“Potrei, egregio signore, senza rischiare d’importunarla, offrirle i miei servizi? Temo che lei non sappia farsi intendere dall’esimio gorilla che presiede ai destini di questo locale. In effetti, egli parla soltanto olandese. Se non mi autorizza a patrocinare la sua causa, non indovinerà che lei desidera del ginepro.”
“Parigi è un artifizio perfetto, una scena stupenda, popolata da quattro milioni di figurine…”
“Qualunque cosa siamo, la siamo sempre più o meno.”
“L’avidità, che in questa nostra società sostituisce l’ambizione, mi ha sempre fatto ridere.”
“Caro signore, ci salvi il cielo dall’essere collocati troppo in alto dai nostri amici!”
“E’ vero che mi trovavo a mio agio in tutto, ma nello stesso tempo non ero soddisfatto di niente. Ogni gioia mi spingeva a desiderarne un’altra.”
“Se ladri e sfruttatori di donne fossero sempre e ovunque condannati, le persone perbene si crederebbero tutte e continuamente innocenti, caro signore.”
“Lei sa che cos’è il fascino: un modo di sentirsi rispondere di si senza aver fatto chiaramente nessuna domanda.”
“Caro amico, i mariti debbono scegliere fra l’essere dimenticati, scherniti o utilizzati. Capiti, mai.”
“Siamo tutti casi eccezionali.”
“Tant’è vero che raramente ci confidiamo con chi è migliore di noi. Preferiamo schivarne la compagnia. Il più delle volte invece ci confessiamo con chi ci somiglia e condivide le nostre debolezze.”
“Visto che non si potevano condannare gli altri senza giudicare immediatamente se stessi, bisognava incolpare se stessi per aver diritto di giudicare gli altri.”
“Le rivelerò un grosso segreto, mio caro, non aspetti il giudizio universale. Avviene ogni giorno.”
Tratte da “La caduta” di Albert Camus
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