Con molta probabilità, a meno di colpi di scena, Mercoledì, alla fine del conteggio dei voti ‘postali’ – imbrogli elettorali del nostro tempo (vedere la vittoria farlocca del democratico Joe Biden sul repubblicano Donald Trump: il 99% dei voti postali a Biden una farsa – i socialdemocratici svedesi verranno dichiarati i vincitori dell’elezioni svedesi: così vuole quello che resta dell’Unione europea e così vogliono gli Stati Uniti d’America, specializzati in elezioni ‘tarocche’. Ma c’è un dato politico che è la ‘fotografia’ della politica della Svezia di oggi: un Paese spaccato a metà tra chi vuole continuare a tentare un’integrazione complicata con gli immigrati, con la criminalità che cresce di giorni in giorno (le cronache registrano guerre tra bande anche durante le elezioni) e chi vuole imporre una svolta radicale chiudendo le frontiere agl’immigrati. Quando in un Paese – peraltro mite e civile come la Svezia – i due schieramenti sono al 50% e 50%, ebbene, non è solo difficile pensare a un Governo (che avrebbe una maggioranza risicatissima in Parlamento, anche eventuali ‘aggiustamenti’ con il voto ‘postale’ non cambierebbero molto la sostanza), è difficile pensare che si possano governare migranti e bande di criminali in guerra.
Oggi, a chiusura dei seggi, i primi exit-poll premiavano i socialdemocratici della premier uscente Magdalena Andersson, che veniva data in testa con il 29,3% delle preferenze. Seguiva, con un risultato storico, l’estrema destra guidata da Jimmie Akesson volata al 20,5%; un risultato incredibile, se è vero che superava anche i Moderati di Ulf Kristersson, fermi al 18,8 per cento. Insomma, stamattina, sommando i voti, la sinistra arrivava al 50%, mentre la destra si fermava al 48%. Ricordiamo cje in Svezia i cittadini sono stati chiamati al voto non soltanto per le elezioni politiche, ovvero per le elezioni dei rappresentanti del Parlamento, ma anche per i Consigli regionali e per i Comuni. Per ora i risultati che vengono fuori sono unificati; sarà interessante, a spoglio ultimato, conoscere non soltanto i voti relativi alla composizione del nuovi Parlamento svedese, ma anche i risultati regionali e comunali. Questo perché ci sono zone della Svezia dove tutto sommato non ci sono grandi problemi, mentre ci sono aree del Paese dove gli immigrati e, soprattutto, le bande di criminali fanno il bello e il cattivo tempo. Per tanti anni la socialdemocrazia svedese è riuscita a contemperare le contraddizioni; oggi non è più così.
Dicevamo dei risultati. Mentre la mattina di oggi, come già ricordato, registrava una lieve prevalenza socialdemocratica, nel pomeriggio le parti si sono invertite. Tanto che c’è chi scrive che la destra potrebbe andare al Governo della Svezia. Noi non ci crediamo, soprattutto dopo che il Governo uscente a guida socialdemocratica di Magdalena Andersson ha deciso di far aderire questo Paese alla NATO, che significa anche adesione all’area del dollaro. E siccome gli americani sono specialisti in elezioni taroccate dai tempi di Kennedy, sfruttando i voti ‘postali’ si inventeranno qualcosa per far vincere i socialdemocratici. Qualcuno potrebbe obiettare che anche la destra svedese è favorevole all’adesione alla NATO. Ma la destra svedese – con gli estremisti di destra a oltre il 20% dei voti – potrebbe creare problemi agli Stati Uniti, non tanto per l’adesione alla NATO, che è scontata, quanto per l’adesione all’area del dollaro, perché di solito la destra estrema e anti-capitalista e anti-liberista. Sulla carta, a contendersi il Governo del Paese sono la premier uscente di centrosinistra filo-americana, Andersson, e il leader dei Moderati, Ulf Kristersson, che però si trascina dietro di sé l’estrema destra nazionalista e anti-immigrazione dei Democratici svedesi, guidati da Akesson, proiettata verso un secondo inimmaginabile prima delle elezioni. A nostro modesto avviso, a sistemare tutto, cioè a dare il Governo ai socialdemocratici penseranno gli Stati Uniti che con i voti ‘postali’ hanno grande dimestichezza. Ma la Svezia che esce dalle elezioni è – lo ribadiamo – un Paese diviso a metà che sarà in grado di garantire ciò che agli americani interessa – adesione alla NATO e all’area del dollaro – ma che non sarà in grado di governare i processi sociali e anche economici che renderanno sempre più problematica la vita di questo Paese dove in tante, troppe aree domina ormai incontrastato il caos.