Il Governo di Mario Draghi e i partiti che lo hanno sostenuto hanno deciso che due rigassificatori a terra – impianti pericolosi e inquinanti – dovranno essere realizzati nel Sud Italia e, in particolare, a Gioia Tauro, in Calabria, e a Porto Empedocle in Sicilia. Ma di tale argomento non si deve parlare in campagna elettorale, per non allarmare i cittadini che potrebbero non votare più per i partiti politici nazionali che hanno deciso questa ennesima porcata a spese del Mezzogiorno. Per la cronaca, i partiti politici che non parlano dei due rigassificatori che dovrebbero essere realizzati in Calabria e in Sicilia sono il Movimento 5 Stelle, il PD, Forza Italia, la Lega, Italia Viva e anche Fratelli d’Italia. Ci rivolgiamo quindi a tutti i cittadini del Sud Italia e della Sicilia. I rigassificatori sono impianti molto pericolosi e molto inquinanti, tant’è vero che nel mondo se ne contano pochissimi. Sono anche diseconomici, perché un conto è trasportare il gas con i metanodotti, a costi ridotti, ben diversa cosa è trasportare il gas sulle navi, gas che deve essere portato in forma liquida per essere imbarcato sulle navi e poi, una volta giunto terra dopo lunghi viaggi, deve essere trattato con i rigassificatori. Ribadiamo: con costi economici e sociali elevati. Per non parlare, ovviamente, del costo per rendere liquido il gas per essere trasportato con le navi. Vediamo come stanno le cose in Italia. Il principio applicato dall’Italia è sempre quello in auge dal 1860: se si deve realizzare un impianto che può provocare danni all’ambiente e ai cittadini è bene localizzare tale impianto nel Sud e in Sicilia. Taranto è un esempio paradigmatico. L’acciaio più economico per l’impresa che lo produce ma più inquinante per l’ambiente viene realizzato a Taranto; a Genova, invece, si preferisce l’acciaio che non inquina. Vediamo come stanno le cose in Italia sul fronte del gas e dei rigassificatori.
La politica europea nasconde la pericolosità dei rigassificatori per non allarmare la popolazione. La sensazione, che con molta probabilità è una certezza, è che i problemi alle turbine lamentati dai russi siano solo scuse per mettere in difficoltà l’Europa, a cominciare dalla Germania, Paese che in questi ultimi tempi è riuscito a farsi detestare sia dai russi, sia dagli americani. Il giornale scenarieconomici.it scrive che la UE “ha ridotto del 50% la sua dipendenza dalle forniture di gas russo, ma sarà necessario risparmiare per compensare la differenza con forniture alternative”. A nostro modesto avviso, l’Unione europea ha ridotto del 50% la dipendenza dal gas russo facendo di necessità virtù, cioè tagliando i consumi, ma non ci sono in questo momento alternative, se non il gas sotto forma di Gnl, ovvero gas liquefatto. Ma per utilizzare il Gnl occorrono i rigassificatori che in Europa scarseggiano. Nessuno lo vuole ammettere – soprattutto in questo periodo – ma i rigassificatori si contano sulla punta delle dita perché sono impianti estremamente pericolosi ed estremamente inquinanti: inquinano il mare con veleni (a cominciare dal cloro, ma non soltanto cloro) e l’eventuale esplosione di un rigassificatore provocherebbe enormi danni in un’area estesa. Realizzare rigassificatori nei porti o a ridosso di aree abitate, checché se ne dica, è molto rischioso per l’ambiente marino e per l’incolumità delle popolazioni. Non a caso la Germania ha optato per i rigassificatori galleggianti, da tenere possibilmente lontani dai centri abitati: questa soluzione elimina i rischi per i centri abitati ma non risolve il problema dell’inquinamento del mare.
Movimento 5 Stelle, PD, Lega, Forza Italia e Italia Viva nascondono questa storia in Calabria e in Sicilia nel tentativo di non perdere voti. Ricordiamoci che il 25 Settembre si voterà per le elezioni politiche nazionali (crisi economica permettendo, con riferimento alle super-bollette di luce e gas che stanno massacrando imprese e famiglie italiane). Con il rigassificatore di Porto Empedocle, per citare un esempio macroscopico, è a rischio la Valle dei Templi di Agrigento. Queste argomenti non sono molto di moda in Italia, dove già esistono alcuni rigassificatori: per la precisione, a Panigaglia, in provincia di La Spezia, a Livorno in Toscana e a Porto Viro, in provincia di Rovigo. Quello che non dicono è che il Governo di Mario Draghi – appoggiato da Movimento 5 Stelle, PD, Lega, Forza Italia e Italia Viva – ha deciso di realizzare tre nuovi rigassificatori, uno galleggiante e due impianti a terra. Il rigassificatore galleggiante dovrebbe essere realizzato dalle parti di Ravenna. I due rigassificatori più pericolosi e più inquinanti, come già accennato, dovrebbero essere realizzati in Calabria, a Gioia Tauro, e in Sicilia, a Porto Empedocle, a due passi dalla Valle dei Templi di Agrigento (il progetto per il folle rigassificatore a Porto Empedocle è stato bloccato negli anni scorsi, ma dovrebbe essere ripreso, alla faccia dei cittadini luoghi che non lo vogliono).
In pratica, i rigassificatori più pericolosi e più inquinanti dovrebbero essere realizzati in due Regioni del Sud. Ma l’argomento deve restare nascosto, perché in questo momento i partiti politici nazionali, come già ricordato, sono impegnati a carpire il voto ai calabresi e ai siciliani, per poi presentargli i progetti per i rigassificatori dopo le elezioni, nei primi mesi del prossimo anno, quando è previsto l’inizio dei lavori dei due impianti a Gioia Tauro e a Porto Empedocle. In questo momento gli esponenti dei partiti di centrodestra che governano la Sicilia e la Calabria e i partiti di centrosinistra e i grillini hanno avuto l’ordine di stare zitti, per dare modo a tutti i partiti nazionali di carpire il voto agli elettori calabresi e siciliani. E infatti nulla ha detto e dice il presidente della Regione Calabria di Forza Italia, Roberto Occhiuto, e nulla dice e ha detto il presidente uscente della Regione siciliana di centrodestra, Nello Musumeci. Sarebbe interessante capire cosa pensa del rigassificatore a Porto Empedocle il candidato di centrodestra alle elezioni regionali siciliane, Renato Schifani. Idem per il candidato di centrosinistra, Caterina Chinnici. Ci auguriamo invece che Cateno De Luca, candidato battitore libero alla presidenza della Regione siciliana, cominci a porre questo tema, opponendosi alla folle realizzazione del più grande rigassificatore a terra d’Europa a Porto Empedocle, impianto che mette a rischio la Valle dei Templi di Agrigento.
Ricordiamo che negli anni passati, ad Agrigento e a Porto Empedocle, è andata in scena una battaglia sociale contro il rigassificatore. Agli atti c’è il voltafaccia del Movimento degli autonomisti siciliani di Raffaele Lombardo. Tra la metà degli anni 2000 e il 2008 il Movimento per l’Autonomia di Lombardo era schierato contro il rigassificatore di Porto Empedocle. Nel 2008 Lombardo viene eletto presidente della Regione siciliana nel centrodestra, con quasi il 70% dei voti di lista. Un anno dopo – nel 2009 – Lombardo effettua il celebre ribaltone: butta fuori dal Governo i partiti di centrodestra e ‘imbarca’ nella Giunta mezzo PD, perché mezzo gruppo parlamentare dello stesso PD era contrario al Governo con Lombardo). E’ a questo punto che Lombardo – abituato a cambiare partiti di Governo e opinioni – cambia idea e diventa favorevole al rigassificatore. Nel 2009 l’allora assessore della Giunta Lombardo, Gaetano Armao – uomo chiave del Governo Lombardo – inaugura la svolta contro la volontà del territorio. Inizia così una battaglia a colpi di polemiche, referendum (vinto dagli agrigentini contrari al rigassificatore) e lotto popolari. Morale: anche per questioni giudiziarie il progetto del rigassificatore di Porto Empedocle, vera e propria follia (si tratterebbe del più grande rigassificatore d’Europa!), viene bloccato. Bloccato, ma non cassato. Il progetto rimane ‘dormiente’, come certi fratelli massoni che si sospendono dalla massoneria – si dice che sono in sonno – pronti però a risvegliarsi. A risvegliare il progetto per il più grande rigassificatore d’Europa ha pensato il solito Governo Draghi. Ricordiamo che il rigassificatore inquinerebbe non soltanto il mare di porto Empedocle di Agrigento, ma anche tutta la costa agrigentina: Punta Bianca spostandosi verso est e Scala dei Turchi e la Riserva naturale di Torre Salsa spostandosi verso ovest. Ovviamente, queste cose non le dice nessuno, così come ne4ssuno parla del via vai di navi gasiere che comincerebbero ad arrivare a Porto Empedocle. C’è l’inquinamento del mare e della costa, che sarebbe assicurato. Ma c’è un altro aspetto che nessuno vuole mettere nel conto, perché il solo parlarne fa paura, ovvero il pericolo di un’esplosione. Tutti sappiamo che una bombola di gas è in grano di distruggere una palazzina di due piani. Ebbene, il rigassificatore di Porto Empedocle conterrebbe un quantitativo di gas pari a miliardi e miliardi di bombole di gas! Che succederebbe se il rigassificatore dovesse esplodere? L’ipotesi non viene nemmeno presa in considerazione perché l’impianto viene considerato sicuro al cento per cento. Anche il Gpl che arrivava a Viareggio era “sicuro al centro per cento”. Ricordiamo tutti cosa successe il 29 Giugno del 2009 presso la stazione di Viareggio. Una cisterna di Gpl trasportata da un treno merci si aprì, la fuoriuscita del gas liquido innescò un incendio che diede luogo a un’esplosione. Il fuoco si propagò in un attimo in una parte della stazione di Viareggio a qualche centinaio di metri a sud del fabbricato viaggiatori propagandosi anche nelle aree abitate circostanti. I morti furono 32 morti e i feriti centinaio di feriti. Era soltanto un vagone di Gpl! Il rigassificatore di Porto Empedocle conterrebbe miliardi di vagoni di Gpl! Un impianto da realizzare poche centinaia di metri dal centro abitato di Porto Empedocle, quasi 17 mila abitanti, a due Km circa in linea d’aria dalla Valle dei Templi di Agrigento, a meno di un Km, in linea d’area dalla celebrata Scala dei Turchi. Se dovesse esplodere il rigassificatore di Porto Empedocle sarebbe un’ecatombe. Ma l’impianto si deve realizzare perché è ‘sicuro’… Ci raccomandiamo a voi, abitanti di Porto Empedocle e di Agrigento: il 25 Settembre votate i partiti favorevoli al rigassificatore di Porto Empedocle: Movimento 5 Stelle, PD, Lega, Forza Italia, Italia Viva; di Fratelli d’Italia non sappiamo: l’occasione per chiederlo ai candidati agrigentini di questo partito. Glielo chiediamo?
Nella foto (tratta da Il Riformista) gli effetti dell’esplosione di un vagone di Gpl nella stazione di Viareggio nel Giugno 2009. Il rigassificatore che vorrebbero realizzare a Porto Empedocle conterrebbe un quantitativo di Gpl pari a miliardi e miliardi di vagoni!