- Crolla il prezzo del gas. Oggi costa due terzi in meno rispetto al 26 Agosto. La dimostrazione che l’aumento del prezzo è stata in buona parte una speculazione
- Il paradosso: è la ‘frenata’ dell’economia mondiale (leggere recessione) che sta provocando una riduzione del prezzo del gas
- Germania e Olanda contrarie al tetto sul prezzo del gas. Indovinate perché?
- Tredici navi metaniere (quasi tutte americane) ferme al largo della Spagna per mancanza di rigassificatori. Non è che per vendere il Gpl si distruggono i gasdotti?
Crolla il prezzo del gas. Oggi costa due terzi in meno rispetto al 26 Agosto. La dimostrazione che l’aumento del prezzo è stata in buona parte una speculazione
Crolla il prezzo del gas. Ieri, 18 Ottobre, i prezzi del gas sul Ttf sono scesi a 120 euro/MWh. In pratica, sono tornati ai valori di 4 mesi fa, una riduzione secca di due terzi rispetto al picco a 350 dello scorso 26 Agosto. La caduta così ‘pesante’ del prezzo ci dice, in primo luogo, che i prezzi all’insù del gas sono stati, in buona parte, frutto di una speculazione. Coscienti di aver scatenato un ‘gran bordello’ in tutta l’Unione europea, i responsabili della speculazione hanno deciso di fare precipitosamente marcia indietro. Ma ormai il danno è fatto, anche perché – da quello che si capisce – non ci sarà una riduzione sensibile nelle bollette di luce e gas. La riduzione ci sarà e si dovrebbe cominciare, tra qualche mese, con bollette inferiori del 20%. Se poi il prezzo rimarrà basso le bollette dovrebbero cominciare a decrescere, se invece aumenterà le bollette cresceranno. Morale: il problema rimane, anche se in prospettiva le cose potrebbero migliorare. Ma tutto dipende da chi manovra e manipola il mercato. E non è difficile capire chi sono gli speculatori. In queste ore la Commissione europea ha pubblicato una proposta per consentire alle aziende di acquistare in gruppo il gas naturale. Si tratta di una misura temporanea per limitare il prezzo del gas. In realtà, l’obiettivo era un tetto sul prezzo del gas. Ma la Germania e i Paesi Bassi si oppongono fermamente. Ed è anche logico, visto che sono i due Paesi che con la crisi del gas sono andati a nozze…
Il paradosso: è la ‘frenata’ dell’economia mondiale (leggere recessione) che sta provocando una riduzione del prezzo del gas
Il quotidiano scenarieconomici.it riporta un passo del Wall Street Journal nel quale si enunciano le tre condizioni richieste per un eventuale tetto del gas nell’Unione europea: 1) la garanzia che i flussi di gas tra i Paesi dell’UE non vengano interrotti; 2) che il consumo di gas all’interno dell’UE non cresca a causa del tetto ai prezzi; 3) che i mercati dei derivati continuino a funzionare efficacemente, perché sennò troppi ci perderebbero finanziariamente… Insomma, il tetto al prezzo del gas molto difficilmente vedrà la luce. Così a comandare sarà sempre il mercato con le sua oscillazioni. O meglio, a comandare sarà chi riesce a ‘governare’ le oscillazioni. Già, le oscillazioni. Legate, appunto, a una serie di variabili. La prima variabile è l’andamento dell’economia. Un dato salta subito agli occhi: il mondo è già in recessione. Una ‘frenata’ dell’economia provocata dalla lotta all’inflazione, con la FED – la Banca Centrale degli Stati Uniti d’America – che guida l’aumento dei tassi d’interesse. Ovviamente, se l’economia rallenta, rallentano i consumi di gas. Poi ci sono gli stoccaggi di gas completati che hanno calmierato i mercati. Quindi il gas algerino che ha sostituito in parte il gas russo (che in parte continua ad arrivare in Italia dall’Austria: il perché lo approfondiremo in un altro articolo). Un altro fattore che va considerato è la fine delle alte temperature estive che hanno fatto spegnere i condizionatori. Da considerare, anche, che molte aziende, causa bollette stratosferiche, hanno chiuso i battenti mentre altre aziende hanno ridotto la capacità produttiva per consumare meno gas: anche questi due fattori hanno contribuito a ridurre la domanda di gas facendo abbassare il prezzo.
Germania e Olanda contrarie al tetto sul prezzo del gas. Indovinate perché?
Va da sé che senza un fattore di stabilizzazione le oscillazioni dei prezzi non verranno eliminate. Un esempio: sta per arrivare l’Inverno e, soprattutto nel Centro Nord Italia, ripartiranno i condizionatori per riscaldare gli ambienti: e questo farà ripartire i consumi di gas. E, sempre a proposito dei consumi, non può essere considerato positivo il fatto che tante aziende abbiano ridotto la capacità produttiva per consumare meno gas, per non parlare delle aziende che si sono fermate. Insomma, il mercato libero – peraltro con oscillazioni provocate da chi guadagna speculando – non può funzionare. Può andare bene per Germania e Olanda, che infatti non vogliono il tetto sul prezzo del gas, ma non va bene per il resto dell’Unione europea. E questo dovrebbe fare riflettere chi si ostina a difendere un certo ‘europeismo’ intriso di speculatori. Parlano i fatti: speculazioni sul gas, speculazioni sui vaccini anti-Covid acquistati dall’Unione europea con interventi della Corte dei Conti europea e, adesso, anche della Magistratura penale europea. Ce n’è abbastanza per mandare a casa – subito – l’attuale presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. O è chiedere troppo?
Tredici navi metaniere (quasi tutte americane) ferme al largo della Spagna per mancanza di rigassificatori. Non è che per vendere il Gpl si distruggono i gasdotti?
C’è anche un’altra notizia. Dopo le esplosioni che hanno danneggiato i gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 è aumentato l’arrivo in Europa di navi metaniere quasi tutte di provenienza statunitense. Una casualità? Le navi metaniere, per la cronaca, sono le navi che trasportano il gas sotto forma liquida (Gpl). Nel report di ieri dell’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi, leggiamo che ci sono delle navi metaniere al largo della Spagna che non riescono a scaricare il gas. Motivo: mancano i rigassificatori, che sono gli impianti che trasformano il gas da liquido in gassoso. Gli Stati Uniti, è noto, approfittando dell’interruzione del flusso di gas russo in Europa, stanno guadagnando una barca di soldi vendendo gas liquido all’Europa. In questo momento gli impianti spagnoli di rigassificazione stanno funzionando al massimo delle capacità, ma non bastano a smaltire il gas delle navi metaniere. Ci sono, infatti, trentacinque navi metaniere in attesa di scaricare nei porti europei che attualmente si trovano al largo della Spagna. A quanto pare, se la condizione dovesse protrarsi, le navi potrebbero decidere di scaricare altrove il gas liquido per evitare un aggravio dei costi legati degli stalli. Questa settimana la Spagna è riuscita ad offrire solo sei slot ai suoi terminali di rigassificazione, ovvero meno di un quinto del numero di navi in coda al largo delle sue coste. La Spagna ha sei terminal in totale. Se il prezzo del gas in Europa – che continua ad essere governato dal mercato (e dagli speculatori) – dovesse tornare a salire sarebbe una bella fregatura.
Foto tratta da Zazoom
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