“Io sono convinto che bisogna fondare, subito, un movimento ufficiale di agricoltori, strutturato legalmente, con cariche sociali, apartitico indipendente, almeno per ora… Questo ci darebbe la possibilità di interloquire con i partiti e gli eletti, in maniera legale e ufficiale. Per fare questo però bisognerebbe mettere da parte le beghe personali e i propri indirizzi politici, occupandosi SOLAMENTE dei problemi inerenti il nostro settore e basta. So che è difficile, ma, provarci, per noi, sarebbe indispensabile. Vorrei sapere la Vostra opinione prima di lanciare l’idea. Chiarisco che io sarei uno dei tanti soci, niente cariche e quant’altro. L’esperienza di queste elezioni, con agricoltori dispersi in partitini inutili la dice tutta. L’unico sistema per restare uniti è questo, secondo me. Chi ci sta si faccia avanti e vediamo quanti siamo”. Questo il pensiero espresso qualche giorno fa sulla pagina Facebook Agricoltori di Sicilia da Cosimo Gioia, agricoltore, produttore
Noi siamo convinti che la proposta di Cosimo Gioia non sia solo giusta, ma sia l’unica proposta politica e culturale in grado di dare voce agli agricoltori siciliani. Perdere ancora tempo con i partiti politici – soprattutto con i partiti politici nazionali – è un’idiozia a 24 carati. Soprattutto in un momento come l’attuale, dove tutto sta andando a rotoli a causa delle bollette di luce e gas alle stelle, problema gravissimo che la politica italiana, al di là delle promesse, sta ignorando. Non c’è bisogno di essere economisti per capire che l’unico intervento per fronteggiare il dramma delle bollette è quello che sta mettendo in campo la Germania, che ha trovato 200 miliardi di euro per sostenere le famiglie e le imprese tedesche. Per chi non lo sapesse, la Germania, con i 200 miliardi di euro, sta aiutando anche le imprese agricole e le famiglie di agricoltori. E lo sta facendo concretamente, non con le chiacchiere come fa l’attuale, ridicola politica italiana (e siciliana). La Germania ha 83 milioni circa di abitanti, l’Italia 60 milioni circa. Ciò significa che in Italia per fronteggiare il problema delle bollette occorrerebbero 150 miliardi di euro circa. Ma non soldi tolti dalla tasche degli italiani, come ha fatto il Governo di Mario Draghi con i circa 50 miliardi che ha trovato fino ad oggi, ma soldi ‘nuovi’ da aggiungere al flusso circolare del reddito italiano. Si dovrà fare nuovo debito? Che lo si faccia. Ricordate cosa disse Gesù ai cialtroni che, ipocritamente, santificavano il Sabato? “L’uomo è fatto per i Sabato o il Sabato è fatto per l’uomo?”. Il denaro è fatto per fare ingrassare le banche e gli speculatori facendo morire famiglie e imprese o il denaro è fatto per fare vivere dignitosamente le famiglie e per le imprese? Oltre ad occuparsi di questo problema – che è nazionale e tocca anche la Sicilia – il partito politico di soli agricoltori siciliani ipotizzato da Cosimo Gioia dovrebbe occuparsi del prezzo dei concimi alle stelle, del prezzo delle sementi, del costo del carburante agricolo e, in generale, del costo dell’energia (il costo della trebbiatura, per citare un esempio, è raddoppiato in un anno!). Non solo: il partito politico di soli agricoltori siciliani dovrebbe chiedere il blocco, per almeno tre anni, delle cambiali agrarie e delle cartelle esattoriali.
Abbiamo seguito il dibattito sulla pagina Facebook Agricoltori di Sicilia, della quale Cosimo Gioia e fondatore e animatore. Ci sono i favorevoli (in maggioranza) e quelli che criticano (in minoranza). Invitiamo Cosimo Gioia ad andare avanti con coloro i quali ci stanno, ignorando i critici che, spesso, sono interessati perché legati ai vecchi partiti politici. Cosimo Gioia deve ignorare i secondi, invitandoli a farsi da parte e proseguire nella realizzazione del progetto di un partito politico di soli agricoltori siciliani: ribadiamo, soli agricoltori siciliani, includendo in questa categoria gli allevatori di animali titolari di aziende agricole e i protagonisti degli agriturismi titolari di aziende agricole. Riteniamo che oggi sia il momento giusto: pensiamo al prezzo del pane alle stelle mentre in Sicilia il prezzo del grano è irrisorio rispetto ai costi di produzione e in certi momenti va anche giù; legata alla questione grano c’è la speculazione di chi vorrebbe sostituire i terreni a grano con mega impianti per la produzione di energia fotovoltaica; pensiamo alla rivolta degli olivicoltori di Ribera, Burgio, Lucca Sicula e altri centri dell’Agrigentino; pensiamo al prezzo dell’uva da vino bassissimo, speculazione che punta a convincere i piccoli agricoltori siciliani che producono uva da vino a vendere i terreni (prima li invitavano a vendere i diritti di reimpianto, ora si prendono direttamente le aziende agricole!); pensiamo alla mancata riforma dei Consorzi di Bonifica siciliani, mancata riforma che i politici siciliani ‘ascari’ stanno utilizzando per far pagare agli agricoltori l’acqua a prezzi maggiorati, sempre per costringerli a vendere le aziende. Il fatto che le elezioni si svolgeranno tra cinque anni non è uno svantaggio, perché un partito politico che nasce e cresce tra gli agricoltori siciliani diventa automaticamente interlocutore dei Governi, specie in un momento di crisi del sindacalismo agricolo.
A proposito della crisi del sindacalismo agricolo, il nuovo partito dovrebbe provare a collegarsi con i movimenti spontanei di agricoltori e allevatori storici e con quelli che vanno nascendo un po’ in tutta l’Italia. Sulla pagina Facebook Pastori di Sardegna, ad esempio, si leggono critiche molto forti: “L’apparato di falsa rappresentanza del mondo agricolo, tutto rappresentato da PARASSITI… che si fanno chiamare sindacalisti agricoli, è il virus letale della nostra economia agricola”. C’è una critica serrata all’attuale sindacalismo agricolo che, nel Sud e in Sicilia non dà risposte, se non demagogiche e, soprattutto, prive di mordente e con risultati che, nella migliore delle ipotesi, sono modesti e soprattutto funzionali all’auto-referenzialità del sindacalismo agricolo italiano (pensiamo alla Coldiretti e abbiamo detto tutto).
Foto agricoltura tratta da La Sicilia