- Un dato sembra inconfutabile: ai siciliani che non hanno votato e ai siciliani che hanno votato Renato Schifani va bene l’Isola di oggi così com’è
- La vinto la Sicilia che non cambia e che non vuole cambiare
- Cateno De Luca: “Uno dei miei sogni? Una scuola di formazione politica”
- Due parlamentari a Roma e un bel gruppo di deputati nella nuova Assemblea regionale siciliana
Un dato sembra inconfutabile: ai siciliani che non hanno votato e ai siciliani che hanno votato Renato Schifani va bene l’Isola di oggi così com’è
E’ inutile girarci attorno: lo sfondamento non c’è stato. Il vecchio sistema politico siciliano, imperniato sulla finta contrapposizione tra centrosinistra e centrodestra, ha ancora una volta resistito. Per la seconda volta consecutiva il centrodestra è al Governo della Regione. Nello Musumeci ha lasciato il posto a Renato Schifani. Il ciclone Cateno De Luca c’è stato ma non è bastato per abbattere un sistema di potere radicato nell’anima dei siciliani ai quali va bene l’Isola di oggi così com’è. Oltre il 50% dei cittadini siciliani aventi diritto al voto ha disertato le urne. Inutile ricordare – ricordargli – che non votare è sempre un errore: non gliene frega niente. Il 40% circa dei siciliani che si è recato alle urne ha votato per il candidato del centrodestra, Renato Schifani, esponente di Forza Italia. I primi (gli astenuti) e i secondi (gli elettori del centrodestra) sono i protagonisti della continuità o, se si preferisce, del mancato cambiamento. Lo ribadiamo: agli uni e agli altri va bene la Sicilia di oggi fatta di giovani laureati che emigrano, di un’agricoltura abbandonata dalla politica, di incendi che ogni Estate inceneriscono migliaia di ettari di boschi, di rifiuti abbandonati nelle strade, di ospedali pubblici con spaventose carenze di medici e di infermieri (vedere i quasi 600 milioni di euro all’anno che lo Stato scippa alla sanità siciliana dal 2009), dove i pazienti che arrivano nei Pronto soccorso che non possono essere dimessi perché bisognosi di cure vengono portati nei reparti di osservazione in attesa di trovargli i posti letto che mancano… (pregate di non finirci mai) e dove gli anziani non raccomandati… Ma dove per i politici e per i potenti della Sicilia, in caso di bisogno, c’è sempre l’ISMETT di Palermo molto ben finanziato dalla Regione. La Sicilia non è solo questa ma è anche questa.
La vinto la Sicilia che non cambia e che non vuole cambiare
Le elezioni regionali siciliane 2022 le ha vinte la Sicilia che non cambia, che non vuole cambiare. “In Sicilia quasi tutte le imprese per la raccolta dei rifiuti sono gestite dalla mafia”, ha affermato lo scorso Giugno il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catania, Carmelo Zuccaro. Nessun commento da parte della politica. Al massimo, come cambiamento, si accetta il Reddito di cittadinanza, di fatto un Reddito a babbo morto, magari da trasformare in precariato nei Comuni in cambio di voti. Già, i voti. Come i voti dei siciliani che hanno eletto tre donne candidate da Forza Italia di Berlusconi in Sicilia: tre donne che nulla hanno a che vedere con la Sicilia. Due ‘paracadutate’ nei collegi uninominali di Gela, la terza ‘paracadutata’ in un collegio uninominale di Marsala. Tre donne estranee alla Sicilia elette al Parlamento siciliano con i voti dei voti dei siciliani. La Sicilia non è solo questa ma è anche questa.
Cateno De Luca: “Uno dei miei sogni? Una scuola di formazione politica”
Dice Cateno De Luca al quotidiano tempostretto.it: “Per le regionali, non ci sono vie di mezzo: noi siamo andati in 320 Comuni per svegliare la coscienza dei siciliani. Non esiste sconfitta o vittoria di misura. Non ha funzionato perché non ho vinto. Un movimento di popolo, dal basso, riesce a far tremare un sistema ma la reazione di popolo non c’è stata. Ho perso. Sono responsabile della strategia e ho perso. Devo riorganizzare un movimento serio e plurale. Abbiamo improvvisato le liste ma mi rimane nel cuore il coinvolgimento dei giovani, tanti, mai visto. E continueremo per loro. Schifani? Io con lui non ci voglio avere a che fare, se avrà bisogno di voti. A Roma e in Sicilia, come squadra, rivoluzioneremo la Sicilia ma con costanza. Non si può prendere di me solo la parte che conviene. Abbiamo figli e facciamo tanti sacrifici (si commuove, n.d.r.). La politica è militanza, studio, costanza, abbiamo opportunità di lanciare un movimento plurale di territorio per tutti i siciliani. Uno dei miei sogni? Una scuola di formazione politica. L’improvvisazione non dà buoni esiti e ora abbiamo gli strumenti per lavorare. Sacrificio di oltre 300 candidate e candidati: se lo ricordino i candidati, al servizio del gruppo politico. Mi auguro di essere la prima forza politica in Sicilia. Comune per Comune creeremo i gruppi e continueremo alla strategia di pulizia e rinnovamento. Disegni di legge, barricate: un bel gruppo di parlamentari cercherà d limitare il danno. Sul piano umano, auguro a Schifani di farsi tutti e cinque anni, nel frattempo ci organizziamo. Avremo modo di fare sapere ai siciliani cos’è la buona amministrazione”.
Due parlamentari a Roma e un bel gruppo di deputati nella nuova Assemblea regionale siciliana
La corsa per la presidenza della Regione l’ha vinta il centrodestra. Ma il ciclone Cateno De Luca riuscito a mandare a Roma due parlamentari, uno alla Camera dei Deputati e uno al Senato (quando abbiamo scritto questo articolo il secondo parlamentare nazionale era in forse: poi è risultato eletto). Due tasselli importanti per un movimento che punta, piano piano, a cambiare la Sicilia. Oltre ai due parlamentari nazionali ci sono i deputati regionali: saranno sette, otto. dieci, dodici: ancora l’assegnazione dei seggi nella nuova Assemblea regionale siciliana è in corso. De Luca è già stato parlamentare di Sala d’Ercole e tornerà ad esserlo. Non sarà solo. Con lui, come già accennato, ci sarà un bel gruppo di deputati. Sarà una bella legislatura. Di certo ci sarà una vera opposizione.
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