Durerà l’accordo tra Russia e Ucraina per l’esportazione di grano e altri prodotti agricoli? L’interrogativo se lo pone e lo pone nel suo report di ieri l’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi, che scrive: “La domanda ovvia sarà se l’accordo sul corridoio di esportazione reggerà in caso di escalation”. La domanda non è oziosa, perché si tratta pur sempre di un’intesa siglata nel pieno di una guerra che va avanti senza interruzione. E poiché lo scontro si inasprisce i dubbi sulla durata dell’accordo sono più che legittimi. Ancora Puglisi: “A tal proposito, SovEcon ritiene che il corridoio del grano continuerà a funzionare almeno a breve termine a meno che non ci sia un importante cambiamento nel corso della guerra e che questo evidenzi quanto sia fragile l’accordo”.
Accordo che risulterà tanto più fragile quanto più si inasprirà la guerra in corso in Ucraina. Le cronache di queste ore raccontano di offensive e di contro-offensive. Alcune fondi dicono che gli ucraini siano in recupero (ma recupero di cosa?), i russi smentiscono. Un dato certo è che la guerra con il passare dei giorni si va concentrando sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Come abbiamo scritto stamattina, si teme che le bombe possano colpire la stessa centrale. Anche se il pericolo maggiore è rappresentato dal centro o dai centri di stoccaggio del combustibile nucleare esaurito (o esausto). Un bombardamento nei luoghi dove viene custodito il combustibile nucleare esausto provocherebbe una mezza catastrofe. Nessuno se lo augura, ma è chiaro che una tempesta radioattiva provocata da un’eventuale esplosione del centro o dei centri di stoccaggio del combustibile esaurito, oltre a investire un ampio territorio (compresa l’Europa, a cominciare da Europa dell’Est e Germania), pregiudicherebbe, ovviamente, l’agricoltura dell’Ucraina e di altri Paesi vicini. Alla catastrofe ambientale si sommerebbe la catastrofe alimentare, perché a questo punto si ridurrebbe veramente l’offerta mondiale di grano e di altri prodotti (si pensi all’olio di Girasole del quale l’Ucraina è il primo produttore al mondo), con un aumento dell’inflazione alimentare. Queste cosa vanno dette ora, a futura memoria, perché le cronache di queste ore ci raccontano che le bombe – che non si capisce se siano russe o ucraine – cadono proprio accanto alla centrale nucleare di Zaporizhzhia e accanto al centro o ai centri di stoccaggio del combustibile nucleare esaurito.