Non c’è soltanto la retorica – sempre più fastidiosa – pro-Ucraina. C’è anche chi prova a ragionare con la propria testa ribadendo che la partecipazione dell’Unione europea alla guerra in Ucraina è pura follia. Perché la pace non si potrà mai ottenere fornendo armi e soldi al presidente ucraino Zelensky. Così facendo si alimenta la guerra e la crisi economica in Europa. L’inflazione che in Italia ha ormai superato ‘ufficialmente’ il 12% è il segnale che l’Unione europea sta sbagliando tutto. la parola ‘ufficialmente’, dal nostro punto di vista, significa che l’inflazione in alcuni Paesi della Ue è ormai da tempo superiore a quello che cercano di farci credere disinformando. Se oggi ammettono che ha superato il 12% è perché non ne possono fare a meno, perché nei supermercati ci sono prodotti i cui prezzi sono aumentati del 20%! In questo scenario oggi, in tante città d’Italia, si sono svolte – e sono in corso di svolgimento – manifestazioni per dire No
La storia è questa. E coloro i quali, oggi, parlano dell’Ucraina di Zelensky come un Paese sovrano mentono sapendo di mentire! Perché Zelensky è espressione dei filo-occidentali, capeggiati dagli Stati Uniti, che nel 2014 – loro sì – hanno eliminato un Governo sovrano di un Paese sovrano consentendo agli Stati Uniti di entrare in Ucraina. Il tutto – ribadiamo – con un colpo di Stato! Il progetto degli americani era quello di iniziare la guerra con la Russia nel 2016, subito dopo le elezioni presidenziali che avrebbero dovuto vedere vincitori gli storici guerrafondai americani, dal Vietnam fino ai nostri giorni: i Democratici americani che di democratico
Dice Giuseppe Provenzale, tra i protagonisti della manifestazione di stamattina a Palermo, davanti la sede del Consolato che si trova a Mondello: “Ormai viviamo in un mondo privo di logica. Hanno trascinato l’Europa in una guerra senza senso. Creando una crisi economica spaventosa. Tutto questo affermando il contrario rispetto alla realtà. Per questo, oggi, è importante che gli italiani comincino a svegliarsi cominciando a dire no alla guerra e no alle sanzioni alla Russia. Noi, oggi, siamo qui per manifestare solidarietà alla Russia”. Provenzale – che fa parte del direttivo nazionale di Italia Libera, associazione fondata dall’avvocato Carlo Taormina – ci dice he a Roma verrà celebrata una conferenza stampa. L’obiettivo, insomma, è quello di cominciare a raccontare come stanno veramente le cose. In questo non possiamo non segnalare il fallimento – che è culturale prima che politico – della politica italiana che inneggia alla NATO, agli Stati Uniti e all’Ucraina: soprattutto a certa frange dell’Ucraina che – come già ricordato – dal 2014 ad oggi ne hanno combinate di tutti i colori contro le popolazioni filorusse di questo Paese. E se va detto che il nuovo Governo italiano di Giorgia Meloni sta cominciando a mettere dei paletti rispetto al regime asfissiante e e per certi versi anche antidemocratico creato dagli ultimi due Governi italiani, va anche segnalato l’appiattimento dello stesso Governo Meloni sulla NATO e sulle ragioni sbagliate dei guerrafondai americani. Ci rifiutiamo di credere che Giorgia Meloni non sappia che nel Dicembre dello scorso anno l’Unione europea filava d’amore e d’accordo con Russia e Cina nel tentativo – folle in pieno scontro tra area del dollaro e Cina – di stabilizzare l’euro spese del dollaro americano. Quando abbiamo raccontato questa storia, il 25 Febbraio di quest’anno, abbiamo titolato l’articolo presagendo problemi: “Se la Russia bloccherà il flusso di gas verso l’Europa migliaia di fabbriche chiuderanno i battenti“. Che è quello che si sta verificando. E oggi? Ben vengano le manifestazioni di solidarietà alla Russia di Putin. Noi ci auguriamo che Berlusconi – storico amico di Putin – riesca a mediare tra Unione europea e Russia per ritrovare la pace. Berlusconi ha tanti difetti: la passione per le donne (che alla fine non è una cosa negativa, magari evitando scivoloni tipo nipote di Mubarak) e le amicizie pericolose: ma è una persona di buon senso e conosce benissimo i meccanismi economici. E’ l’unico, nell’attuale ‘bordello’ politico, in grado di trovare una via di dialogo con la Russia in accordo con gli Stati Uniti.