Comincia male la nuova legislatura del Parlamento siciliano. L’Aula oggi ha eletto il nuovo presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, (nella foto sopra con il presidente della Regione, Renato Schifani) esponente di Fratelli d’Italia. Elezione scontata, certo. Ma la maggioranza che lo ha votato è piuttosto particolare, perché il centrodestra si è spaccato. Alla seconda votazione a Galvagno serviva una maggioranza assoluta: 36 voti su 70. C’erano? Non si capisce. Forse c’erano. Ma Cateno De Luca ha deciso di rimescolare le carte. Così 7 parlamentari di De Luca su 8 hanno votato per Galvagno, che ha ottenuto 43 voti. Solo De Luca non ha votato per il nuovo presidente del Parlamento. Gli 11 deputati grillini hanno votato scheda bianca, i parlamentari del PD hanno deciso di rendersi anche loro riconoscibili in modo diverso rispetto ai grillini: ognuno di loro ha firmato la scheda e ha votato per se stesso. Mossa abile, quella di grillini e PD, che hanno costretto il centrodestra e De Luca a scoprire le carte. Anche De Luca è stato abile: si è infilato con grande lucidità nella spaccatura all’interno del centrodestra, facendo convergere su Galvagno, come già accennato, i voti di 7 deputati a lui vicini. De Luca ha giocato a carte scoperte, facendo venire fuori le contraddizioni e le divisioni della maggioranza di centrodestra e, contemporaneamente, gettando un ponte verso lo stesso centrodestra in vista dell’elezione del Consiglio di presidenza dell’Ars previsto la prossima settimana: l’elezione di due vice presidenti del Parlamento, di tre deputati questori e di cinque deputati segretari.
Dopo la votazione il segretario regionale del PD, Anthony Barbagallo, ha vergato un comunicato al vetriolo: “Tanti auguri al neo presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, il più giovane della storia del Parlamento più antico d’Europa. Ma non possiamo non notare come l’elezione di oggi è arrivata grazie al soccorso messinese mentre a Sala d’Ercole la maggioranza di centrodestra è naufragata alla prima prova d’aula. La prossima settimana nel corso delle votazioni dell’ufficio di presidenza – prosegue Barbagallo – i siciliani vedranno pure il prezzo della compravendita: la vice presidenza dell’Ars con cui la maggioranza ricambierà il favore. È una vergogna che tradisce il voto dei siciliani – conclude – che hanno votato Cateno De Luca in opposizione del centrodestra e invece da oggi lo trovano fedele alleato”. L’accusa è un po’ strana: in pratica – questo il ‘succo’ del ragionamento di Barbagallo – il gruppo di De Luca avrebbe votato per il nuovo presidente del Parlamento dell’Isola per acciuffare una delle due vice presidenze. Ma, nel gioco d’Aula, c’è anche un modo opposto di vedere la questione: la vice presidenza dell’Ars che va alle opposizioni sembrava dovesse passare tra PD e Movimento 5 Stelle: De Luca, con un abilissimo colpo di ‘fioretto’ parlamentare, ha messo una bella opzione sulla vice presidenza del Parlamento siciliano, mettendo in fuori gioco PD e grillini. Che cosa gli rimproverano? Di essere stato più abile dei rappresentanti di PD e Movimento 5 Stelle?
Il problema politico, semmai, è un altro e si riassume nella seguente domanda: come interpretare e, soprattutto, cosa attendersi dai 4 parlamentari del centrodestra che non hanno votato per Galvagno presidente? Quattro parlamentari di centrodestra dissidenti sono tanti, perché, in Aula, portano il Governo in una condizione di difficoltà: appena due voti in più delle opposizioni: 36 parlamentari di maggioranza contro 34 parlamentari di opposizione. Ricordiamo che il responso delle urne ha assegnato 40 parlamentari a sostegno del Governo di centrodestra di Schifani e 30 parlamentari all’opposizione. Se 4 parlamentari di centrodestra escono dalla maggioranza il Governo Schifani comincia ad ondeggiare; se i deputati di centrodestra che dissentono dal Governo diventano 5 il Governo Schifani non ha più una maggioranza d’Aula; se Gianfranco Miccichè – come si vocifera – darà vita a un gruppo parlamentare autonomo di 6 deputati, ebbene, il Governo Schifani sarà senza una maggioranza in Aula, in balia del gruppo di De Luca. E’ un buon inizio per il Governo Schifani e per la nuova legislatura? Tra l’altro, anche Raffaele Lombardo sembra sia un po’ infastidito da come si stanno mettendo le cose: il suo gruppo, Autonomisti e Popolari, dovrebbe prendere un assessorato, mentre la Lega e la Nuova Dc di Totò Cuffaro si ‘sciropperanno’ due assessorati a testa pur avendo avuto, in pratica, una percentuale di voti pari alla lista di Autonomisti e Popolari. La differenza è che agli Autonomisti hanno tolto un seggio nel collegio di Messina con un ricorso già annunciato. Citiamo non a caso Lombardo, che è sempre stato in ottimi rapporti con Miccichè. Cosa vogliamo dire? Che per un Governo regionale avere in Aula 5 parlamentari più Miccichè e 4 parlamentari di Lombardo a ruota libera – che magari si mettono a giocare di ‘sponda’ con il parlamentare del PD, Antonello Cracolici, altro vecchio amico e alleato di Lombardo e Miccichè – non sembra il migliore viatico per iniziare a governare la Sicilia…
Visualizza commenti