Guerra Russia Ucraina

Putin è stato chiaro: se l’Occidente non eliminerà le sanzioni alla Russia si bloccherà l’export di grano dell’Ucraina. Zelensky non lo sa?

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  • Il presidente dell’Ucraina, Zelensky, le cose dovrebbe raccontarle per intero e non soltanto la metà che conviene a lui
  • Il corridoio umanitario nel Mar Nero resterà aperto solo se l’Occidente – Unione europea in testa – ritirerà le sanzioni contro la Russia
  • Su una cosa Zelensky ha ragione: la crisi alimentare di alcuni Paesi africani che rimarrebbero senza grano scatenerebbe un’ondata di migranti spaventosa verso l’Europa. O meglio, verso l’Italia, perché i Paesi della Ue che si affacciano nel Mediterraneo i migranti li respingono 

Il presidente dell’Ucraina, Zelensky, le cose dovrebbe raccontarle per intero e non soltanto la metà che conviene a lui

 

In queste ore il presidente dell’Ucraina, Zelensky, lamenta che la Russia sta rallentando, se non bloccando, le navi cariche di grano e di altri prodotti agricoli ucraini. Di scena il corridoio umanitario nel Mar Nero La Russia, frutto della mediazione dell’ONU e della Turchia. Grazie a questa mediazione cereali e altri prodotti agricoli dell’Ucraina vengono esportati nonostante la guerra in corso tra Russia e l’Occidente che occupa l’Ucraina che si fa rappresentare da Zelenky. Adesso, a quanto pare, l’accordo per il corridoio umanitario traballa. Zelenky si fa scudo on il cosiddetto Terzo Mondo, dicendo che la Russia impedisce all’Ucraina di esportare grano e altri prodotti agricoli nei Paesi dell’Africa e dell’Asia. Dice il presidente dell’Ucraina che la Russia, in queste ore, tiene bloccate 150 navi cariche di prodotti agricoli. Zelensky è molto furbo e usa bene l’apparato mediatico occidentale, dicendo che il blocco delle navi cariche di prodotti agricoli ucraini penalizza Algeria, Bangladesh, Cina, Egitto, Indonesia, Iraq, Libano, Marocco e Tunisia. E aggiunge che il blocco farà aumentare i migranti e le carestie.

Il corridoio umanitario nel Mar Nero resterà aperto solo se l’Occidente – Unione europea in testa – ritirerà le sanzioni contro la Russia

 

Come quasi sempre capita a Zelensky e all’Occidente che lo appoggia assistiamo al trionfo della disinformazione. Intanto Cina, Iraq e Indonesia, per sopravvivere, non hanno bisogno del grano e degli olio vegetali dell’Ucraina. Il discorso potrebbe riguardare, semmai, i Paesi del Nord Africa, ma è un falso problema. Perché mentre l’Ucraina, quest’anno, ha di fatto dimezzato la propria produzione agricola, la Russia – che è il primo produttore di grano del mondo – ha registrato una produzione di grano da record e può riempire di grano mezzo mondo. Quello che Zelenky e l’Occidente che lo appoggia non dicono è che, già da qualche settimana, il presidente della Russia, Putin, ha avvertito l’ONU che il corridoio umanitario nel Mar Nero resterà aperto solo se lo stesso Occidente – Unione europea in testaridurrà drasticamente le sanzioni che impediscono ai prodotti agricoli russi e ai fertilizzanti russi di circolare liberamente. Ci sembra molto improbabile che l’ONU e il Governo della Turchia non abbiano fatto conoscere all’Occidente e all’Unione europea la richiesta – precisa – della Russia per mantenere aperto il corridoio umanitario nel Mar Nero. Solo che Occidente e Unione europea hanno fatto finta di non capire. Così Putin non ha ancora bloccato le navi ucraine cariche di prodotti agricoli, ma sta solo ritardando la partenza di tali navi. E’ chiaro che se Occidente e Unione europea, a partire dalla prossima settimana, non allenteranno le sanzioni contro la Russia, Zelensky con il grano del suo Paese bloccato nelle navi potrà fare la cuccìa (dolce tipico siciliano a base di grano bollito e derivati del latte). Nel senso che, già dalla prossima settimana, la Russia di Putin potrebbe decidere di chiudere il corridoio umanitario del Mar Nero.

Su una cosa Zelensky ha ragione: la crisi alimentare di alcuni Paesi africani che rimarrebbero senza grano scatenerebbe un’ondata di migranti spaventosa verso l’Europa. O meglio, verso l’Italia, perché i Paesi della Ue che si affacciano nel Mediterraneo i migranti li respingono 

 

Per la cronaca, la richiesta della Russia ha poco di economico e molto di politico. Ricordiamo che, fino a qualche settimana fa, i russi hanno gestito il conflitto provando a risparmiare le infrastrutture ucraine e la popolazione ucraina. Da qualche settimana tante infrastrutture ucraine stanno cadendo, una dopo l’altra, tant’è vero che molte zone di questo Paese sono senza corrente elettrica. Lo stesso discorso vale per l’Europa. Fino ad oggi la Russia, pur tra mille difficoltà, ha esportato grano e altri prodotti agricoli in Africa. Ma adesso – e qui ha ragione Zelensky – alcuni Paesi africani potrebbero restare senza grano: cosa, questa, che provocherebbe un aumento considerevole di migranti verso l’Europa, cioè verso l’Italia, visto che Spagna, Francia, Grecia e Malta respingono sistematicamente i migranti che arrivano dal mare. Forse la neo presidente del Consiglio dei Ministri italiana, Giorgia Meloni, atlantista e europeista, farebbe bene a meditare su quanto potrebbe accadere non tra qualche anno, ma nelle prossime settimane. Il rischio è quello di vedere arrivare in Italia ondate di migranti pari a dieci, venti, trenta, cento volte quelle conosciute fino ad oggi. Sarebbe un paradosso vedere l’Italia governata da Giorgia Meloni e Matteo Salvini invasa dai migranti! Quanto a Zelensky che si straccia le vesti perché non riesce a esportare il grano ucraino in Africa, ricordiamo che nei primi due mesi di corridoio umanitario non un kilogrammo di grano ucraino è arrivato in Africa e in Medio Oriente. Per circa due mesi l’Ucraina ha esportato il proprio grano e il proprio olio di girasole in Europa. Con molta probabilità, è grazie al grano ucraino che l’Unione europea ha calmierato i prezzi del grano in Europa, per la gioia degli industriali. All’inizio, ovviamente, Ucraina e Unione europea hanno smentito, ma poi sono state sputtanate dai fatti. Tanto che il Governo dell’Ucraina, a denti stretti, ha dovuto ammettere che un terzo delle proprie esportazioni sono finite nell’Unione europea! In realtà, grano e altri prodotti agricoli ucraini finiti in Europa sono stati, per quasi due mesi, molto di più di un terzo delle esportazioni ucraine!

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