Abbiamo illustrato lo scenario delle elezioni regionali siciliane. Ora passiamo alle elezioni politiche nazionali, che sono strettamente legate all’andamento della crisi del gas. Ricordiamo che, proprio oggi, la Russia interrompe completamente il flusso del gas verso l’Europa. E non sappiamo quello che succederà nei prossimi giorni. Il flusso di gas russo verso l’Europa – appena il 30% rispetto al flusso ordinario – dovrebbe riprendere il 3 Settembre. Sarà così? A nostro avviso, se la crisi economica provocata dal caro-bollette, nei prossimi giorni, non verrà affrontata adeguatamente, non escludiamo problemi per le elezioni politiche del 25 Settembre. Non solo. Analizzando le condizioni di contesto, con le bollette di luce e gas alle stelle e con possibili risvolti sulla celebrazione delle elezioni per il rinnovo di Camera e Senato, riteniamo difficile che tali risvolti – se si materializzeranno – non sortiranno effetti anche sulle elezioni siciliane che, grazie all’election day, dovrebbero essere celebrate sempre il 25 Settembre. Insomma, non escludiamo, nei prossimi 15 giorni, la possibile insorgenza di problemi economici enormi per imprese e famiglie italiane. Non escludiamo che vengano spedite a imprese e famiglie bollette di luce e gas stratosferiche che imprese e famiglie non potranno pagare. La cosa preoccupante è che tutti i partiti dicono che bisogna fare “qualcosa”, ma nessuno dice che bisogna ridurre drasticamente il costo delle bollette. Per fare questo ci vogliono i soldi. E i soldi nel sistema monetario da strozzinaggio dell’Unione europea dell’euro si possono trovare solo con lo scostamento di Bilancio (inutile chiedere all’europeista-liberista-globalista Mario Draghi il ricorso alla moneta di Stato). Le altre soluzioni sono stupidaggini. Ma il capo del Governo dimissionario, il citato Draghi, non ne vuole sapere di ricorrere allo scostamento di Bilancio. Che significa, in termini pratici: imprese e famiglie italiane si arrangino! Ciò significherà che migliaia e migliaia di aziende italiane chiuderanno i battenti licenziando migliaia de migliaia di persone; e che milioni di famiglie piomberanno nella disperazione.
A questo punto ci sembra più che mai opportuno capire perché l’Unione europea è finita in un tunnel. Con la Russia che sta bloccando le forniture di gas all’Europa. La prima cosa da sottolineare è la dabbenaggine politica di un’Unione europea che, per il gas – elemento fondamentale per il funzionamento del sistema economico – ha creato una pressoché totale dipendenza dalla Russia. Già solo questo ci dice che l’attuale Ue andrebbe sbaraccata per manifesta incompetenza politica. Abbiamo sottolineato che il capo del Governo Draghi non ne vuole sapere di scostamento di bilancio per aiutare imprese e famiglie. Nei giorni scorsi Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Affari Esteri russo, si è cimentata in un commento non certamente privo di considerazioni politiche: “Questo è un affare interno all’Italia, ma siccome il ministro degli Esteri italiano si è permesso di citare la Russia nel contesto della crisi di governo, rispondo che auguro al popolo italiano un governo concentrato a risolvere i problemi creati dai suoi predecessori e non a servire gli interessi degli americani”. Questo commento è stato interpretato come un’interferenza della Russia nella campagna elettorale in corso in Italia. Ma cosa avrebbe detto di sbagliato la portavoce del Ministero degli Affari Esteri russo se già a Settembre, prima del voto, come già accennato, potrebbero arrivare a famiglie e imprese bollette della luce raddoppiate, determinando la chiusura di migliaia di imprese e la crisi di milioni di famiglie italiane? E quando auguravano a Putin di morire? Gli europei possono dire tutto il male possibile di Putin, mentre i russi debbono tacere? E perché?
La verità è che la vera interferenza russa non soltanto sulle elezioni italiane, ma sulla vita di tutta l’Europa non è fatta solo di parole, ma anche di fatti concreti. Diciamo le cose per come stanno. La guerra in Ucraina è stata scatenata dagli americani. Sono stati gli americani, attraverso il Governo-fantoccio di Zelensky che hanno piazzato in Ucraina, a spingere lo stesso Zelensky a chiedere l’ingresso del suo Paese nella NATO. Ben sapendo che la Russia avrebbe invaso l’Ucraina. Per gli Stati Uniti la guerra in Ucraina è essenziale per frenare la crisi del dollaro e per indebolire la Russia e un’Unione europea che considerano infida. E hanno ragione: la Ue, con in testa la Germania, fino a prima dello scoppio della guerra in Ucraina, avvenuto a fine Febbraio, stava conducendo una grossa operazione economica e finanziaria con Cina e Russia, ben sapendo che tale operazione avrebbe sacrificato l’area del dollaro. Con lo scoppio della guerra in Ucraina gli americani hanno bloccato tutto e stanno costringendo l’Unione europea a schierarsi con l’Ucraina contro la Russia. E’ anche grazie alle armi fornite dagli europei che i militari ucraini hanno ucciso decine e decine di migliaia di soldati russi. Pensare che i russi dimenticheranno il voltafaccia dell’Unione europea è da stupidi. La Russia restituirà all’Unione europea – e soprattutto a Germania e Italia, Paesi in prima fila nel sentimento anti-russo – pan per focaccia.
Cosa vogliamo dire? Che per capire se il 25 Settembre si voterà in Italia per le elezioni nazionali bisognerà vedere cosa succederà nelle prossime due, forse anche tre settimane. Ascoltando in queste ore le “verità della televisione” avrete sicuramente sentito che l’Europa è pronta a fronteggiare la crisi del gas, che sono già stata programmati consistenti risparmi e bla bla bla. La realtà, però, è ben diversa. Venerdì della scorsa settimana, nella trasmissione mattutina di Radio Cusano Campus, è stato detto a chiare lettere che, già da qualche giorno, le Aziende municipali del gas di tante città italiane non riescono più a trovare dove acquistare il gas da vendere ai cittadini. Ciò significa che tra qualche settimana ci potrebbero essere problemi per la fornitura di gas nelle città italiane. Se lo scenario è questo – ed è uno scenario tragico – la chiusura di migliaia di aziende italiane, nei prossimi giorni, sembrerebbe un fatto ormai assodato. Già andare avanti in queste ore è difficilissimo, con il prezzo del gas che cresce di giorno in giorno. Il fatto che in queste ore il prezzo del gas sia sceso significa poco. Oggi c’è chi segnala che ci sono state speculazioni sul prezzo del gas da parte dei gestori. Ma questo è stato denunciato in Parlamento a fine Febbraio scorso nel corso di un question time che, in verità, ha avuto poca risonanza nel mondo dell’ìnformazione. Ed è anche logico: lo scorso Febbraio non bisognava disturbare il ‘manovratore’, ovvero il Governo dei ‘Migliori’ di Mario Draghi. Infatti sarebbe toccato al Governo bloccare le speculazioni sul gas che – lo ribadiamo – erano già presenti lo scorso Febbraio.
Scrive a proposito della speculazione sul gas l’economista siciliano Antonio Piraino: “Mentre la campagna elettorale apparentemente si intensifica in un delirio di promesse e accuse senza alcuna analisi e contestualizzazione delle condizioni del Paese, un Popolo attonito assiste senza sapere cosa fare ad un autentico esproprio destinato a distruggere centinaia di migliaia di imprese e famiglie. Dunque i prezzi dell’energia sono esplosi! Ma cosa dice la teoria economica circa le cause di crescita dei prezzi di un bene. I prezzi crescono quando cresce la domanda del bene: quando crescono i costi di produzione del bene; quando una posizione dominante sul mercato (connessa ad una struttura oligopolistica) permette di realizzare ‘rendite di posizione’, cioè sovraprofitti. Una regia globale del sistema sta puntando a fare passare l’idea che sono esplosi i costi di produzione per giustificare un massiccio intervento pubblico ( cioè a spese di tutti) a riprova della sensibilità sociale di tutte le forze politiche ‘istituzionali’. In realtà la drammatica situazione che stiamo vivendo è connessa alle speculazioni in atto delle grandi multinazionali energetiche, come sta emergendo seppure con difficoltà dalla diffusione dei dati relativi agli spaventosi sovraprofitti di imprese come l’ENI. Ma perché la politica non indaga e riflette? La risposta è semplice e drammatica. L’Eni, come tutte le grandi multinazionali energetiche è controllata per oltre il 50% da investitori istituzionali globali, in particolare una decina su un totale di un centinaio. Chiaro? Ora se anche in campagna elettorale parliamo delle noccioline e non delle cause strutturali dei problemi, dei veri conflitti di interesse, possiamo ancora dire che siamo in democrazia?”.
Non ci stancheremo di ripetere che questa speculazione avveniva già lo scorso Febbraio e il Governo Draghi non è intervenuto. Perché nessuno lo dice? Ma oggi – lo ricordiamo al nostro amico Antonio Piraino – c’è un problema in più: la mancanza di offerta di gas. Proprio oggi, come già ricordato, la Russia blocca totalmente il flusso di gas verso l’Europa, che era già al 30% circa. Ufficialmente per questioni legate alla manutenzione. I quattro giorni con zero gas russo all’Europa – 30 e 31 Agosto, 1 e 2 Settembre – non potranno che provocare panico e aumento del prezzo dello stesso gas. Per un motivo semplice: perché non sappiamo se il 3 Settembre la Russia di Putin riaprirà i rubinetti del gas. Se la Russia tra quattro giorni interromperà il flusso di quel poco di gas che ancora fornisce, ebbene, sarà il caos. E siccome la Ue, con la Russia, si è comportata malissimo, questa eventualità va messa nel conto. Infine, sempre sul fronte dell’energia, c’è un’altra notizia devastante di queste ore: gli Stati Uniti d’America avrebbero deciso di esportare meno idrocarburi in Europa. Come scrive correttamente scenarieconomici.it. prima gli americani hanno spinto l’Europa a rompere con la Russia dicendo che avrebbero aiutato gli europei; oggi, causa la riduzione delle scorte, gli americani si tirano indietro. Riassumendo: su input degli Stati Uniti la Ue ha contribuito in modo sostanziale – fornendo armi all’Ucraina – ad ammazzare decine di migliaia di soldati russi; oggi la Russia sta presentando all’Unione europea l’inizio del conto (non sappiamo, infatti, oltre al taglio del gas ,cosa i russi preparano all’Europa); dopo di che gli Stati Uniti abbandonano l’Unione europea, dicendo che non possono più fornirci gas e petrolio perché non ne hanno a sufficienza.
Questi sono i risultati della politica europea e italiana. E’ stata l’Unione europea prima a mettersi d’accordo con Russia e Cina per un grande affare sul gas russo, ovvero il pagamento di una mega-fornitura trentennale di gas russo alla Cina da pagare in euro: di fatto, un’operazione per indebolire l’area del dollaro. Gli americani hanno ‘sgamato’ l’operazione, hanno scatenato la guerra in Ucraina e hanno costretto l’Unione europea a mettersi contro la Russia. Su ordine degli statunitensi l’Unione europea ha cominciato a fornire armi all’Ucraina. Oggi la Russia sta reagendo tagliando il gas all’Europa. In che cosa avrebbe sbagliato Putin? In questa storia miserabile, molto miserabile l’Unione europea ha dimostrato il suo vero volto: forte con i deboli e debole con i forti. Bravissimi a derubare, negli anni scorsi, la Grecia per un debito di circa 300 miliardi di euro, con le banche tedesche che si sono fatte i classici bagni a spese dei cittadini greci. Una vergogna senza fine. Quando gli Stati Uniti hanno intimato agli ‘europeisti’ del piffero di interrompere il dialogo con la Russia e con la Cina, l’Unione europea si è messa sull’attenti e ha cominciato a mandare armi all’Ucraina. E perché oggi i russi avrebbero torto nel tagliare il gas all’Unione europea?