Dicono che sono a rischio circa 10 mila posti di lavoro. In realtà, a rischio è oltre il 20 dei prodotti petroliferi italiani: benzina, nafta, gasolio. Nella storia della crisi della raffineria di Priolo, in Sicilia, una delle più grandi d’Europa, un grande concentrato di inquinamento, ha fatto tutto l’Italia. La raffineria, è noto, è stata rilevata negli anni passati dai russi della Lukoil, che sono arrivati nell’Isola soprattutto per raffinare petrolio del loro Paese e per vendere ai siciliani anche benzina e gasolio con i propri distributori aperti in Sicilia. La cosa non è mai piaciuta agli americani, che considerano il nostro territorio una ‘cosa loro’, una sorta di portaerei statunitense tra basi militari (a cominciare da Sigonella ma non solo) e MUOS a Niscemi. Quando è scoppiata la guerra in Ucraina l’Italia, allora con il Governo di Mario Draghi, è stata in prima fila nell’imporre sanzioni ai russi: blocco dei conti bancari russi presenti in Italia, caccia ai russi presenti in Italia, blocco della manifestazioni culturali russe in Italia perfino gli stop ai corsi universitari in cui si studiavano gli autori russi! Signori, questa è l’Italia che, non dimentichiamolo, nel 1938 si allineò alla Germania nella lotta agli ebrei. Al furore italico anti-russo non è sfuggita la raffineria Isab di Priolo Gargallo che da decenni inquina senza sosta l’area industriale di Siracusa. Le banche si sono adeguate e hanno cominciato a fare la guerra ai russi della Lukoil. Dovevano o no entrare in crisi i russo che lavorano il petrolio in Sicilia?
L’Italia ha messo in crisi i ‘cattivi’ russi nel nome della difesa dell’Ucraina, Paese “invaso” dai russi a fine Febbraio di quest’anno. Peccato che l’Ucraina, prima di essere stata invasa dai russi, è stata invasa, nel 2014, dagli americani, che con un colpo di Stato hanno spodestato il Governo legittimo di questo Paese per piazzare lì i propri fantocci. Però, allora, stranamente, nessuno si lamentò. L’Italia è così: se a invadere un paese sono gli Stati Uniti d’America l’invasione diventa “liberazione”, se a invadere sono gli americani l’invasione resta “invasione”, anzi “invasione di un Paese sovrano” ad opera dei russi. Dove il “sovrano” sarebbe il presidente Zelensky messo lì dagli americani! Ora, però, le sanzioni comminate ai russi della Lukoil dall’Italia sono diventate ‘indigeste, perché gli italiani hanno scoperto che rischiano di penalizzare la stessa Italia. Così Cgil, Cisl e Uil che insieme con la politica siciliana di tutti i colori hanno sempre difeso la chimica ‘pesante’ e inquinante dell’area industriale di Siracusa al grido di “L’operai travagghianu!” insorgono e hanno addirittura indetto uno sciopero per Venerdì prossimo. Scioperò contro di chi? Lo sciopero, fino a prova contraria, è sempre contro qualcuno. A rigor di logica, dovrebbe essere contro chi ha creato le condizioni per bloccare la raffineria Isab di Priolo gestita dai russi della Lukoil. Mannaggia, ma cosa scrivete, ci diranno politici e sindacati: quello di Venerdì prossimo non è uno sciopero, è una manifestazione di piazza. Ma anche in una manifestazione di piazza di manifesta contro qualcuno: o è una festa di piazza?
No, non è una festa di piazza. E’ una manifestazione per dire al Governo nazionale di Giorgia Meloni: trovate il petrolio da fare raffinare ai russi della Lukoil che gestiscono la raffineria Isab di Priolo. Come? Intanto convincendo le banche a fare credito ai russi, dal momento che le banche che hanno interrotto i rapporti con i russi della Lukaoil che lavorano a Prilo lo hanno fatto su indicazione del Governo italiano. Ok, le banche, si ordine del Governo italiano – anzi, per essere precisi, del contrordine del Governo italiano – torneranno a erogare il denaro ai russi della Lukuil che operano a Priolo. Ovviamente, i russi della Lukoil impegnati in Sicilia non potranno raffinare il petrolio russo, perché il 5 Dicembre scatta l’embargo contro il petrolio russo. Quindi, a rigor di logica, i russi della Lukoil che operano in Sicilia nella raffineria Isab di Priolo dovrebbero iniziare a raffinare il petrolio di altri Paesi del mondo penalizzando, di fatto, il proprio Paese, cioè la Russia. perché i russi della Lukoil, lo ricordiamo ancora, sono venuti in Sicilia anche per raffinare il petrolio russo. Vedremo i russi della Lukoil che operano a Priolo raffinare il petrolio non russo per fare un piacere all’Italia che da quando è scoppiata la guerra in Ucraina non ha fatto altro che penalizzare la Russia, perseguitare i russi e dare soldi e armi agli ucrani, armi con le quali i militari ucraini hanno ammazzato i soldati russi? Veramente la Russia di Putin farà questo? Noi non ci crediamo. In Italia non ci sono ancora il voto elettronico (voti elettronici & tarocchi in Brasile a cura dell’Occidente) e il voto ‘postale’ modello Stati Uniti d’America (voti & tarocchi a cura del Partito Democratico americano) e, di conseguenza, c’è ancora un po’ di Democrazia. E poiché c’è ancora Democrazia, noi ci auguriamo che i russi della Lukoil si rifiutino di raffinare a Priolo solo petrolio non russo. Volendo una soluzione all’italiana ci potrebbe essere. Si potrebbe fare quello che fa l’Unione europea con il gas: acquistare il gas russo dall’Asia. Ecco, la Russia potrebbe vendere il proprio Petrolio a un Paese terzo e il Paese terzo lo rivenderebbe all’Italia…
Foto tratta da WLTV