Mattinale

La Ue insiste con le ‘sanzioni’ alla Russia mentre USA, Cina e India acquistano fertilizzanti e altri prodotti da Putin…/ MATTINALE 487

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  • E’ un piacere scoprire quanto sono ‘intelligenti’ Ursula von der Leyen e gli altri commissari europei. E’ un piacere scoprire che i fertilizzanti russi che dovrebbero sostenere l’agricoltura europea li acquistano gli Stati Uniti, la Cina e l’India… 
  • Il gas ammoniaca russo – indispensabile per produrre fertilizzanti – attraversa l’Ucraina e finisce in tutto il mondo, tranne che nell’Unione europea. Il ruolo dell’ONU. Chissà se un giorno la Regione siciliana stringerà un accordo sui fertilizzanti con il Marocco in cambio di grano duro  
  • Tutti fanno affari sostenendo l’economia russa, tranne l’Unione europea, lasciata a fare la guardia al ‘bidone’ delle sanzioni alla Russia
  • L’export di grano russo
  • Intanto zitta zitta la Turchia ha aumentato le tariffe per il passaggio delle navi dal Bosforo e sta guadagnando una barca di soldi

E’ un piacere scoprire quanto sono ‘intelligenti’ Ursula von der Leyen e gli altri commissari europei. E’ un piacere scoprire che i fertilizzanti russi che dovrebbero sostenere l’agricoltura europea li acquistano gli Stati Uniti, la Cina e l’India… 

Le sanzioni alla Russia? Certo, valgono sempre. O quasi. Perché quando ci sono di mezzo gli Stati Uniti d’America, o meglio, se i prodotti russi servono agli Stati Uniti d’America, ebbene, le sanzioni non valgono più, se ne può fare a meno. Ricordiamo cos’è avvenuto a metà Luglio: “La scorsa settimana gli Stati Uniti hanno emesso chiarimenti rassicurando banche, spedizionieri e compagnie assicurative che le transazioni con le esportazioni russe di cibo e fertilizzanti non violerebbero le sanzioni di Washington a Mosca”. Va bene la guerra in Ucraina, vanno bene le sanzioni alla Russia, ma i prodotti russi che servono agli Stati Uniti d’America, a cominciare dai fertilizzanti (per la cronaca, Cina e Russia sono tra i più grandi produttori di fertilizzanti nel mondo) non fanno parte delle sanzioni (qui per esteso il nostro articolo di Luglio).  Insomma, gli americani non sono ‘intelligenti’ con l’Unione europea della signora Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione europea che ha bloccato l’importazione di fertilizzanti russi in Europa per colpire il Paese di Putin. Peccato che a fare la spese di questa scelta ‘lungimirante’ dell’Europa operata dalla ‘nostra’ Ursula von der Leyen sono gli agricoltori europei, dal momento che l’Unione europea non è autosufficiente in materia di fertilizzanti. Una bella fregatura, per esempio, per chi in Europa produce grano (come i produttori di grano duro di Sud e Sicilia costretti ad acquistare i fertilizzanti – ammesso che li trovino – a un prezzo triplicato). Certo, gli agricoltori europei, senza fertilizzanti, sono nei guai. Però facciamo un dispetto alla Russia di Putin. Volete mettere? In queste ore scopriamo che gli americani, i cinesi e gli indiani si prendono i fertilizzanti e altri prodotti russi che la Ue non acquista nel nome delle ‘sanzioni intelligenti’. Ma andiamo con ordine.

Il gas ammoniaca russo – indispensabile per produrre fertilizzanti – attraversa l’Ucraina e finisce in tutto il mondo, tranne che nell’Unione europea. Il ruolo dell’ONU. Chissà se un giorno la Regione siciliana stringerà un accordo sui fertilizzanti con il Marocco in cambio di grano duro  

Le nostre fonti sono i report di Sandro Puglisi, analista dei mercati internazionali. “Dal bacino del Mar Nero – scrive Puglisi – le Nazioni Unite stanno spingendo Russia e Ucraina a concordare un accordo sul gas di ammoniaca che potrebbe stabilizzare lo storico accordo sul grano. L’accordo proposto sull’ammoniaca, riportato per la prima volta dal Financial Times, consentirebbe di esportare l’ammoniaca, un ingrediente chiave per i fertilizzanti a base di nitrati”. Insomma, mentre infuria la guerra tra russi e ucraini, mentre gli europei si privano dei fertilizzanti, o meglio, mentre la Commissione europea della von der Leyen prima gli agricoltori europei di fertilizzanti, costringendo gli agricoltori europei ad acquistare fertilizzanti a un prezzo quasi triplicato, l’ONU patrocina un accordo che consentirà alla Russia di esportare il gas di ammoniaca verso il resto del mondo facendolo passare dall’Ucraina. In pratica, l’accordo sull’ammoniaca è già operativo: “Il gas di ammoniaca di proprietà del produttore russo di fertilizzanti Uralchem ​​- leggiamo nel report di Sandro Puglisi – sarebbe stato portato tramite gasdotto al confine tra Russia e Ucraina e lì sarebbe stato acquistato dal commerciante di materie prime con sede negli Stati Uniti, Trammo. L’oleodotto che trasporta l’ammoniaca dalla regione russa del Volga al porto ucraino di Odessa sul Mar Nero è stato costruito circa 40 anni fa ed è progettato per pompare fino a 2,5 milioni di tonnellate di ammoniaca all’anno. I flussi finanziari effettivi non sono trascurabili”. Morale: fertilizzanti e ammoniaca (indispensabile per produrre fertilizzanti) della Russia sono finiti agli Stati Uniti. Il tutto sotto gli occhi dei governanti dell’Unione europea che hanno lasciato gli agricoltori europei (non tutti in verità, perché ci sono Paesi europei che i fertilizzanti li acquistano dal Marocco, grande produttore di fertilizzanti che sta ampliando la propria capacità produttiva: chissà, magari un giorno, quando la Sicilia avrà finalmente un presidente della Regione che si occuperà di agricoltura si potrebbe tentare un accordo con il Marocco: grano duro siciliano in cambio di fertilizzanti, visto che in Marocco la siccità non dà tregue e che i marocchini, a differenza degli italiani, non vogliono sentire parlare di grano canadese al glifosato e alle micotossine).

Tutti fanno affari sostenendo l’economia russa, tranne l’Unione europea, lasciata a fare la guardia al ‘bidone’ delle sanzioni alla Russia

Sempre nel report di Puglisi apprendiamo che oggi il presidente russo Vladimir Putin incontrerà il primo ministro indiano, Narendra Modi, in Uzbekistan. Tema: le vendite di fertilizzanti russi all’India. Questo grande Paese ha deciso di produrre grandi quantità di grano (cambiamenti climatici permettendo). la Russia, a propria volta, acquista prodotti alimentare dall’India. Apprendiamo così che non ci sono solo gli Stati Uniti che acquistano i fertilizzanti dalla Russia, anche l’India acquista i fertilizzanti dalla Russia. Morale: se la Ue voleva colpire la Russia non acquistando i fertilizzanti, questa sanzione ‘intelligente’ sta fallendo miseramente, perché i fertilizzanti russi che non arrivano più in Europa vanno negli Stati Uniti e in India. Nel report leggiamo che il fatturato commerciale della Russia con l’India ha raggiunto la somma pari a 11,5 miliardi di dollari nella prima metà del 2022. “Le importazioni indiane di fertilizzanti dalla Russia – leggiamo sempre nel report – sono salite a 1,03 miliardi di dollari in aprile-luglio rispetto ai 773,54 milioni di dollari dell’intero anno fiscale fino al 31 marzo 2022, secondo il sito web del Ministero del Commercio indiano. L’India è alla ricerca di un accordo triennale di importazione di fertilizzanti con la Russia”. Putin ha incontrato anche il presidente cinese, Xi Jinping, a margine del vertice nell’antica città uzbeka di Samarcanda, sulla Via della Seta. “India e Cina – leggiamo sempre nel report di Puglisi – sono i principali acquirenti dell’energia russa, contribuendo ad attutire Mosca dagli effetti delle sanzioni occidentali e consentendo alle due economie asiatiche di assicurarsi materie prime a prezzi scontati rispetto alle forniture di altri Paesi. Le due nazioni asiatiche non hanno criticato pubblicamente le azioni di Mosca in Ucraina, nonostante le proteste in Occidente”. Insomma, mentre Cina e India acquistano l’energia russa e alcune materie prime “a prezzi scontati”, in Europa mancano i fertilizzanti…

L’export di grano russo

Nel report leggiamo inoltre  che, “secondo Russian Grain Union, la Russia ha esportato 1.323 milioni di tonnellate di grano nella prima decade di settembre, il 28,3% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Le spedizioni di orzo sono diminuite del 41% a 133,5 thsd tonnellate, mais – del 67% a 10 thsd tonnellate. Elena Turina, Direttore del Dipartimento Analitico di RGU, ha osservato che il calo delle esportazioni è dovuto principalmente a una riduzione delle spedizioni in Turchia”. “L’export verso la Turchia è diminuito di 440 thsd tonnellate, ovvero del 72%”, – ha precisato, osservando che ciò si spiega con la sostituzione del grano russo con quello di origine ucraina nell’ambito del ‘grain deal’. Allo stesso tempo, l’Egitto sta aumentando gli acquisti di grano russo. In generale, la geografia delle spedizioni è in espansione. Una grossa partita di oltre 53 thsd tonnellate è stata spedita a Gibuti. Stabile l’export verso Pakistan, Tunisia, Algeria. Inoltre, l’Algeria sta sostituendo il grano francese con quello di origine russa. Questa tendenza è stata osservata dalla fine della scorsa stagione”.

Intanto zitta zitta la Turchia ha aumentato le tariffe per il passaggio delle navi dal Bosforo e sta guadagnando una barca di soldi

Ci sono anche notizie poco favorevoli per l’Africa, un Continente tradizionalmente sostenuto dal grano russo. “Finora il grano russo – leggiamo ancora nel report – non è stato spedito nei Paesi dell’Africa centrale e meridionale nel 2022/23 MY. Non ci sono consegne in Mozambico, mentre un anno fa sono state inviate 52 mila tonnellate di grano. Un anno fa, 70 mila tonnellate sono state esportate in Nigeria e 40 mila tonnellate in Congo. Quest’anno non ci sono ancora state consegne in questi Paesi. Ciò è dovuto alla crescita dei costi logistici e alla fornitura limitata di navi”. Ma anche al fatto che la Turchia ha aumentato drasticamente la tariffa per il passaggio delle navi attraverso il Bosforo”. Il messaggio è chiarissimo: ci sarà anche una guerra in corso, ma ogni Paese tira acqua al proprio mulino: gli Stati Uniti si prendono i fertilizzanti russi (che dovrebbero andare agli agricoltori europei); Cina e India acquistano fertilizzanti e altri prodotti russi che l’Unione europea non acquista più dalla Russia nel nome delle ‘sanzioni’; la Turchia ha aumentato le tariffe per il passaggio delle navi sul Bosforo. A quanto pare, a fare la guardia al ‘bidone’ delle sanzioni alla Russia è rimasta solo l’Unione europea della signora Ursula von der Leyen. E noi che pensavamo che il più ‘bravo’ di tutti, nella grande Unione europea fosse Super-Mario Draghi con la sua ‘Agenda’; oggi scopriamo che per ‘intelligenza’ e ‘lungimiranza Super-Mario e Ursula se la giocano…

Foto tratta da Fare l’Europa

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