Se i fondi Pnrr in Sicilia fanno la fine descritta da ‘Le Iene’ è meglio che tali soldi vadano alle Regioni del Nord/ MATTINALE 813

14 ottobre 2022
  • Noi fino ad oggi abbiamo difeso il Sud e la Sicilia nella battaglia per la ripartizione dei fondi Pnrr. Oggi dobbiamo ammettere amaramente che è più corretto che i fondi Pnrr destinati alla Sicilia vengano assegnati alle Regioni del Nord Italia
  • Già lo scorso anno il Sifus Confali ha segnalato, ‘carte0 alla mano, le insufficienze della Regione siciliana nella gestione dei fondi Pnrr
  • Il servizio de Le Iene che lascia basiti
  • Utilizzare in modo clientelare i fondi del Pnrr significa rafforzare l’attuale sistema di potere della vecchia politica siciliana che vive e prospera nel sottosviluppo culturale prima che economico

Noi fino ad oggi abbiamo difeso il Sud e la Sicilia nella battaglia per la ripartizione dei fondi Pnrr. Oggi dobbiamo ammettere amaramente che è più corretto che i fondi Pnrr destinati alla Sicilia vengano assegnati alle Regioni del Nord Italia

Oggi dedichiamo il nostro MATTINALE a un ottimo servizio de Le Iene che affronta un tema spinoso: la spesa dei fondi del Pnrr in Sicilia. Si tratta, com’è a tutti noto, dei fondi messi a disposizione dall’Unione europea – poco più di 193 miliardi di euro – per fronteggiare i danni economici provocati dalla pandemia. Metà di queste risorse finanziarie sono a fondo perduto, l’altra metà è un prestito che andrà restituito. I Nuovi Vespri hanno più volte affrontato questo argomento. Insieme con altri gruppi d’ispirazione meridionalista abbiamo condotto una battaglia politica e culturale in primo luogo per fare chiarezza sul Pnrr. l’Italia è il Paese che, forse, ha ricevuto più fondi non perché sono stati bravi i politici italiani, come la retorica ha cercato di far credere, ma perché in Italia c’è una parte del Paese – il Mezzogiorno – che presenta un deficit di infrastrutture rispetto al Nord Italia e perché, nonostante i fondi strutturali europei stanziati a partire dal 2000 (anche se in realtà la spesa dei fondi europei è iniziata nei primi anni ’90 del secolo passato), il reddito medio delle famiglie, nel Sud e in Sicilia, è inferiore alla media europea. E’ questo il motivo per il quale l’Unione europea ha stanziato per l’Italia poco più di 190 miliardi di euro. A rigor di logica, il 67% di questi fondi dovrebbe essere impiegato nel Sud e in Sicilia e il 33% nelle Regioni del Nord Italia. Invece prima il Governo di Giuseppe Conte 2 e poi il Governo di Mario Draghi hanno deciso che il 60% di questi fondi andrà alle Regioni del Nord Italia e il 40% a Sud e Sicilia. In realtà, non è così, perché una parte di questi fondi – la maggior parte – vengono messi a bando, e siccome le amministrazioni pubbliche di Sud e Sicilia non hanno il personale in grado di capire come funzionano i bandi, è molto probabile che a Sud e Sicilia arrivi, sì e no, il 20% dei fondi del Pnrr.

Già lo scorso anno il Sifus Confali ha segnalato, ‘carte0 alla mano, le insufficienze della Regione siciliana nella gestione dei fondi Pnrr

Già la Sicilia, lo scorso anno, per carenze amministrative, ha perso i primi 400 milioni di euro di fondi Pnrr finiti alle Regioni del Nord Italia. Questi 400 milioni di euro avrebbero dovuto essere utilizzati per migliorare l’irrigazione in Sicilia: insomma, erano fondi che avrebbero dovuto essere spesi a sostegno delle aziende agricole della nostra Isola. Ebbene, i progetti sono stati ‘bocciati’ per errori in alcuni casi madornali. Il Governo regionale di Nello Musumeci ha cercato di giustificarsi, ma il sindacato Sifus Confali, ‘carte’ alla mano, ha dimostrato che nei 31 progetti irrigui persi dalla Sicilia ci sono responsabilità della Regione e dei Consorzi di Bonifica (questi ultimi, sotto il profilo amministrativo, dipendono dalla regione e, segnatamente, dall’assessorato regionale all’Agricoltura). Per fronteggiare questa carenza di personale specializzato è stato deciso che le amministrazioni pubbliche di Sud e Sicilia potranno avvalersi di professionalità esterne per mettere a punto progetti validi e per gestire appalti e lavori.

Il servizio de Le Iene che lascia basiti

Qui entra in scena il servizio de Le Iene. Nel servizio – che potere vedere a ascoltare qui – si parla di come in Sicilia viene reperito il personale specializzato che dovrebbe dare supporto tecnico alle amministrazioni pubbliche della nostra Isola. Vi consigliamo di seguire questo servizio che come l’Amministrazione regionale siciliana – noi ci auguriamo solo in alcuni casi – stia reperendo questo personale. I soggetti che partecipano a questo particolare concorso vengono esaminati da remoto, cioè on line. C’è una commissione esaminatrice presieduta da un dirigente generale della Regione siciliana. Le domande che vengono poste ai candidati non sono difficili: però ci sono candidati che non sanno rispondere. Clamoroso il caso di un candidato che non conosce il mondo degli appalti. Con il presidente della Commissione che invita lo stesso candidato ad approfondire le tematiche legate agli appalti. A questo punto una persona mediamente intelligente pensa: ma un tecnico esterno all’amministrazione regionale che dovrebbe aiutare la stessa Regione a spendere con celerità i fondi del Pnrr – fondi che in buona parte debbono essere utilizzati con il ricorso agli appalti – come fa a non conoscere i temi legati agli stessi appalti? I lettori si chiederanno: ma com’è possibile che Le Iene siano venute in possesso dei video che riprendono i dialoghi tra la commissione esaminatrice e i candidati ad occupare posti a retribuzione elevata (parliamo infatti di ‘tecnici’ che vengono retribuiti con decine di migliaia di euro!)?

Utilizzare in modo clientelare i fondi del Pnrr significa rafforzare l’attuale sistema di potere della vecchia politica siciliana che vive e prospera nel sottosviluppo culturale prima che economico

La risposta è semplice: un candidato, che ha risposto a tutte le domande ma è stato ‘bocciato’ si è rivolto a due legali – gli avvocati Nadia Spallitta e Pietro Vizzini – e ha presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Sicilia. Siccome queste particolare prove di esami, come già ricordato, sono avvenute da remoto, cioè on line, la legge prevede che i video degli esami vengano conservati. Da qui il servizio de Le Iene che fa rabbrividire. Noi non vogliamo esprimere giudizi su come la Regione siciliana – nel caso in oggetto l’assessorato regionale alle Infrastrutture gestito da Forza Italia – stia gestendo le modalità di reperimento di questo personale ‘altamente specializzato’. I nostri lettori – ribadiamo – è bene che si facciano loro un’idea di come stanno le cose seguendo il servizio del Le Iene. Una cosa, però, la vogliamo dire: se questa è la modalità di reperimento del ‘personale specializzato’ messo in campo dalla Regione siciliana, ebbene, è molto più serio che i fondi del Pnrr destinati alla Sicilia vengano utilizzati dalle Regioni del Nord Italia. Quando nei mesi scorsi autorevoli politici del Nord Italia – per la precisione di Lombardia, veneto ed Emilia Romagna – hanno affermato che la priorità, nella spesa dei fondi Pnrr, va data alle Regioni del Nord, noi abbiamo criticato questa presa di posizione. Ebbene, se i fondi del Pnrr, in Sicilia, vengono utilizzati con i criteri allucinanti illustrati nel servizio de Le Iene, è molto più serio che queste risorse finanziarie vengano utilizzate nelle Regioni del Nord Italia. Quanto scriviamo può sembrare assurdo, ma è a tutela della Sicilia. Utilizzare in modo clientelare i fondi del Pnrr – perché questo viene fuori dal servizio de Le Iene: le scelte clientelari al posto del merito – significa rafforzare l’attuale sistema di potere della vecchia politica siciliana che vive e prospera nel sottosviluppo culturale prima che economico. Da un lato abbiamo la vecchia politica siciliana gestita dai partiti politici nazionali che organizza queste vergogne; dall’altro lato abbiamo le Regioni del Nord Italia – gestite sempre dai partiti politici nazionali – che cercano di prendersi anche i fondi del Pnrr destinati a Sud e Sicilia. Per ciò che riguarda la nostra Isola noi ci auguriamo che abbiano la meglio le Regioni del Nord, per togliere alla mala e vecchia politica siciliana risorse per continuare a prosperare.

P.s.

Forse il presidente della Regione siciliana uscente, Nello Musumeci, e l’assessore regionale alle Infrastrutture uscente, marco Falcone, debbono delle spiegazioni. O no?   

Foto tratta da Irpinia News 

 

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