- Non riteniamo quello che accade a Roma del tutto indifferente per le sorti della Sicilia
- Combattere la globalizzazione dell’economia e l’aggressione ai diritti dell’uomo
- Liberiamo la Sicilia, ma in spirito di fratellanza con gli Italiani che vogliono liberare l’Italia
da Ciro Lomonte
Segretario Nazionale Siciliani Liberi
riceviamo e pubblichiamo
Non riteniamo quello che accade a Roma del tutto indifferente per le sorti della Sicilia
Alla vigilia di queste consultazioni regionali che ci hanno visto impegnati in prima linea con Eliana Esposito senza risparmio di energie, riteniamo sia giusto dare ai nostri elettori, simpatizzanti ed attivisti una riflessione ed una indicazione anche per le elezioni politiche; consultazioni che non ci vedono presenti.
La nostra decisione di non presentarci alle politiche è stata soprattutto tattica, non strategica. Abbiamo valutato, per molteplici motivi, la non opportunità in questo stadio di disperdere le energie anche in questo tipo di consultazioni. Ma riteniamo che sia un nostro dovere, finché la Sicilia farà parte dell’Italia, rappresentare dovunque l’interesse dei Siciliani, e quindi anche al Parlamento italiano finché sarà necessario. In queste elezioni, però, non sarà possibile e siamo certi che questa è l’ultima volta che sarà così. Detto questo, però, non riteniamo quello che accade a Roma del tutto indifferente per le sorti della Sicilia. Abbiamo ricevuto in queste settimane attestazioni di simpatia e dichiarazioni di voto, da esponenti ed elettori di non poche forze politiche, tra quelle seppure un po’ impropriamente definite “anti-sistema”. E sentiamo il bisogno intanto di ringraziare per questo sostegno, che fa davvero ben sperare, e di dare analoghe indicazioni in senso inverso.
Combattere la globalizzazione dell’economia e l’aggressione ai diritti dell’uomo
Comprendiamo i casi di coscienza di alcuni indipendentisti che “per principio”, non votano e non vogliono mai votare per le elezioni italiane, o, in ogni caso, per formazioni politiche nazionali italiane, fossero anche le migliori. Così come quelli di coloro che non ravvisano nell’attuale offerta politica alcuna reale alternativa, o addirittura non considerano proprio il voto come alternativa. Sono valutazioni di coscienza individuali, anche tra i nostri elettori, che in quanto tali vanno rispettate. Ma la nostra valutazione è diversa, e vogliamo offrirla alla riflessione di chi sino ad ora ci ha seguito. Per noi la Questione Siciliana – lo abbiamo detto sin dal nostro Manifesto fondativo del 3 gennaio 2016 – o si inserisce nella resistenza contro la tirannia della globalizzazione o non è. Se guardiamo a quello che è successo in questi tre anni non possiamo tacere di fronte ad una aggressione ai diritti dell’uomo, alle libertà, alle garanzie costituzionali, che non ha precedente alcuno nella storia recente, e forse nella storia di tutti i tempi. La nostra ragione sociale è data dalla Questione Siciliana, ma ci sono valori che dovrebbero essere sacri e inviolabili, e di cui, invece, il partito unico al potere (compresa l’opposizione “di sua maestà”) non ha rilevato la minima criticità. Hanno assentito tutti mentre chiudevano un intero popolo in casa, facendo chiudere per sempre decine di migliaia di attività; hanno assentito tutti quando a gente pacifica e inerme veniva impedito con metodi brutali di manifestare il proprio dissenso; non hanno battuto ciglio mentre innocenti lavoratori venivano condannati a morire di fame solo per il loro dissenso a politiche pseudo-sanitarie; non hanno battuto ciglio quando si è imposto un vergognoso lasciapassare per svolgere le più elementari attività umane e sociali; non hanno trovato nulla da eccepire quando una circolare superava come fonte un DPCM, che a sua volta superava una Legge, che a sua volta superava la Costituzione, non hanno obiettato nulla quando il governo impediva le cure domiciliari poi ritenute risolutive, nulla!
Liberiamo la Sicilia, ma in spirito di fratellanza con gli Italiani che vogliono liberare l’Italia
Non saranno queste le nostre battaglie “specifiche”, ma qualcosa si è rotto per sempre nel patto sociale, questo noi non potremo mai dimenticarlo. Per questa ragione oggi va aiutato chi, in Italia, ha faticosamente (come noi) raccolto le firme per potere portare una voce di dissenso in seno al Parlamento italiano. Se lo faremo potremo trovare un interlocutore cui rivolgere con fiducia le nostre battaglie, come loro potranno trovarle con noi in Assemblea regionale. Se non lo faremo ci ritroveremo un Parlamento a partito unico, capace di stroncare ogni forma di libertà e di dissenso. Possiamo permettercelo? No, non possiamo permettercelo. Quindi, a nostro avviso, vanno aiutati in questa difficile battaglia. Chi in particolare? Non c’è stata unità, e non ci interessa per “colpa” di chi: forse era inevitabile. Ci sono molte e diverse estrazioni politiche e culturali. Ogni elettore scelga quella a lui più affine, purché non si tratti di liste davvero pulviscolari presenti in pochissimi collegi, e quindi senza alcuna speranza di approdare in Parlamento. Ci sono infiltrati e “gate keeper” all’interno? Certo che sì. Quindi non votate “a babbo morto”. Informatevi su chi è capolista nel vostro collegio plurinominale, e votate quel partito o lista che presenta come capolista la persona più limpida e coerente. Non sono tutti uguali, quindi fate una scelta. C’è anche qualcuno che, in Sicilia, invita espressamente a votare per qualche candidato presidente che è stato apertamente favorevole al totalitarismo di questi anni. Per noi non sarà possibile dialogare mai più con chi, sicilianista o no, dà credito a politiche sostanzialmente criminali e disumane come quelle cui abbiamo assistito. Pertanto valutate con attenzione, ma non astenetevi, se potete, per favore. Se vi asterrete, o se annullerete la scheda, o se la rifiuterete, il risultato sarà sempre lo stesso: non conterete nulla. Date almeno fastidio al regime. Votate! E votate per chi come noi ha sofferto e lottato senza ambiguità in questi anni terribili. Noi siamo il Popolo, noi possiamo farlo. Liberiamo la Sicilia, ma in spirito di fratellanza con gli Italiani che vogliono liberare l’Italia. In fondo è il Governo Italiano, e non gli italiani in quanto tali, ad essere il nostro principale nemico ed oppressore.
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