Si complica lo scenario dell’export di grano dal Mar Nero. Si va verso novità non esattamente positive. Il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha ribadito che vuole ridiscutere l’accordo sul corridoio di esportazione di grano e altri prodotti agricoli. L’argomento è delicato e bisogna fare molta attenzione a riprendere i mezzi d’informazione occidentale che, spesso, per piaggeria verso gli Stati Uniti d’America alterano anche le parole dei vertici russi. Noi ci fidiamo della nostra fonte, ovvero i report dell’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi. Il quale riporta una dichiarazione di Putin dove si ribadiscono le accuse all’Occidente: “Se escludiamo la Turchia come Paese intermediario, quasi tutto il grano esportato dall’Ucraina non viene inviato ai Paesi in via di sviluppo più poveri, ma ai Paesi dell’Unione Europea. Ancora una volta, i Paesi in via di sviluppo sono stati semplicemente ingannati e continuano ad essere ingannati. È ovvio che con questo approccio, la portata dei problemi alimentari nel mondo aumenterà… il che può portare a una catastrofe umanitaria senza precedenti”. La questione è spinosa e noi non abbiamo molti elementi. A darci una mano è sempre Puglisi che nel suo report scrive: “In Europa, le notizie di mercato di ieri sono state dominate dalle osservazioni di Putin. Pertanto, ancora una volta i fattori geopolitici hanno influenzato i prezzi dei cereali. Il grano è salito di €10/t per la scadenza di Dicembre, per raggiungere il livello più alto in oltre un mese. Il mais è aumentato di €8,5/t nei contratti di novembre”. Quindi il prezzo del grano in Europa cresce, mentre in Sicilia e nel Sud Italia va giù. E’ chiaro che si è messa in moto la solita speculazione per strappare agli agricoltori di Sicilia e Sud Italia il grano duro a prezzi bassi. In genere, queste speculazioni avvengono facendo arrivare nel Sud e in Sicilia grano duro estero. Il dubbio è che la speculazione al ribasso possa essere ‘pilotata’ con il grano duro ucraino, che invece di andare in Africa viene spedita nel Sud Italia e in Sicilia. In effetti, qualche nave ucraina carica di grano è stata avvistata. Insomma, qualche elemento che dà ragione a Putin c’è.
Puglisi riporta anche le dichiarazioni del Ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba: “In totale – dice l’esponente del Governo ucraino – due terzi delle navi inviate sono dirette in Asia, Africa e Medio Oriente”. E’ una dichiarazione un po’ strana, quella dell’esponente del Governo ucraino che, di fatto, ammette che un terzo delle navi che partono dall’Ucraina cariche di grano e di altri prodotti agricoli non arrivano né in Africa, né in Medio Oriente. Insomma, quello del Ministro degli Esteri ucraino è un mezzo autogol. Nel report si leggono i dati sull’export ucraino, che riprende una dichiarazione di Interfax-Ucraina: “Al 6 Settembre sono già stati concessi i permessi per il passaggio di oltre 200 navi nell’ambito della ‘grain Initiative’. Il tonnellaggio totale di grano e altri prodotti alimentari esportati da tre porti ucraini ha raggiunto quasi 2.213 milioni di tonnellate. Un totale di 204 navi sono state autorizzate a muoversi per ora, comprese 108 navi in arrivo nei porti ucraini e 96 navi in partenza da essi”. Altro passaggio interessante del report di Puglisi che cita dati ONU: “Le navi Dignity (8,2 mila tonnellate di semi di girasole), Eliana (5,2 mila tonnellate di olio di girasole) e Kaptan Cevdet (2,472 mila tonnellate di semi di soia) si dirigeranno verso la Turchia. Il Seaguardian consegnerà 62.266 tonnellate di orzo, grano e semi di girasole in Spagna e il Super Henry trasporterà 51,4 tonnellate di grano in Kenya”. La Spagna è diventato un Paese africano? Questo è un altro dato che dà ragione a Putin: ed è un dato fornito dall’ONU che difficilmente può essere smentito. Elemento che si aggiunge alla storia delle navi di grano ucraine arrivate in Italia invece che nei Paesi poveri. L’Ucraina, da parte sua, precisa che circa 2,37 milioni di tonnellate di cibo hanno già lasciato i suoi porti del Mar Nero, di cui 1,04 milioni di tonnellate per i paesi asiatici e 470.000 tonnellate per gli stati africani. Nel report si legge anche che il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, “ha accusato le nazioni occidentali di aver provocato la Russia, salutando la politica di ‘equilibrio’ di Ankara riguardo alla guerra russa in Ucraina. Il presidente Erdogan dovrebbe incontrare il presidente Putin in un vertice regionale in Uzbekistan la prossima settimana. Secondo quanto riferito, parteciperà anche il presidente cinese Xi Jinping”.
Foto tratta da AGC COMMUNICATION
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