di Carmelo Raffa
Da un articolo di Leonardo Sciascia pubblicato sul Corriere della Sera del 10 gennaio 1987, dal titolo “I professionisti dell’antimafia” viene fuori che, in Sicilia, il modo migliore per fare carriera in politica e in magistratura è dichiararsi antimafioso, usare l’ “antimafia come strumento di potere”, come mezzo per diventare potenti ed intoccabili. Certamente molti magistrati onesti si risentivano giustamente da quanto scritto dal grande intellettuale siciliano ma da allora da oggi abbiamo dovuto constatare che ciò che scriveva Leonardo Sciascia si è verificato. Infatti qualche magistrato è finito sotto processo, come nel caso della dottoressa Silvana Saguto, mentre alcuni politici hanno cavalcato l’antimafia come, ad esempio, Rosario Crocetta e Beppe Lumia. Purtroppo per loro quando si diventa professionisti di qualcosa si deve stare attenti e non cadere in qualche trappola, come è accaduto all’ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, che si era avvicinato troppo alle stanze del potere per poi finire sotto processo e condannato.
Esiste un’antimafia onesta e per bene portata avanti da magistrati che rischiano quotidianamente la propria vita e poi c’è l’antimafia ‘gridata’ da coloro che invece vogliono lucrare, usandola, fette di potere. Finita l’era Crocetta-Lumia notiamo che nel paese glorioso di Tortorici, sui Nebrodi, si è gridato troppo alla mafia e ai mafiosi col risultato che il Comune è stato sciolto e commissariato per mafia. I recenti processi hanno sancito condanne severe nei confronti di persone che, secondo i giudici, avevano lucrato a danno della cosa pubblica. Gli interessati faranno appello e per quanto ci riguarda saremo sempre fiduciosi nell’operato della magistratura. Constatiamo che dalle recenti sentenze è stato escluso il reato mafioso e quindi anche se i giudici amministrativi hanno convalidato la giustezza del commissariamento del Comune di Tortorici riteniamo che ciò sia un po’ iniquo. Ci corre l’obbligo, a questo punto, di lanciare un appello a tortoriciani che hanno abusato nell’accusare gli avversari di essere mafiosi di cambiare i toni e, facendosi l’esame di coscienza e guardandosi allo specchio, dichiarino di essere gli ultimi giapponesi della seconda guerra mondiale che, a guerra finita, cercavano ancora i loro nemici. A Tortorici, in particolare, c’è un ultimo giapponese e tutti sanno chi è! Tortorici ha bisogno di una guida stabile e sicura e di persone oneste e di alta moralità. Per questi motivi riteniamo che la cosa giusta per i tortoriciani sia quella di dare fiducia a Maurilio Foti, persona che ha già amministrato il Comune e ha dato prova di attaccamento al paese e a tutti i cittadini che lo abitano.
Foto tratta da L’Opinione della Sicilia