Ieri, riprendendo alcuni passi del report dell’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi, abbiamo raccontato che, in Europa, da Agosto dello scorso anno ad oggi, il prezzo del pane è cresciuto del 18%. Nessuno in Sicilia scrive o parla dell’aumento vertiginoso del prezzo del pane, il cibo più consumato nella nostra Isola come in tutto il Meridione. Siamo quindi tornati a sentire Mario Pagliaro, chimico del Cnr che ha appena concluso una campagna elettorale da candidato con Siciliani Liberi, una campagna elettorale affrontata con tante idee e proposte che abbiamo letto anche nella pagina Facebook dello stesso Pagliaro.
Cominciamo subito con una domanda: quanto costa un chilo di pane in Sicilia? È vero che è scritto negli scontrini, ma nessuno li legge?
“Il prezzo del pane in Sicilia, in media, è ormai prossimo ai 5 euro al chilo. Gli unici a poterlo vendere a 3,5 euro sono le poche aziende del grano consorziate che vendono anche farina. Il prezzo è libero, e ci sono grandi differenze di prezzo all’interno del vasto territorio regionale”.
Scusi, ma se tutti dicono che il prezzo del grano è diminuito, come fa il pane a costare 10.000 lire al chilo?
“I panificatori non comprano grano. Comprano farine, lievito ed energia. Il prezzo della farina aumenta senza interruzioni da quasi due anni. Inoltre, per fare il pane consumano energia elettrica o gas naturale per i forni, il cui costo è aumentato anche più di quattro volte in pochi mesi”.
Questo significa che il prezzo del pane continuerà ad aumentare senza sosta?
“Sarà così. Infatti a Lecce, nel cuore del granaio d’Italia, ormai parlano di pane a 8-9 euro al chilo entro poche settimane”. (https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/lecce/1359194/a-lecce-vola-il-prezzo-del-pane-arrivera-a-8-9-euro-al-chilo.html)
Non si capisce molto anche del prezzo della farina che pagano i panificatori. Quanto pagano oggi la farina?
“A Napoli la pagano 70 centesimi al chilo rispetto ai 31 centesimi di Febbraio (https://www.ilmattino.it/AMP/napoli/caro_bollette_napoli_panifici_5mila_aziende_a_rischio-6902619.html). Anche il prezzo della farina è libero, e ci sono zone in cui può costare anche di più, specie per chi ne compra di meno come i piccoli panifici”.
Questo significa che il prezzo del pane nel Nord Italia – dove il grano ormai bisogna portarlo perché praticamente non ne producono più – supera i 5 euro al chilo?
“Esatto. Già questo avviene in molte aree del Nord dove il prezzo del pane è già a 7 euro al chilo. A questi prezzi, le vendite crollano. E così molti panifici stanno già chiudendo, come ad esempio, nel Trevigiano (https://www.ilgazzettino.it/AMP/nordest/aumenti_bollette_luce_gas_personale_sedi_taglio-6898655.html) o in Piemonte (https://www.lastampa.it/verbano-cusio ossola/2022/09/27/news/bollette_alle_stelle_chiude_la_panetteria_tiboni_di_intra_meglio_andare_in_svizzera_a_lavorare-9693061/amp/). Di fatto, più lavorano e più perdono soldi. In queste condizioni, l’attività produttiva diventa antieconomica e non resta che chiudere”.
Ma come è possibile che nessuno protesti? I panifici chiudono, si perdono posti di lavoro e le persone pagano il pane 12.000 lire al chilo e nessuno protesta?
“Pochi giorni fa sono scesi in piazza i panificatori di Salerno (https://www.cronachesalerno.it/panificatori-e-non-in-piazza-contro-i-rincari/). Protestano tutte le associazioni di categoria. Lo stesso fanno le associazioni dei consumatori. I singoli consumatori non protestano ma, tranne le fasce più abbienti, riducono i consumi di tutto, incluso il pane”.
Ma se tutto aumenta, come mai diminuisce il prezzo del grano?
“Perché ci si attendeva l’arrivo del grano canadese. Siamo ad Ottobre. Il grano atteso continua a non arrivare, mentre l’euro ogni giorno si deprezza sul dollaro. Per comprare grano sui mercati internazionali si usano dollari. Ormai con 1 euro si comprano 0,95 dollari. Questa settimana infatti tutte le Borse merci segnano un aumento del prezzo del grano duro e pure di quello tenero. Il tentativo ribassista durato due mesi è concluso. Anche perché il prezzo del grano sui mercati internazionali è nuovamente tornato su livelli molto alti”.
Sappiamo che nei mercati internazionali il prezzo del grano va su, anche a causa della guerra in Ucraina. In Sicilia, fino ad oggi, però, gli agricoltori lamentano che il prezzo del grano duro non si sposta da 42-43 euro al quintale. Il prezzo del grano va su ovunque, tranne che in Sicilia. Lo abbiamo scritto anche stamattina riprendendo una dichiarazione di Cosimo Gioia, produttore di grano nell’entroterra della Sicilia.
“Gli agricoltori siciliani debbono avere un po’ di pazienza. Il prezzo del grano duro crescerà. Anche se nella nostra Isola ci sono interessi che frenano. Non bisogna guardare ai futures e alle proiezioni di prezzo. Quelle servono a chi fa finanza e vuole guadagnare nelle Borse su rialzi e ribassi dei futures. Bisogna guardare ai prezzi reali dei grandi acquisti reali. La società statale del Pakistan addetta all’import del grano ha appena chiuso un’asta per 300 mila tonnellate di grano tenero: l’offerta più bassa è stata di 399 dollari a tonnellata, cioè 420 euro al cambio di oggi. Così alta che l’agenzia pakistana non ha ancora emesso l’ordine di acquisto (https://www.dawn.com/news/1712114/pakistan-gets-offers-in-wheat-tender)”.
Cioè il Pakistan compra 300 mila tonnellate di grano tenero, pari a metà della produzione di quest’anno della Sicilia, a 42 euro al quintale e in Sicilia ci sono imprese che vendono a 40 euro?
“Ci eravamo detti qui che era saggio attendere. Le imprese che lo hanno fatto adesso ne godranno i benefici. È evidente come la Regione siciliana debba istituire un servizio informativo sui mercati per aiutare le aziende cerealicole a remunerarsi sui mercati”.
Foto tratta da Vesuvio Live
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