Domani Luigi De Magistris a Palermo. L’Italia ha finalmente una vera sinistra (Unione Popolare) e un po’ di confusione tra i libertari

19 settembre 2022
  • Da quando esiste il PD abbiamo assistito alla presenza di formazioni che si presentavano agli elettori come alternativi al PD mentre erano in realtà dei ‘travestiti di sinistra’ organici allo stesso PD. Oggi, con Unione Popolare, gli elettori italiani di sinistra possono votare un vero partito di sinistra, swenza ‘travestiti’
  • Unione Popolare di De Magistris ha ricevuto l’appoggio di Pablo Iglesias, leader di Podemos, e di Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise e di Nouvelle Union populaire écologique et sociale
  • Quattro formazioni libertarie – Italia Sovrana e Popolare, Italexit di Paragone, Vita e No green Pass Alternativa per l’Italia – si presentano divise e rischiano di restare fuori dal nuovo Parlamento

Da quando esiste il PD abbiamo assistito alla presenza di formazioni che si presentavano agli elettori come alternativi al PD mentre erano in realtà dei ‘travestiti di sinistra’ organici allo stesso PD. Oggi, con Unione Popolare, gli elettori italiani di sinistra possono votare un vero partito di sinistra senza ‘travestiti’

Esiste un’opposizione al sistema dei partiti tradizionali in queste elezioni? Questa volta sembra proprio di sì. Esiste un’opposizione di sinistra, e questa volta dovrebbe essere una vera sinistra, non i soliti  ‘travestiti’ che, una volta eletti, si rivelano dei fantocci del PD. Si tratta di Unione Popolare che ha come capo politico l’ex Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. E sarà proprio De Magistris, domani sera, a Palermo, a tenere un comizio in piazza Verdi (Piazza Massimo per i per tanti palermitani). All’iniziativa parteciperanno i candidati alle elezioni politiche nazionali Piera Aiello, Maria Grazia Carini, Ramon La Torre, Simona Suriano, Fulvio Vassallo Paleologo. Unione Popolare non partecipa alle elezioni regionali siciliane. Una scelta dettata dalle condizioni di estrema difficoltà: non è facile, infatti, organizzare ad Agosto una doppia raccolta delle firme e le liste per le elezioni politiche e le elezioni regionali siciliane. Così i vertici di questa nuova formazione politica hanno deciso di partecipare solo alle elezioni politiche nazionali. Un peccato, perché alle elezioni regionali calabresi De Magistris, da solo, ha raggiunto il 15%, mentre alle elezioni comunali di Palermo la lista ha preso il 4% circa. Se alle elezioni regionali siciliane il Movimento Cento Passi di Claudio Fava non si fosse presentato con il PD l’alleanza con Unione Popolare sarebbe stata nelle cose: ci sarebbe stata una lista alle regionali siciliane e una lista più forte alle elezioni politiche in Sicilia. Peccato.

Unione Popolare di De Magistris ha ricevuto l’appoggio di Pablo Iglesias, leader di Podemos, e di Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise e di Nouvelle Union populaire écologique et sociale

“Unione Popolare è una lista sostenuta da DeMa (il movimento di Luigi De Magistris), Manifesta, Potere al Popolo e Rifondazione Comunista. Nei giorni scorsi Unione Popolare ha ricevuto l’appoggio politico di Pablo Iglesias, leader di Podemos, che ha seguito l’appoggio di Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise e di Nouvelle Union populaire écologique et sociale. Unione Popolare si presenta bene nel Sud, sia perché De Magistris a Napoli, in Calabria e in altre aree del Mezzogiorno gode di grande stima, sia perché tanti meridionali che avevano aderito al Movimento 24 Agosto per l’Equità territoriale di Pino Aprile hanno abbandonato questo movimento per fondare Futuro Meridiano che appoggia, per l’appunto, Unione Popolare, unica formazione politica ad aver sollevato il tema dell’Autonomia differenziata in questa campagna elettorale, ovvero lo squallido tentativo delle Regioni del Nord Italia di scippare alla Regioni del Sud non meno di 60-70 miliardi di euro all’anno. Interessante un post su Facebook di Unione Popolare, che vale la pensa di leggere (oggi il consenso politico si raccoglie anche sulla rete): “Letta e Meloni fanno finta dì essere nemici irriducibili. Ma in realtà, come visto nel dibattito organizzato da il Corriere della Sera, sono d’accordo più o meno su tutto. Entrambi vogliono continuare a mandare armi all’Ucraina, entrambi vogliono tenere i salari bassi senza fare un vero salario minimo legale, entrambi vogliono continuare a sottostare ai diktat dell’austerità per non infastidire la finanza internazionale. Potranno anche dirsi destra e sinistra. Ma ormai i cittadini sanno che è solo una scena per fare finta che esista scelta laddove in realtà non c’è. Se vuoi qualcosa di diverso da questo teatrino dei partiti consociativi diversi fuori ma uguali dentro, c’è #UnionePopolare”. Insomma, chi in Italia si riconosce nei valori della sinistra ha oggi un partito da votare (non è un caso che in queste ore il segretario del PD, Enrico Letta, protagonista di una campagna elettorale disastrosa, ha virato bruscamente sui valori dell’Unione europea, perché ha capito che come partito di sinistra il PD non è credibile, non capendo che, oggi, la Ue non è solo ultra-liberista e globalista, ma è anche il ‘tappetino’ degli Stati Uniti d’America).

Quattro formazioni libertarie – Italia Sovrana e Popolare, Italexit di Paragone, Vita e No green Pass Alternativa per l’Italia – si presentano divise e rischiano di restare fuori dal nuovo Parlamento

Incomprensibile, invece, quello che è successo in un’altra area politica di opposizione di stampo libertario dove quattro schieramenti si presentano tutti rigorosamente divisi. Parliamo di Italia Sovrana e Popolare, Italexit di Paragone, Vita e No green Pass Alternativa per l’Italia. Anche se con sfumature diverse, queste quattro formazioni avrebbero potuto interpretare il dissenso di 6 milioni e mezzo di cittadini italiani che non si sono vaccinati contro il Covid più i tantissimi cittadini che sono stati costretti a vaccinarsi per non perdere il lavoro. Invece si presentano ognuno per i fatti propri, di fatto confondendo questo particolare elettorato. E’ noto che la legge elettorale nazionale prevede uno sbarramento del 3%; se questi movimenti si fossero presentati insieme avrebbero superato senza problemi lo sbarramento, con la possibilità di raggiungere un risultato importante. presentandosi tutt’e quattro divisi – questa almeno è la nostra opinione – rischiano di restare tutt’e quattro fuori dal futuro Parlamento nazionale. Gli stesso noiosi errori di sempre. Che dire? Speriamo di sbagliarci.

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