liberiste, bisognerà ‘aggiustare’ le elezioni come oggi avviene negli Stati Uniti d’America (voto postale) e in Brasile (voto elettronico). Ricordatelo: quando nell’Unione europea diranno che bisognerà passare al voto elettronico ‘perché è più sicuro’, ciò significherà che per mantenere il potere i globalisti dovranno truccare le elezioni. In tutto questo, quasi tutto l’Occidente dipende da Cina e Russia per i fertilizzanti. In attesa che la Russia vada in default, negli Stati Uniti d’America non sanno più che fare per fermare l’inflazione che adesso comincia ad andare di pari passo con la recessione. Idem nell’Unione europea dove da un’Africa che oggi ‘parla cinese’ arrivano sempre più migranti. Con Italia e Francia che, invece di affrontare la questione con la Cina, litigano tra loro! In più il 5 Dicembre scatterà l’embargo dell’Unione europea al petrolio russo. Così la Russia di Putin, che in Sicilia controlla la raffineria di Priolo, potrò decidere se lasciare o meno l’Italia con il 20% di benzina e gasolio in meno, perché la raffineria Isab di Priolo della russa Lukoil produce, appunto, il 20 di benzina e gasolio italiani. Perché i russi della Lukoil dovrebbero raffinare petrolio non russo danneggiando l’economia russa? Infine nell‘acciaieria di Taranto stanno smontando ‘baracca e burattini’. Motivo: costi energetici troppo elevati, tra la disperazione del Governo italiano di Giorgia Meloni. Guardiamo agli effetti positivi: per la prima volta dopo oltre 50 anni Priolo e Taranto si potranno liberare dell’inquinamento. Vi pare poco?
Foto tratta da Il Riformista