Sono tante le notizie che portano alla medesima conclusione: la Russia sta vincendo in Ucraina mentre l’inflazione sta piegando l’Occidente industrializzato, Stati Uniti d’America e Unione europea in testa. Il segnale più evidente di quanto sta accadendo, che i media occidentali hanno cercato invano di nascondere, è la visita del Cancellerie tedesco, Olaf Scholz, in Cina. A tutti è sembrata una fuga in avanti tedesca: come per i 200 miliardi di euro trovati in solitudine per salvaguardare famiglie e imprese tedesche dal caro-bollette fregandosene del resto dell’Unione europea, anche la visita-lampo di Scholz a Xi Jinping è stata ‘letta’ come il tentativo tedesco di avviare una trattativa con i cinesi. Ma c’è chi dà un’interpretazione diversa degli eventi. Stando a questa seconda interpretazione, Scholz sarebbe volato a Pachino per trattare una sorta di patto di tutta la Ue con la Cina. Perché? Come molti osservatori sanno, oggi in Africa l’influenza della Cina e degli alleati della stessa Cina – Russia in testa – è enorme. E come stiamo vedendo in questi giorni, la pressione dei migranti che arrivano dal Nord Africa a Lampedusa e in Sicilia è piuttosto forte. E’ noto che il traffico di migranti è gestito da criminali, che impongono ad ogni migrante che si imbarca in Nord Africa per arrivare in Europa, quasi sempre passando dall’Italia, il pagamento di una somma che prima della guerra in Ucraina ammontava a circa 5 mila euro. E’ difficile pensare che i cinesi, che oggi hanno una grande influenza in Africa, non giochino un ruolo – sicuramente esterno ma non certo meno importante – nel flusso di migranti verso l’Europa. Non solo. Esclusa dall’Unione europea, la Turchia, pur restando alleata dell’Occidente, oggi agisce di ‘sponda’ con Cina e Russia: e la Turchia, ormai da qualche anno, tiene bloccati sul proprio confine con l’Europa da 4 a 5 milioni di migranti. Il messaggio che Cina e Russia potrebbero aver lanciato all’Unione europea è semplice: o la smettete di inviare armi in Ucraina o noi non solo faremo aumentare a dismisura il flusso di migranti dal Nord Africa verso l’Europa come stiamo iniziando a fare in queste ore, ma faremo in modo che la Turchia di Erdogan inizi a lasciare passare i migranti fino ad oggi tenuti prigionieri al confine tra Turchia ed Europa dell’Est. Questa prospettiva terrorizza i tedeschi, che verrebbero letteralmente invasi dal grande flusso di migranti oggi bloccato dalla Turchia.
E’ questo il significato della visita di Scholz in Cina? Non lo sappiamo. Ma sappiamo che Lampedusa ormai è presa d’assalto dai migranti e sappiamo che ben quattro navi cariche di migranti stanno, in un modo o nell’altro, sbarcando in Sicilia. E sappiamo anche che gli Stati Uniti d’America non hanno preso molto bene la visita di Scholz in Cina e adesso temono un ‘raffreddamento’ dei rapporti con un’Unione europea stanca di andare avanti senza il gas russo. Di fatto, sembra che la strategia di Russia e Cina stia stringendo a tenaglia non solo l’Italia guerrafondaia dei vari Mario Draghi, Carlo Calenda, Matteo Renzi e ‘pezzi’ dello stesso nuovo Governo di Giorgia Meloni ancora attardati sul sostegno all’Ucraina di Zelenskj. Rispetto a quello che sta succedendo nel mondo, la manifestazione pro-Ucraina andate in scena in queste ore a Milano sembra fuori dal mondo. Da mesi gli occidentali cercano di fomentare una rivolta popolare in Iran utilizzando il solito schema dei diritti civili. Ma l’Iran, alleato di ferro di Cina e Russia, non sembra fino ad oggi scalfito dalle minirivolte fomentate dagli occidentali. In Brasile, con molta probabilità, per di non fare rivincere Bolsonaro, che ha schierato il suo Paese con Cina e Russia contro l’area del dollaro – con l’Argentina che piano piano si va smarcando dall’Occidente industrializzato e, soprattutto, dal Fondo monetario internazionale – gli americani si sono inventati il ritorno di Lula, che però non gode dell’appoggio popolare. Tant’è vero che dopo la vittoria risicata e molto dubbia di Lula alle elezioni di pochi giorni fa, il Brasile è nel caos e non si sa come finirà. Il dubbio di elezioni ‘taroccate’ modello vittoria di Biden su Trump alle ultime presidenziali americane è molto forte. Anche perché, nello spoglio, si è visto chiaramente che Bolsonaro era in testa in quasi tutti gli Stati e poi, alla conta finale, per magico incanto, passava in svantaggio di pochi voti rispetto a Lula. Come scrive scenarieconomici.it, milioni di brasiliani in queste ore invadono le piazze del Paese per manifestare contro Lula e contro le elezioni che non considerano regolari. Il popolo brasiliano sceso in piazza chiede nell’intervento dell’esercito. Un gran casino.
Insomma, quasi tutte le ciambelle occidentali in questi giorni vengono fuori senza ‘buco’. In Iran la rivoluzione popolare per cacciare l’attuale Governo filo cinese e filo russo non decolla. In Brasile la rivoluzione popolare potrebbe decollare, ma contro Occidente industrializzato e area del dollaro americano. In Ucraina i russi, al di là della disinformazione occidentale, proseguono come rulli compressori: hanno ormai distrutto buona parte degli impianti elettici dell’Ucraina, a cominciare da Kiev, dove stando a quanto scrive il New York Times, sarebbero iniziati i preparativi per una “evacuazione totale” dei residenti della capitale ucraina. Addirittura si parla di trasferire 3 milioni di persone mentre i russi continuano a bombardare questo Paese. Una disfatta totale, al di là dei racconti di mirabolanti avanzate dei militari ucraini. La strategia della Russia è precisa come scriviamo da oltre un mese: lasciare l’Ucraina senza corrente elettrica con l’arrivo dell’Inverno. Anche gli Stati Uniti hanno capito il disastro umanitario che si potrebbe creare tra poco meno di un mese e adesso vogliono, se non la pace, quanto meno un armistizio per non lasciare milioni di persone al freddo. In tutto questo, domani negli Stati Uniti d’America si voterà per le elezioni di metà mandato. La notizia di queste ore è che le elezioni potrebbero anche essere regolari: insomma non ci dovrebbero essere voti ‘postali’ e imbrogli vari. Ciò significa che i Democratici di Obama e Biden potrebbero prendere una pesante ‘scoppola’ sul modello della sconfitta del PD in Italia. In pratica, i Repubblicani potrebbero prendere la maggioranza del Congresso, imponendo al presidente Biden di non inviare più armi e soldi in Ucraina. Che, alla fine, è quello che chiede il vero potere economico americano che non riesce a venire a capo di un’inflazione pesante nonostante i continui aumenti dei tassi di interesse. Morale: se non finirà la guerra in Ucraina non finirà la crisi economica che oggi sta piegando l’Occidente. Concludendo, tra 48 ore, dopo che si conosceranno i risultati delle elezioni americane di metà mandato, sapremo cosa succederà in Ucraina, cosa succederà in Brasile, cosa succederà nel Nord Africa, cosa succederà al confine tra Turchia ed Europa dell’est e, quindi, cosa succederà in Europa.
Foto tratta da Il Riformista