Questa notizia la dobbiamo raccontare, perché ci dà la misura delle differenze che esistono tra un Paese come l’India, governato da persone assennate, e l’Unione europea in generale e l’Italia in particolare governate da dilettanti allo sbaraglio. Mentre in Europa si va fermando l’economia dopo gli errori commessi dai governanti della Ue prima a livello economico e monetario, poi a livello politico, mentre in Italia tra qualche mese le bollette di luce a gas subiranno aumenti che spazieranno dal 500 al 700%, determinando la chiusura di migliaia e migliaia di aziende e l’impossibilitò di milioni di famiglie di pagare luce e gas, in India si assiste a una ripresa dell’economia dopo una difficile stagione pandemica. La notizia la leggiamo nel report dell’analista dei mercati finanziari internazionali, Sandro Puglisi. “Dal sud-est asiatico – scrive Puglisi – le importazioni di petrolio greggio dell’India sono salite a 20,34 milioni di tonnellate a Luglio, il 35,4% in più rispetto all’anno precedente, aiutate dalla maggiore domanda, secondo i dati del governo mostrati Mercoledì. Le importazioni di greggio sono aumentate del 6,4% rispetto a Giugno”. Se aumentano le importazioni di petrolio significa che l’economia indiana cresce. “Il miglioramento della domanda di petrolio greggio – leggiamo sempre nel report – è stato guidato da un aumento della mobilità e dell’attività economica dopo l’allentamento delle restrizioni pandemiche. L’India, che ha sfruttato varietà di greggio più economiche, a Luglio ha allentato le importazioni dalla Russia per la prima volta da Marzo, mentre le forniture dall’Arabia Saudita sono rimbalzate per la prima volta in cinque mesi… Le importazioni di prodotti petroliferi sono aumentate del 5,4% rispetto all’anno precedente a 3,73 milioni di tonnellate, mentre le esportazioni sono diminuite dello 0,4%. Tuttavia, si prevede che i prezzi elevati del petrolio greggio, una rupia in deprezzamento e la pressione inflazionistica limiteranno la crescita del consumo di prodotti al 4-6% su base annua per l’anno fiscale 2023″.
In ogni caso, l’economia dell’India cresce e va molto meglio dell’economia dell’Unione europea. Basti pensare che, nel 2021, l’economia dell’India è cresciuta dell’8,2% (dati veri, non i numeri fasulli forniti dall’Unione europea che nasconde l’inflazione). L’India fa parte del BRIC (Brasile, Russia India, Cina e ora anche il Sudafrica), Paesi che non si riconoscono più nell’area del dollaro e che stanno lavorando per dare vita a una valuta alternativa al dollaro per gli scambi commerciali internazionali. Stanno facendo quello che avrebbe voluto fare Gheddafi in Africa, che puntava a una moneta africana e per questo è stato ammazzato da francesi e americani, con l’Italia del Governo Berlusconi 2008-2011 che ha fornito le basi logistiche ai militari francesi e americani. Se l’India fa parte del BRIC, l’Unione europea è un’espressione geografica asservita all’area del dollaro con una moneta unica fragile, se non ridicola – l’euro – destinata a scomparire nel vortice dello scontro epocale tra area del dollaro e Cina. Prima della scomparsa dell’euro scomparirà l’economia dell’Unione europea, sommatoria informe e disallineata di 27 Paesi che viene considerata infida dagli Stati Uniti e, adesso, anche da Cina e Russia.