Cinque giorni prima del voto per l’elezione del presidente della Regione siciliana e del nuovo Parlamento della nostra Isola, ovvero il 20 Settembre scorso, il Governo regionale uscente dimissionario di Nello Musumeci, nel quadro del progetto per la realizzazione del Centro direzionale della Regione siciliana, ha approvato una delibera di Giunta con la quale ha acquistato un immobile che negli anni passati la stessa Regione aveva venduto (peraltro con roventi polemiche), lasciando comunque lì gli uffici decidendo di pagare l’affitto per l’immobile venduto: ‘pirandellismi’ della Regione siciliana. Ma queste non sono le uniche due stranezze. Ce n’è una terza che, forse, trattandosi di una pubblica amministrazione, ci sembra la più importante: nella delibera non c’è traccia della somma spesa dall’amministrazione regionale per l’acquisto dell’immobile. Non si tratta di un particolare di poco conto. In primo luogo perché, considerato che si tratta di una pubblica amministrazione che acquista un bene con il denaro pubblico, sarebbe normale – leggere buona creanza – far conoscere ai cittadini a quanto ammonta la spesa sostenuta. In secondo luogo – e questa forse è la cosa più importante – si tratta, come già ricordato, di un immobile che era di proprietà dell’amministrazione regionale che è stato venduto: sarebbe interessante conoscere il prezzo dell’acquisto per raffrontarlo con il prezzo di vendita dello stesso immobile, per capire se la Regione, in questo gioco di vendita-affitto-acquisto ha guadagnato o ha perso. E’ chiedere troppo?
Deliberazione n. 524 del 20 settembre 2022.
“Centro direzionale della Regione Siciliana ex art. 1 della legge regionale 19 luglio 2019, n. 13 – Determinazioni”.
La Giunta Regionale
VISTO lo Statuto della Regione;
VISTE le leggi regionali 29 dicembre 1962, n. 28 e 10 aprile 1978, n. 2;
VISTA la legge regionale 16 dicembre 2008, n. 19 e ss.mm. e ii.;
VISTO il D.P.Reg. 5 aprile 2022, n. 9 concernente: “Regolamento di attuazione del Titolo II della legge regionale 16 dicembre 2008, n. 19. Rimodulazione degli assetti organizzativi dei Dipartimenti regionali ai sensi dell’articolo 13, comma 3, della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3”;
VISTO il proprio Regolamento interno, approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 82 del 10 marzo 2020;
VISTO l’art.1 della legge regionale 19 luglio 2019, n.13 e ss.mm. e ii.;
VISTO l’art.14, commi 3,4 e 5 della legge regionale 25 maggio 2022, n.13;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale n. 196 del 15 maggio 2018: “Iter progettuale per la realizzazione del Centro Direzionale Regionale”;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale n. 390 dell’1 novembre 2019: “Centro direzionale della Regione Siciliana, ex art. 1 della legge regionale 19 luglio 2019, n. 13”;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale n. 235 dell’11 giugno 2020: “Centro direzionale della Regione Siciliana, ex art. 1 della legge regionale 19 luglio 2019, n. 13 – Disposizioni attuative – Approvazione”;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale n. 282 del 1 luglio 2020:“Concorso di progettazione, a procedura aperta a due gradi, per la realizzazione del nuovo Centro direzionale della Regione Siciliana – Presa d’atto”;
CONSIDERATO che, nel corso della seduta odierna, l’Assessore regionale per Documento firmato digitalmente ai sensi del D. Lgs. n. 82/2005 s.m.i. e norme collegate e sostituisce il documento cartaceo e la firma autografa pag. 1 di 2 Repubblica Italiana l‘economia, rappresenta che, con le citate deliberazioni n.196/2018 e n.390/2019, sono state avviate le iniziative per attuare la volontà del Governo regionale di dotare la Sicilia di un Centro direzionale che possa accogliere tutti gli uffici centrali e periferici dell’Amministrazione regionale ubicati a Palermo, mettendo in atto i preliminari adempimenti relativi alle procedure di attuazione del progetto definitivo del suddetto Centro per il quale, ai sensi del richiamato art.14, comma 3, della l.r. n.13/2022, l’Assessorato regionale dell’Economia è autorizzato all’acquisto del compendio immobiliare sito a Palermo in via Ugo La Malfa 169;
UDITA la discussione, nel corso della seduta odierna, la Giunta, nel confermare la volontà di realizzare il progetto del Centro direzionale in parola, reputa opportuno rimettere la definizione di tutti gli aspetti procedurali volti alla realizzazione del medesimo, compresa l’autorizzazione all’acquisto del compendio immobiliare sito a Palermo in via Ugo la Malfa 169, alle determinazioni del nuovo Governo regionale di prossimo insediamento (in questo passaggio non sarebbe stato opportuno aggiungere considerato che si tratta di un immobile già di proprietà della Regione siciliana che la stessa regione siciliana negli anni passati ha venduto? e non sarebbe stato giusto far conoscere al nuovo presidente il prezzo di acquisto dell’immobile? ndr).
RITENUTO di confermare la volontà di realizzare il progetto del Centro direzionale della Regione Siciliana, ex art. 1 della legge regionale 19 luglio 2019, n. 13, rimettendo la definizione di tutti gli aspetti procedurali, volti alla realizzazione del predetto Centro, alle determinazioni del nuovo Governo regionale di prossimo
insediamento,
D E L I B E R A
per quanto esposto in preambolo, di confermare la volontà di realizzare il progetto del Centro direzionale della Regione Siciliana, ex art. 1 della legge regionale 19 luglio 2019, n. 13, rimettendo la definizione di tutti gli aspetti procedurali, volti alla realizzazione del predetto Centro, alle determinazioni del nuovo Governo regionale di prossimo insediamento”.
Come si può notare, in questa storia c’entra anche l’assessore uscente all’Economia, Gaetano Armao. La storia è legata, come scritto all’inizio, alla realizzazione del primo Centro direzionale, un obiettivo che la Regione siciliana insegue da decenni. Se ne cominciò a parlare negli anni ’50 del secolo passato; poi ancora negli anni ’60 e anche negli anni ’70. Nei primi anni ’80 il centro direzionale della Regione siciliana sembrava una cosa fatta. Si celebrò anche una gara, con tanto di commissione aggiudicatrice. Ma – a quanto si racconta – l’appalto finì all’impresa ‘sbagliata’. Via, lo possiamo dire, ormai sono passati tanti anni. C’era stata una spartizione di opere pubbliche da realizzare a Palermo: la nuova aerostazione dell’aeroporto che allora si chiamava Punta Raisi; la sopraelevata della Circonvallazione (che avrebbe dovuto collegare lo svincolo di via Perpignano con lo svincolo di via Basile, opera molto avversata dagli ambientalisti); gli eterni lavori del Teatro Massimo che aveva chiuso i battenti nei primi anni ’70; e, appunto, il Centro direzionale della Regione. Finì a ‘bordello’ perché l’appalto per la realizzazione del Centro direzionale venne aggiudicato al gruppo ‘sbagliato’. In realtà, finì tutto a ‘bordello’: i lavori per la nuova aerostazione durarono oltre un decennio; la sopraelevata venne ‘inchiummata’; i lavori per la riapertura del Teatro Massimo si persero per strada (il Teatro Massimo riaprì nel 1997) e il Centro direzionale sfumò tra arresti e inchieste, con 300 milioni di lire in cerca d’autore… Insomma, il Centro direzionale della Regione siciliana è sempre stato un po’ ‘attassato’, come si dice a Palermo, ovvero travolto dalla sfiga. Ogni volta che si è tentato di realizzarlo, zact!, è sempre avvenuto qualcosa di strano. Come quando, qualche anno fa, si decise che doveva sorgere, sempre a Palermo, al posto dell’Istituto Zootecnico della Regione siciliana, sotto Baida. Ora il Governo Musumeci dimissionario ci sta riprovando. Supponiamo d’accordo con il nuovo presidente della Regione, Renato Schifani: ci rifiutiamo di credere, infatti, che Musumeci e Armao abbiamo scavalcato il nuovo Governo con quella che a Sciacca si definirebbe una “azione di ranfa“. Tuttavia, anche in questa occasione – non ricordiamo se si tratta del terzo o del quarto tentativo di realizzare il Centro direzionale della Regione siciliana – si sta partendo con il piede sbagliato. Delibera di Giunta in ‘zona Cesarini’, se non oltre il ‘fischio finale dell’arbitro’; nessuna notizia sul bene in oggetto, ovvero sul fatto che si tratta di un immobile che la Regione ha venduto, poi preso in affitto e infine riacquistato (per la cronaca, si tratta dell’immobile dove aveva sede l’Ente Minerario Siciliano, oggi sede dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente); e nessuna notizia del prezzo di acquisto. Cos’è un segreto di Stato, tipo i vaccini anti-Covid che non vaccinano acquistati a umma umma dalla Commissione europea? Confessiamo che siamo un po’ stupiti: dal presidente Musumeci, così attento, non ce l’aspettavamo.