I due gasdotti che passano dal Mar Baltico Nord Stream 1 e Nord Stream 2, sabotati in queste ore, potranno entrare di nuovo in funzione o sono stati distrutti irreversibilmente? Se si riuscirà a rispondere a questa domanda si potrà capire chi – e soprattutto perché – ha sabotato i due gasdotti costruiti per portare il gas russo in Europa (credere che si sia trattato di casualità è un po’ arduo: due gasdotti distanti l’uno dall’altro non si sfasciano contemporaneamente, per esempio, per eccesso di pressione: molto più probabile che si tratti di sabotaggio). Un fatto è certo: chiunque ha sabotato i due gasdotti ha interesse, in primo luogo, a far crescere il prezzo del gas. Per la cronaca, il gasdotto Nord Stream 1 ha funzionato fino a quando la Russia, poco meno di due mesi fa, in seguito alle ritorsioni adottate dall’Unione europea nel quadro della guerra in Ucraina, ha deciso di bloccare la fornitura di gas all’Europa (gas che, in questo momento, finisce in Cina). A bloccare, invece, il gasdotto Nord Stream 2 è stata la Germania per ritorsione contro la Russia, sempre nel quadro della guerra in Ucraina. In realtà, fino a prima dell’esplosione della guerra in Ucraina, Unione europea e Russia (e, soprattutto, Germania e Russia), filavano d’amore e d’accordo. Sono stati gli Stati Uniti d’America – Paese che controlla l’Ucraina e che ha sostanzialmente aperto le ostilità contro la Russia in quella che, alla fine, non è altro che una guerra per procura condotta dagli americani) a imporre all’Unione europea (e soprattutto alla Germania) di rompere con la Russia.
Torna la domanda? Chi può essere stato? Il giornale scenarieconomici.it ricorda che questi strani fatti si stanno verificando proprio quando è stato avviato “l’arbitrato riguardante i diritti di transito sui gasdotti ucraini fra Naftogas, che afferma di non ricevere i pagamenti, e Gazprom, che afferma di farli e il transito tramite il noto ucraino, sotto controllo dei separatisti, di Sokhranivka. Oggi Gazprom ha rigettato le rimostranze di Naftogas e questo, più che le esplosioni nel Baltico, ha causato l’esplosione del prezzo del gas ad Amsterdam”. Per la cronaca, Naftogas è la società nazionale di petrolio e gas dell’Ucraina, compagnia di Stato controllata dal Ministero dell’Energia. Gazprom è una multinazionale russa, controllata dal Governo della Federazione Russa, che opera nel settore energetico-minerario e, in particolare, nell’estrazione e vendita di gas naturale. Questa tesi, in verità, è un po’ debole, perché, di fatto, chiude definitivamente i rapporti tra Germania e Russia e toglie ai russi la possibilità di dire ai tedeschi: se volete di nuovo il nostro gas dovete fare quello che diciamo noi! Anche gli Stati Uniti potrebbero essere interessati. Da quando si è aperta la crisi in Ucraina e sono cominciati i problemi con il gas, gli americani si sono subito presentato come possibili fornitori di gas attraverso le navi, solo che in Europa non ci sono molti rigassificatori. Però in tanti Paesi europei si sta programmando la costruzione di rigassificatori. In prospettiva gli americani potrebbe vendere il proprio gas all’Europa. Si potrebbe anche pensare alla Cina, che oggi importa grandi quantità di gas russo: con i due gasdotti rotti non ci sarà più possibilità, per la Russia, di fornire gas all’Europa, almeno per un po’ di tempo. Alla fine i soggetti interessati a mandare all’aria i due gasdotti potrebbero essere due, tre, quattro…
I due gasdotti Nord Stream innanzitutto sono stati alla base di divergenze tra le capitali europee e la Russia. E’ sotto gli occhi di tutti che questi problemi hanno danneggiato e continuino a danneggiare i Paesi europei con la crescita incontrollata dei prezzi del gas. Ci sono anche motivi di sicurezza che sono stati fatti notare dal Governo della Danimarca. In particolare, il ministro della Difesa danese ha incontrato il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, annunciando che le forze armate del suo Paese verranno dispiegate vicino alle installazioni di petrolio e gas. Di fatto, si va verso una militarizzazione del Baltico. In questo momento non si sa se i guasti ai due gasdotti possono essere riparati. Le agenzie di sicurezza tedesche, per esempio, temono che il Nord Stream 1 possa diventare inutilizzabile per via dell’acqua salata che potrebbe corrodere e rendere inutilizzabili i tubi. Insomma, è molto difficile che l’Europa possa ricevere il gas russo prima dell’arrivo dell’Inverno (ammesso che la guerra in corso con il corredo di polemiche e sanzioni lo consenta.
Tornando al citato arbitrato tra Naftogas e Gazprom, non è da escludere che la Russia imponga sanzioni alla società ucraina. Ovviamente anche su questo punto Russia e Ucraina si scontrano. Il rischio è che i flussi di gas che arrivano oggi in Europa dall’Ucraina si interrompano, creando ulteriori tensioni sui prezzi. Oggi i prezzi del gas in Europa, dopo la notizia delle perdite dai gasdotti, sono aumentati dell’11% segando un 204,50 euro/megawattora. Tuttavia, i prezzi sono ancora al di sotto dei picchi toccati nei mesi scorsi, anche se rimangono oltre il 200% sopra rispetto all’inizio di Settembre 2021. la notizia non è certo piacevole per l’Europa e, quindi, anche per l’Italia, dove le super-bollette sono già un problema enorme. Con riferimento all’Italia, è chiaro che i provvedimenti adottati nei giorni scorsi dal Governo di Mario Draghi, che erano già insufficienti per aiutare famiglie e imprese, sono, alla luce di quanto sta accadendo, ancora più inadeguati. Forse la futura Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, farebbe bene a rivedere la sua posizione sul gas e, in generale, sui provvedimenti da adottare per il caro bollette. Con il prezzo del gas destinato ad andare ancora su, che piaccia o no al Governo uscente di Draghi e al prossimo Governo di Giorgia meloni, lo scostamento di Bilancio non potrà essere evitato, pena non la chiusura di migliaia e migliaia di aziende e la disperazione di milioni di famiglie, ma il fallimento dell’Italia.
Foto tratta da Italia Oggi