Sul Titanic

Matteo Messina Denaro il BOSS analogico nell’era digitale

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  • Alla ricerca di Matteo Messina Denaro: a proposito del nuovo blitz 
  • Sicuramente la strutturazione territoriale della provincia trapanese agevola la capacità volatile di questa primula rossa
  • Le stragi del ’92 e le reali cause della volontà stragista 

di Andrea Piazza

Sicuramente la strutturazione territoriale della provincia trapanese agevola la capacità volatile di questa primula rossa

Ennesima operazione scrupolosamente coordinata della DDA di Palermo, che intacca la rete di fiancheggiatori ed il diversificato campo largo di interessi della onorata società, rimanendo il suo massimo rappresentante, Matteo Messina Denaro, ancora a piede libero. Nel rammentare che il capo dei capi in carica sia un figlio d’arte affidato con affetto paterno al praticantato dell’insegnante massimo Salvatore Riina, il modus operandi lo rappresenta più in sintonia alla scuola di un altro illustre corleonese, Bernardo Provenzano. Sicuramente la strutturazione territoriale della provincia trapanese agevola la capacità volatile di questa primula rossa dell’era digitale che, al pari di Binu, adotta modalità di comunicazione basiche, strutturando il segreto del successo alla fuga ad una cerchia ristretta di fedelissimi.

Le stragi del ’92 e le reali cause della volontà stragista 

Dopo la sanguinose guerre di mafia prima e successivamente alle stragi del ’92 che, ancora oggi, molteplici interrogativi ripropongono sul reale apporto della mafia, nel senso che è indubbio il coinvolgimento e la corresponsabilità della compagine mafiosa, MA a parere del sottoscritto rimangono numerose perplessità per comprendere le reali cause della volontà stragista da rapportare a complessi interessi macroeconomici nazionali in chiave geostrategica post caduta Muro di Berlino. I reiterati depistaggi di Stato sono sotto gli occhi di tutti, mani sapienti senza impronte digitali per modellare “falsi collaboratori di giustizia, sottrarre computers e/o modificare files in luoghi sottoposti a sequestro con apposizione di sigilli, morti inopportune etc “. Possiamo definire Matteo Messina Denaro il BOSS analogico nell’era digitale, oltre 30 anni di latitanza in assenza di immagini non datate, soltanto un identikit su come potrebbe essere oggi, l’ultima presunta immagine non nitida acquisita da lontano all’interno di un fuoristrada. Oggi, in assenza di certezze e riscontri individualizzanti, restano i dubbi: se effettivamente cerchiamo una primula rossa, se non è fuggito all’estero, se si è sottoposto ad interventi di chirurgia plastica per cambiare la propria immagine. Alla luce dei SE & MA gli interrogativi restano tutti in gioco, senza nessuna certezza sulla persona, ma siamo consapevoli che la forza della mafia risiede nella capacità persuasiva della minaccia che gli antichi latini definivano “metus “, garantendo a tutti coloro che non la contrastano protezione, iter amministrativi procedimentali snelli, accessibilità a finanziamenti pubblici: questa è la reale forza della sostanziale della mafia, strettamente strutturata e connaturata al territorio.

Foto tratta da Il Riformista 

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