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Stravince Giorgia Meloni prima donna italiana a ricoprire l’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri/ MATTINALE 795

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  • Fratelli d’Italia ha sbaragliato tutti gli avversari, esterni e interni al centrodestra
  • Bassa la percentuale di votanti anche in Sicilia: e questo rischia di favorire il candidato del centrodestra, Renato Schifani

Fratelli d’Italia ha sbaragliato tutti gli avversari, esterni e interni al centrodestra

Gli italiani hanno deciso che la prima donna nella storia della Repubblica che guiderà il Governo sarà la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. E’ lei la grande vincitrice di queste elezioni politiche italiana 2022. Tranne il Movimento 5 Stelle – sostenuto dal Reddito di cittadinanza che ha ‘drogato’ il risultato elettorale di questo partito, soprattutto al Sud – perdono tutti gli altri partiti. Inutile recriminale sulla bassissima affluenza degli elettori alle urne – poco meno del 64%, il più basso nella storia delle elezioni italiane – perché si sapeva già che facendo votare solo Domenica molte persone non avrebbero votato e nessuno si è lamentato. Il risultato delle elezioni si presta a varia valutazioni. Di fatto, hanno vinto i due partiti contrari al Governo di Mario Draghi: il partito che ha fatto opposizione all’attuale esecutivo (Fratelli d’Italia) e il partito che ha fatto cadere il Governo Draghi (Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte). I due grandi sconfitti di queste elezioni politiche sono il segretario del PD, Enrico Letta (solo un esempio: in Emilia Romagna, ormai ex Regione ‘rossa’, il Partito Democratico elegge un solo senatore, l’ex democristiano Pieferdinando Casini: e abbiamo detto tutto) e il segretario della Lega, Matto Salvini (la Lega, in pratica, ha dimezzato i voti): è evidente che la partecipazione al Governo Draghi non ha favorito la Lega che tiene un po’ di voti al Nord e precipita in tutto il resto d’Italia. Insomma, con il Governo Draghi hanno guadagnato tanto le Regioni del Nord Italia, ma ha perso Salvini che, con molta probabilità, perderà il controllo del partito. Fallita l’operazione Terzo polo: Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda, che avrebbero dovuto frenare l’ascesa della Meloni, impedendole di vincere le elezioni e di governare, si sono fermati al 7%. Per il resto, grande delusione per Unione Popolare di Luigi De Magistris che, almeno fino a questo momento, non ha superato il quorum del 3%; e delusione anche per i partiti libertari – Italia Sovrana e Popolare, Italexit di Paragone, Vita e No green Pass Alternativa per l’Italia – che hanno commesso il tragico errore di presentarsi ognuno per i fatti propri. Con molta probabilità, se si fossero presentati insieme avrebbero raggiunto il 3%, che è la soglia di sbarramento necessaria per avere rappresentanti alla Camera e al Senato.

Bassa la percentuale di votanti anche in Sicilia: e questo rischia di favorire il candidato del centrodestra, Renato Schifani 

Ci sarà il tempo, oggi, per analizzare meglio il voto. Ma gli elementi fondamentali sono quelli elencati in modo molto sintetico. Quanto alla Sicilia, ci sono solo gli exit poll che danno in vantaggio il candidato del centrodestra, Renato Schifani, mentre al secondo posto sarebbe Cateno De Luca. Non sappiamo se le cose andranno così, di certo c’è che l’affluenza in Sicilia non è stata alta, appena il 48%, un po’ di più rispetto a 5 anni fa, ma non ci sembra un’affluenza di elettori alle urne tale da creare problemi a Schifani. Poi, è chiaro, a parlare saranno i numeri reali. E bisognerà aspettare lo spoglio delle schede delle elezioni regionali siciliana che inizierà alle 14 di oggi. Tutto è possibile, sia chiaro. Ma – ribadiamo – l’affluenza ai seggi, in Sicilia non è stata alta. E in questo, con molta probabilità, c’entra anche il fatto che un giorno per votare non basta.

Foto tratta da Il Quotidiano del Lazio     

 

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