Si può non essere d’accordo con le analisi di politica estera e di economia di Federico Dezzani, ma bisogna riconoscere che son interessanti e suggestive. La sua descrizione dello stato dell’arte nella guerra in Ucraina – con il centenario Henry Kissinger presentato come la grande eminenza grigia del conflitto tra i russi e il mondo anglosassone, con il presidente della Russia, Vladimir Putin, descritto come “allievo di Kissinger” merita sicuramente di essere letta. Dezzani definisce “maldestra” la gestione della guerra in Ucraina da parte della Russia. E elenca i successi ‘incassati’ dagli anglosassoni, ovvero Stati Uniti d’America e Gran Bretagna. A suo avviso gli anglosassoni hanno:
“portato l’intera Penisola Scandinava nella NATO, compresi i Paesi prima neutrali (Svezia e Finlandia);
ottenuto l’accesso de facto dell’Ucraina alla NATO, che sta ricevendo armamenti sempre più moderni e sofisticati dall’Occidente;
trascinato l’Unione Europea verso una nuova crisi energetica/finanziaria;
distrutto i gasdotti tra Russia e Germania (Nord Stream 1 e Nord Stream 2 ndr), colpendo al cuore il sistema industriale tedesco;
riconquistato competitività industriale e incassato lauti guadagni dalla vendita di gas liquefatto (per quanto riguarda gli USA, meno l’Inghilterra);
distrutto il nocciolo delle forze armate russe e “sistemato le cose” sul fronte occidentale in vista del confronto con la Cina”.
Secondo Dezzani, si profila un negoziato tra Russia e mondo anglosassone. Con la Russia di Putin alla quale “riconosciuto il controllo sostanziale (ma non formale) del ponte terrestre che unisce la Russia alla Crimea e, quindi, del Mar di Azov gravitante attorno alla città di Mariupol. Una conclusione “onorevole” che permetterebbe all’allievo di Henry Kissinger di rimanere saldamente al potere, in vista del prossimo conflitto tra anglosassoni e cinesi”. Questo possibile accordi penalizzerà l’Unione europea, Germania e Italia in testa. A noi la tesi di Dezzani sembra convincente, perché l’Unione europea, oggi, è diventata inaffidabile sia per gli Stati Uniti d’America, sia per la grande alleata della Russia, la Cina. Dezzani scrive – e questa è una tesi originale – che la Russia sarebbe stata utilizzate dagli Stati Uniti per colpire la “Germania, “secondo lo stesso schema del 1914 e 1941”. Dezzani paragona la guerra che oggi va in scena in Ucraina alla guerra del Kippur del 1973. Kissinger era il segretario di Stato dell’allora presidente Usa, Richard Nixon. Allora “manovrando il presidente egiziano Anwar Sadat, gli anglosassoni riuscirono allora ad innescare il primo choc energetico, tarpando le ali all’industria italiana, tedesca e giapponese e lanciando il sistema dei ‘petro-dollari’ che funziona tuttora tra monarchia arabe, City e Wall Street”. Oggi, sempre secondo Dezzani, “manovrando il presidente russo Vladimir Putin, il quasi centenario Henry Kissinger ha ripetuto lo stesso schema, affossando l’industria europea, rilanciando quella americana, minando alle fondamenta l’euro (precipitato ai minimi degli ultimi 20 anni) e ridando ossigeno al dollaro in affanno”.
Qui di seguito per esteso l’articolo di Federico Dezzani:
Segnali d’intesa russo-anglosassone
Foto tratta da Il Riformista
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