I risultati elettorali delle elezioni politiche 2022 consegnano l’Italia al centrodestra. Sulla carta, almeno, dovrebbe essere così. Perché in Italia, si sa, tutto è possibile. Il PD è al 19% (circa mezzo punto in più rispetto le disastrose elezioni del 2018). Il Movimento 5 Stelle è al 15% circa. Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda sono al 7% circa. Già queste forze politiche sono al quasi il 42%. Se aggiungiamo l’8% circa di Forza Italia di Silvio Berlusconi si arriva al 50%. Basterebbero – contando ovviamente i seggi alla Camera e al Senato – per governare? Senza Forza Italia il partito di Giorgia Meloni e la Lega di Salvini scenderebbero al 35% circa. Lo scenario che stiamo delineando non è fantapolitica. Se oggi tutto dovesse dipendere dall’Unione europea dell’euro non ci vorrebbe molto a comporre questo quadro. Berlusconi o i suoi sodali dovrebbero cominciare a fare melina, a dire che Fratelli d’Italia è ancora troppo legata a certi schemi, pesano i rapporti e i voti, nel Parlamento europeo, in favore dell’Ungheria di Orban e bla bla bla. Ribadiamo che ciò che stiamo descrivendo non è fantapolitica: in questo momento il PD – che ha sostanzialmente confermato la pesante sconfitta di cinque anni fa – controlla tutto il sottogoverno italiano; tutta l’alta burocrazia del Belpaese è espressione del Partito Democratico. Nemmeno durante il Governo di Matteo Renzi e il Governo di Paolo Gentiloni il PD è stato così presente nell’alta burocrazia. Paradossalmente, sono stati il Governo Conte bis (tramite Luigi Di Maio) e, soprattutto, il Governo Draghi a fare in modo che il PD si prendesse tutto. Un Governo diverso dagli ultimi due Governi – l’eventuale Governo di Giorgia Meloni – dovrebbe togliere al PD l’enorme potere che ancora in questo momento esercita in Italia con l’alta burocrazia.
Come si può notare, quando scriviamo che nulla potrebbe cambiare non siamo visionari. Cos’ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen? Che ha gli “strumenti” per sistemare le cose in Italia nel caso in cui non dovessero andare come Unione europea vuole. E tutti sappiamo che il referente in Italia dell’Unione europea ultra liberista e globalista è il PD. Bisogna essere razionali: cinque anni fa il PD è passato dal 40% delle elezioni europee del 2014 al 18% e ha governato lo stesso nei successivi cinque anni, mettendo le proprie ‘bandierine’, come già accennato, su tutta l’alta burocrazia. Tutto dipenderà da Berlusconi. Unione europea e centrosinistra non avrebbero problemi ad offrire al leader di Forza Italia la presidenza del Senato. Scenario possibile, allora? Sì e no. Perché? Perché oggi, rispetto a cinque anni fa, lo scenario geopolitico è completamente cambiato. Stati Uniti d’America e Cina sono ai ferri corti. Con un’accelerazione avvenuta, grosso modo, negli ultimi tempi, non appena la pandemia ha allentato un po’ la presa, i Pesi del BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), più il Sudafrica e alcuni Paesi africani hanno iniziato ad allontanarsi dall’area del dollaro. Questi Paesi, guidati dalla Cina, non hanno più alcuna intenzione di riconoscere alla moneta statunitense il primato negli scambi commerciali internazionali. Già da qualche tempo i Paesi del BRIC (che oggi si chiama BRICS perché si è aggiunto il Sudafrica) lavorano per dare vita a una nuova divisa alternativa al dollaro americano. Questo spiega quello che sta succedendo nel mondo, dalla guerra in Ucraina alle tensioni a Taiwan fino a tutte le vecchie e nuove arei di crisi presenti nel mondo. Gli Stati Uniti non accettano l’idea di perdere la supremazia del dollaro negli scambi commerciali internazionali e stanno adottando una strategia precisa: seminare guerre e disordini in tutto il mondo per frenare la strategia del BRICS.
Direte: cosa c’entra questo con il futuro Governo italiano? C’entra eccome! Come ricordiamo spesso, l’Unione europea ha combinato un grande ‘inchiappo’ tra la fine dello scorso anno e l’inizio di quest’anno, ‘chiudendo’ un accordo con Cina e Russia a scapito degli Stati Uniti d’America. La signora von der Leyen – la presidente della Commissione europea che ha gli “strumenti” pronti per l’Italia – il Cancelliere tedesco Olaf Scholz e il capo del Governo italiano, il banchiere Mario Draghi, non parlano mai di questa storia, ma tutte le persone informate sanno che una megafornitura di gas russo alla Cina sarebbe stata pagata dalla stessa Cina in euro. Tra il Dicembre 2021 e il Gennaio 2022 Cina e Russia consideravano l’Unione europea una “neutrale piazza di mediazione“. Con l’occasione l’Unione europea avrebbe stabilizzato e rafforzato l’euro a spese del dollaro. Tutto questo mentre è in corso uno scontro tra Cina e area del dollaro. Appena gli americani si sono accorti di quello che stava succedendo è scoppiata la guerra in Ucraina. Morale: gli USA non si fidano più dell’Unione europea. Ciò significa che sono gli americani che oggi decidono. Su tutto. Anche sull’euro che ormai ha perso terreno sul dollaro e che è destinato a diventare una moneta di valore inferiore al dollaro americano (la discesa dell’euro rispetto al dollaro è iniziata: e siamo soltanto all’inizio). Nei giorni scorsi gli USA hanno dettato a chiare lettere la linea americana sull’Italia: “Chiunque diventerà il nuovo primo ministro italiano, il presidente americano Biden dovrà avere una conversazione precoce e prendere le misure di quella persona, oltre che stabilire cosa questo significherà”. Il presidente degli Stati Uniti non parlava solo all’Italia: si rivolgeva soprattutto ai vertici dell’Unione europea. Come ha scritto per noi nei giorni scorsi il nostro Economicus, “quello americano, è un richiamo di carattere generale dove si ricorda che l’Italia, prima che un Paese della Ue, è un Paese alleato degli Stati Uniti a partire dall’armistizio del 1943 (armistizio che, in realtà, è stata una resa senza condizioni dell’Italia). Insomma, il messaggio è alla Commissione europea e alla Germania: dell’Italia – fanno sapere gli americani – ce ne occupiamo noi… Traduzione: se la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, diventerà capo del Governo italiano è con gli americani che dovrà trattare, non con la Commissione europea!”.
In conclusione, la signora von der Leyen non potrà utilizzare gli “strumenti” per mettere in riga l’Italia, se non con il consenso degli Stati Uniti d’America. Ciò significa che l’Unione europea dell’euro non può esercitare più il potere di ricatto sull’Italia, a meno che non lo vogliano gli USA. Berlusconi, a questo punto, non ha motivo di lasciare il centrodestra perché “glielo chiede l’Europa”, perché l’Unione europea, oggi, non è nelle condizioni di opporsi agli Stati Uniti d’America. Non a caso, gli ‘europeisti’ – in testa Germania e Italia – da alleati di Cina e Russia nell’operazione gas russo-Cina-euro – sono diventati, su ‘ordine’ degli Stati Uniti d’America, i più grandi nemici della Russia, pur sapendo che lo scontro con la Russia sta facendo precipitare l’economia europea. L’Italia non si è liberata dagli USA (né può farlo perché dal 1943 l’Italia è strettamente legata agli Stati Uniti, soprattutto dal punto di vista militare), ma almeno si è liberata della fallimentare Unione europea dell’euro messa in riga dagli americani.
Foto tratta da Il Fatto Quotidiano