- La fogna sta inquinando il mare di San Leone. La denuncia – con un video – dell’Associazione Mareamico di Agrigento
- La politica siciliana che ha ignorato i cambiamenti climatici è stata premiata alle elezioni regionali. Il 50% e oltre dei siciliani che non hanno votato e i siciliani che hanno votato la vecchia politica non hanno titolo per lamentarsi se da oggi e nei prossimi tre o quattro mesi rimarranno in ostaggio di piogge torrenziali e fango
- La strada a scorrimento veloce Palermo-Sciacca, con i cambiamenti climatici in corso, comincia a mostrare i limiti già ben noti 35-40 anni fa
La fogna sta inquinando il mare di San Leone. La denuncia – con un video – dell’Associazione Mareamico di Agrigento
“Dopo la mareggiata… si è nuovamente rotta la condotta premente, che trasporta le fogne di San Leone al depuratore di Sant’Anna. Tonnellate di fogne stanno finendo in mare, inquinandolo! In quel posto va immediatamente ricostruita la barriera di massi a difesa dei luoghi e va spostata questa pericolosa condotta che è sempre in balia delle onde. E’ incredibile come ancora nel 2022 possa esistere un tale pericoloso e medievale progetto di trasporto delle fogne!”. Così si legge in una nota di Mareamico di Agrigento, che illustra il disastro ambientale che in queste ore colpisce Agrigento con un video (QUI IL VIDEO DI MAREAMICO DI AGRIGENTO SULLA FOGNA CHE INQUINA IL MARE). Non c’è da stupirsi se ad Agrigento ci sono problemi con le fogne e con i depuratori. Già cinque anni fa era caos totale su tale questione (qui un articolo dove si racconta del sequestro dei depuratori di Agrigento cinque anni fa). Buona parte della Sicilia è messa male con la depurazione delle acque. Ci sono zone della nostra Isola dove i cittadini, nella bolletta, pagano per la depurazione delle acque che non c’è mai stata. La situazione è destinata ad aggravarsi a causa dei cambiamenti climatici che a fine Estate e in Autunno (senza escludere problemi anche in Inverno), con le piogge torrenziali, provocano danni enormi al territorio. Se ci sono condotte che trasportano acqua di fogna – come quella di San Leone, ad Agrigento – ebbene, queste sono a rischio.
La politica siciliana che ha ignorato i cambiamenti climatici è stata premiata alle elezioni regionali. Il 50% e oltre dei siciliani che non hanno votato e i siciliani che hanno votato la vecchia politica non hanno titolo per lamentarsi se da oggi e nei prossimi tre o quattro mesi rimarranno in ostaggio di piogge torrenziali e fango
I Nuovi Vespri ha cominciato nel Novembre dello scorso anno a lanciare l’allarme sui problemi legati ai cambiamenti climatici in corso in tutto il mondo, in particolare incendi boschivi in Estate e inondazioni in Autunno. Abbiamo proposto l’assunzione, a tempo pieno, di almeno 30 mila operai forestali pro fronteggiare gli incendi estivi e per affrontare i problemi legati alle piogge sempre più intense e sempre più devastanti. Ma non c’è stato nulla da fare. Il Governo regionale ha affrontato gli incendi boschivi con i soliti elicotteri, i soliti aerei anfibi e via continuando con i palliativi, peraltro molto costosi. Il risultato – come vedremo quando si tireranno le somme – è che la Sicilia è stata, la scorsa Estate, ancora una volta, una delle Regioni più incendiate d’Italia. Ma di tutto questo ai cittadini siciliani non gliene può fregare di meno. Il 50% dei siciliani aventi diritto al voto non ha votato alle elezioni di una settimana fa e la grande maggioranza degli elettori che si è recata alle urne ha votato per la vecchia politica che ha esposto la Sicilia agli incendi in Estate e che sta esponendo la Sicilia alle alluvioni che andranno avanti, bene che andrà, per i prossimi tre o quattro mesi. Fino ad ora in Inverno non ci sono stati molti eventi estremi, ma non è escluso che tali piogge torrenziali non si prolunghino per altri sette otto mesi, invece che per tre o quattro mesi.
La strada a scorrimento veloce Palermo-Sciacca, con i cambiamenti climatici in corso, comincia a mostrare i limiti già ben noti 35-40 anni fa
In queste ore le piogge torrenziali hanno creato danni enormi alle provincie di Agrigento, Trapani e, in parte, in alcuni Comuni dell’entroterra di Palermo. Allagamenti, anche gravi, si registrano nei Comuni di Corleone, Contessa Entellina, Santa Margherita Belice, Sambuca di Sicilia e Poggioreale. Problemi anche nella strada a scorrimento veloce Palermo-Sciacca che, lo ricordiamo, è una strada nata male, se è vero che, tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, bastavano piogge normali per ritrovare la carreggiata invasa da terra e fango. Questa strada è stata ‘rattoppata’ qua e là, ma con i cambiamenti climatici stanno venendo fuori i vecchi problemi già noti 35-40 anni fa. Con le piogge sempre più violente – destinate a diventare sempre più pericolose di anno in anno – aspettiamoci il peggio in tutta la Sicilia. Da almeno due anni lanciamo l’allarme sulla ‘cementificazione’ di Mondello e sulla fragilità del territorio di Partanna Mondello a Palermo, ma non vediamo interventi per prevenire i possibili danni. Anzi, la vecchia amministrazione comunale di Leoluca Orlando e la nuova amministrazione di Roberto Lagalla, invece degli interventi idraulico-forestali, hanno in programma per Mondello le nuove linee di Tram, ovvero altro cemento… L’importante è che se dovesse succedere qualcosa non ci vengano a dire che non ne sapevano nulla… I cambiamenti climatici, di solito, non vanno avanti per due o tre anni, ma per venti, trent’anni e forse più… Buona vita e, soprattutto, buona fortuna a tutti i siciliani!
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