da Alessio Lattuca
Presidente Confimpresa Euromed
riceviamo e pubblichiamo
Presumo che adesso la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, debba ammorbidire i toni e rivedere le intempestive affermazioni profuse durante la campagna elettorale: “la pacchia è finita” (i cui esiti potrebbero essere catastrofici) e precisare se il riferimento era al debito pubblico. Al riguardo occorre ricordare (ove fosse necessario) che la fine del “quantitative easing” della BCE (Banca Centrale Europea) sarebbe davvero pericoloso per l’economia e le finanze del Paese. Il fatto che la BCE abbia varato il programma TPI è una risorsa e, in sostanza, dovrebbe fare riflettere chi ha responsabilità di governo per riconsiderare i rapporti con l’UE.
Infatti il programma TPI consentirebbe alla BCE di intervenire per fronteggiare gli aumenti dello spread nei Paesi a rischio ed è, in definitiva, la conferma dei timori che l’UE ha sull’affidabilità dell’Italia. Ma la pericolosità dell’impianto sta nel fatto che non esiste alcun automatismo nell’attivazione del TPI. Sarà il Consiglio della BCE che adotterà una decisione che sarà presa in funzione di tante circostanze fra le quali l’aderenza del Paese alle prescrizioni delle istituzioni europee.
Si tratta evidentemente, di una storia piena di incognite. Posto che in nessun altro Paese europeo va al governo un partito postfascista con il capopopolo che fa la faccia feroce all’UE. Pertanto, occorre chiedersi se la nuova maggioranza accetterà la morale situation del presidente della repubblica Sergio Mattarella e ne accetterà i consigli per evitare di deragliare in politica estera e cioè europeismo e atlantismo e di proseguire nell’impegno per il tetto del gas e per mantenere la
pressione sulla Russia mediante le sanzioni. Al riguardo occorre vigilare su quali saranno le competenze, i pesi di forza all’interno della coalizione e come reagiranno i mercati, per affrontare una transazione ordinata ma minacciata dal difficile contesto che si sta delineando e il rischio sistemico che rappresenta l’Italia per l’UE.
E, soprattutto, quali misure saranno adottate per contenere i disastri economici causati dalla guerra in Ucraina per l’area euro e, intanto, data l’imminente scadenza, come e con chi la nuova maggioranza appronterà la legge di bilancio da inviare a Bruxelles. E se, al riguardo, il nuovo governo ha la disponibilità e l’accortezza di collaborare per la stesura della finanziaria con il governo uscente. Si tratta di impegnarsi superando gli steccati per rispettare la cornice macroeconomica della nota di aggiornamento al Def, il documento cornice per la legge di Bilancio, che il governo ha già elaborato. Per scongiurare l’esercizio provvisorio, che sarebbe un vero disastro per il Paese in un momento nel quale famiglie e imprese soffrono per il caro bollette e l’inflazione sta corrodendo la capacità di spesa delle persone più fragili e il tessuto sociale. D’altronde, la posta in gioco è così alta per cui tradotto in termini pratici, è l’occasione per dimostrare di avere la modestia di operare con cautela e l’umiltà di rimandare a data da destinarsi le “misure bandiera” che in genere i nuovi governi tendono ad approvare nei primi giorni di vita. A partire dai miliardi per lo scostamento chiesti dal segretario della Lega, Matteo Salvini, durante la campagna elettorale, posto che si rende necessario un approccio prudente e spendere ciò che, davvero, serve, dato il gravoso fardello necessario per allentare la morsa dell’inflazione. Tuttavia le buone prassi prevedono che bisognerà tagliare la spesa improduttiva piuttosto che allarmare l’UE con nuovo debito.
In merito poi alla sbandierata revisione degli obiettivi del Pnrr, bisognerà riflettere ed approfondire ed eventualmente stabilire il percorso in accordo e senza strappi con l’Unione europea, per dare luogo a un organico piano di sviluppo. Ben sapendo che se il Piano non viene onorato salta lo scudo BCE antispread. Occorre in definitiva che la maggioranza – che evidentemente ha fretta per realizzare le aspettative – si renda conto che governare non è semplice e che serve il giusto tempo. La Meloni dovrebbe, intanto, recarsi a Bruxelles per chiedere il tetto sul prezzo del gas, una politica energetica comune, una corretta politica di bilancio.
Per allentare il sospetto e le perplessità sulla imprevedibilità della nuova maggioranza.
Foto tratta da Altalex
P.s.
La storia del partito postfascista fa sorridere. Se oggi c’è uno “Stato etico”, ebbene, questo è l’Unione europea la cui etica è rappresentata dal liberismo, dal globalismo e, da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, dallo scendilettismo nei confronti degli Stati Uniti d’America. Europeismo e atlantismo sono forme di fanatismo che hanno molte cose in comune con la Santa Inquisizione spagnola. “Deviare” dall’europeismo e dall’atlantismo è il minimo che si richiede a un Governo serio: ma abbiamo la sensazione che il futuro Governo di Giorgia Meloni – che vedrà la luce solo se ci sarà il placet degli americani – non rinnegherà né l’europeismo, né l’atlantismo. Quanto alla bozza di legge di Bilancio 2023 è già pronta da almeno un mese e l’ha già ‘confezionata’ il Governo uscente di Mario Draghi perché ad Ottobre – cioè domani – dovrà essere presentata ai massoni e speculatori dell’Unione europea. Al nostro amico Alessio sfugge che, già da anni, il Parlamento italiano non ha alcuna voce in capitolo sui capisaldi del Bilancio dell’Italia: al massimo, il Parlamento può spostare i fondi da un capitolo all’altro, senza però toccare i fondi dei capitoli imposti dagli ‘eurocrati’. La paura dell’esercizio provvisorio è mal riposta: con l’esercizio provvisorio non succederebbe nulla, si potrebbero spendere i fondi in dodicesimi: tutto qui. Non riusciamo a capire cosa potrebbe succedere di peggio, con il ricorso all’esercizio provvisorio, rispetto a quello che sta succedendo: ovvero la lenta e inesorabile chiusura di migliaia e migliaia di aziende e la disperazione di milioni di famiglie perché impossibilitate a pagare le super bollette frutto della volgare speculazione iniziata a fine Aprile dello scorso anno in quel grande imbroglio ‘europeista’ che è il mercato del gas di Amsterdam con annessi e connessi. Bollette che oggi crescono anche perché la Russia ha interrotto la fornitura di gas all’Unione europea. Quanto al tanto sbandierato Pnrr non servirà a nulla, perché all’inflazione si va sommando una recessione globale per affrontare la quale in Europa ci sarebbe bisogno di almeno altri tre o quattro Pnrr. Quanto alle sanzioni alla Russia da parte dell’Unione europea, diciamo a chiare lettere al nostro vecchio amico Alessio che sono una grandissima minchiata perché stanno affossando l’economia europea. Le sanzioni europee alla Russia le ha imposte il Governo USA per indebololire la Ue. Sappia, il nostro amico Alessio, che a tradire la Russia è stata l’Unione europea, che si è rimangiata un accordo con Cina e Russia per una megafornitura di gas russo alla Cina che avrebbe dovuto essere pagato in euro, operazione che i ‘geni’ dell’Unione europea stavano portando avanti a spese dell’area del dollaro (come potete leggere qui).
Tanto dovevamo al nostro vecchio amico Alessio
g.a.