- Pumilia: “A Giuseppe il mio affetto e la mia stima. A questo partito la riprovazione più sdegnata e la chiara presa di distanza”
- L’incoerenza di Enrico Letta
- Anthony Barbagallo, ‘fotocopia’ di Letta in Sicilia
- Lo stile di Giuseppe Lupo
- I consigli inascoltati di Giovanni Barbagallo
- L’unica nota positiva è che dopo il 25 Settembre Enrico Letta non sarà più il segretario del PD
di Carmelo Raffa
Pumilia: “A Giuseppe il mio affetto e la mia stima. A questo partito la riprovazione più sdegnata e la chiara presa di distanza”
Sull’esclusione di Giuseppe Lupo dalle liste del PD per le elezioni regionali siciliane Calogero Pumilia (nella foto sotto), più volte parlamentare nazionale della Democrazia Cristiana (per la precisione, dalla sesta alla decima legislatura), con alle spalle anche incarichi di Governo e una passione per il giornalismo, nella rubrica ‘Minimi pensieri’ che tiene su Facebook, scrive: “Senza nessun titolo, alcune pagelle agli ‘statisti’ del Partito Democratico e non solo. Letta appalta ai gabelloti siciliani la gestione di una vicenda che, incrociando elezioni nazionali e regionali, avrebbe dovuto essere condotta da persone responsabili e capaci e con riferimento alle esigenze del territorio. Il ‘gabelloto’ segretario regionale, tanto ilare quanto inadeguato, ha scambiato il partito e la Sicilia per un ronzino che lo porterà in Parlamento a deprimere il livello medio già prevedibilmente molto basso. Gli ex comunisti del PD siciliano ipocritamente ‘dispiaciuti’ per l’estromissione del leader del gruppo maggiore dotato di una cultura e di uno stile a loro lontani ed estranei, probabilmente gioiscono per un ritrovato, irrilevante DS (Democratici di Sinistra). Caterina Chinnici: dietro un nome illustre il vuoto attraversato da una intransigenza giustizialista a fasi alterne e utilizzata ora, a distanza di alcuni anni di pacifico garantismo, nell’ingenuo tentativo di bloccare la prevedibilissima prova di nullità e inaffidabilità dei grillini. A questi ultimi nessuna pagella. Non si sprecano giudizi per chi non ha alcuna attitudine alla politica e alla serietà. Alla destra, dopo i disastri di questa legislatura, buon viaggio verso una vittoria senza merito né fatica. Non potevano scegliere avversari ‘migliori’. A Giuseppe Lupo la conferma di una rara, severa intelligenza che sarà generalmente apprezzata ma non troverà riscontri tra gli strampalati interpreti di un’operetta’ da quattro soldi”. Ancora Pumilia: “Giuseppe Lupo è un uomo per bene, un dirigente politico di valore da anni al servizio della Sicilia con intelligenza e stile. Da capogruppo all’Assemblea regionale ha supplito alla vacuità e irrilevanza degli organi del partito in opposizione alla Giunta di destra”. Qui arriva il giudizio più duro: “La sua esclusione dalla lista per le elezioni regionali è una canagliata messa in atto da un gruppo di incapaci senza storia né dignità. A Giuseppe il mio affetto e la mia stima. A questo partito la riprovazione più sdegnata e la chiara presa di distanza”. Ancora Pumilia: “La Sicilia, secondo Letta, è diversa da tutte le altre Regioni d’Italia. Enrico, stia sereno, perché il PD estremista giustizialista non avrà più né la mia tessera e neanche il mio voto!”.
L’incoerenza di Enrico Letta
Per comprendere meglio gli avvenimenti politici del centrosinistra avvenuti in Sicilia negli ultimi giorni occorre risalire a ciò che è successo nelle sedi romani nei mesi precedenti. Dopo la fine del Governo Conte due il Presidente della Repubblica affidò l’incarico per formare il nuovo dicastero a Mario Draghi, chiedendo a tutte le forze politiche di sostenerlo in virtù del momento difficile che attraversava il Paese. Tranne Fratelli d’Italia, tutte le altre politiche accordarono la fiducia a Mario Draghi e tutti all’epoca abbiamo notato l’entusiasmo manifestato dal capo dei cinque stelle Beppe Grillo che affermava: “Mario Draghi è molto capace ed è un grillino”. A distanza di qualche anno le cose sono cambiate e il nuovo leader dei Cinque stelle, giorno dopo giorno, incalzava il Governo ad attuare le cose care al Paese e al suo movimento. Ciò infastidiva l’alleato PD che interferiva nel Movimento provocandone una scissione capeggiata da Luigi Di Maio. Nei giorni successivi veniva meno la fiducia al Governo poiché Forza Italia, Lega e Cinque stelle non be votavano la fiducia al Senato. A questo punto Enrico Letta, segretario del PD, dichiarava la rottura dei rapporti politico elettorale col Movimento Cinque Stelle e quindi affermava che il PD avrebbe costruito un “campo largo” con altre forze politiche. Enrico Letta contattò i gruppi della sinistra, Verdi e Carlo Calenda, tranne Matteo Renzi di cui ricordava la condanna all’esilio in Francia che gli aveva fatto subire. Carlo Calenda che dopo avere abbracciato e baciato Letta e firmato un accordo con lo st6esso segretario del PD si è rimangiato tutto. E Letta che aveva rotto il patto con i Cinque stelle per la sfiducia a Draghi si ritrovò alleato di Fratoianni e Co. Che si erano distinti assieme a Fratelli d’Italia nel votare contro i provvedimenti del Governo Draghi. Letta rompe con i Cinque stelle e si allea con Fratoianni. Bella coerenza!
Anthony Barbagallo, ‘fotocopia’ di Letta in Sicilia
In Sicilia sembrava che le cose andassero diversamente, perché dopo la rottura dei rapporti a Roma tra PD e grillini si celebrarono le primarie del centrosinistra con la partecipazione di PD, Movimento 5 Stelle e il Movimento Centopassi di Claudio Fava. Le primarie, grazie all’impegno profuso dai circoli e dagli attivisti del PD e principalmente da Giuseppe Lupo e dagli altri leader del partito diedero la vittoria a Caterina Chinnici. Nel programma presentato dalla Chinnici e dagli altri candidati non si leggevano divieti per le candidature di persone indagate. Ma Caterina Chinnici, su pressione dei Cinque stelle che minacciavano di sganciarsi dall’alleanza, pose il problema al PD. Gli organismi competenti del PD avevano approvato all’unanimità, con le stesse regole che valgono a livello nazionale e nelle altre Regioni, la candidatura di Giuseppe Lupo e di altri. A questo punto il Segretario regionale del PD, Anthony Barbagallo, che ha goduto di privilegi per le candidature al Parlamento nazionale su input di Enrico Letta, dichiarava che la Chinnici aveva la delega piena per decidere sulle candidature. Nel partito si creava un marasma e la maggioranza dei dirigenti chiedeva le dimissioni di Anthony Barbagallo. Nel frattempo i grillini, con l’imposizione di Giuseppe Conte, ritiravano l’appoggio alla candidata alla presidenza della Regione siciliana designata dalle primarie, Caterina Chinnici. Enrico Letta, con una nota, chiarisce “che la rottura da parte dei Cinque stelle risulta pretestuosa a proposito delle candidature degli indagati in quanto in Sicilia nessun indagato sarebbe stato candidato”. Così il segretario nazionale del PD ha determinato che la Sicilia verrà discriminata rispetto a tutte le altre Regioni dimenticandosi che qualche mese fa pregò Giuseppe Lupo di candidarsi alle elezioni comunali per rafforzare il partito. Incoerenza su incoerenza da parte di Letta. Un segretario, Letta, che ha discriminato le persone e i siciliani.
Lo stile di Giuseppe Lupo
Come reagisce il diretto interessato, ovvero Lupo? Da persona per bene qual è sempre stato su Facebook precisa: “Sosterrò le liste del PD alle prossime elezioni regionali e nazionali e Caterina Chinnici per la presidenza della Regione siciliana, anche se ho deciso di non ricandidarmi all’Ars per non alimentare una strumentale polemica che danneggerebbe il Partito Democratico. Fin dall’inizio ho precisato che non pretendevo di candidarmi, pur essendo nella condizione di poterlo fare nel rispetto delle leggi e delle regole del PD. Avevo offerto la mia disponibilità, come d’altronde ho sempre fatto, anche in occasione delle recenti elezioni amministrative a Palermo quando, anche su richiesta del partito nazionale, mi sono candidato al Consiglio comunale contribuendo con la mia elezione all’affermazione del PD, risultato primo partito in città. Ringrazio tutti coloro che, anche in questi giorni, mi hanno incoraggiato manifestandomi il loro affetto e la loro stima”.
I consigli inascoltati di Giovanni Barbagallo
Sulla vicenda era intervenuto anche Giovanni Barbagallo, ex parlamentare del PD all’Assemblea regionale siciliana poi approdato al Parlamento europeo che su Facebook scrive: “Una delle forme peggiori di violenza è quella di chi condanna senza una sentenza definitiva o, peggio ancora, di chi giudica senza conoscere i documenti! Se non si vuole assecondare una deriva giustizialista che non c’entra nulla con la questione morale, né con il codice etico del PD, occorre candidare Giuseppe Lupo, Luigi Bosco e Angelo Villari senza ulteriori ed inutili discussioni! Sarebbe gravissimo se qualcuno volesse fare selezione della classe dirigente con comportamenti moralistici che ledono i più elementari principi dello Stato di diritto! La riscoperta della morale nella politica è essenziale, ma bisogna distinguere le specifiche situazioni di ciascuno e agire con la stessa imparzialità nei confronti di tutti!”.
L’unica nota positiva è che dopo il 25 Settembre Enrico Letta non sarà più il segretario del PD
Non sembra che le parole di Giovanni Barbagallo abbiano trovato ascolto presso il PD, se è vero che Lupo non è candidato e che Angelo Villari – segretario provinciale del PD di Catania – si è dimesso dal partito e si è candidato all’Assemblea regionale siciliana nelle file del Movimento Sicilia Vera di Cateno De Luca. Concludendo si può affermare che Enrico Letta deve stare sereno, perché dopo il 25 Settembre non sarà sicuramente il segretario del PD che dalle urne uscirà fortemente ridimensionato. Solidarietà massima ad un vero amico che ha dovuto subire in questi giorni insulti e frustrazioni. Peppino, per i molti sei e rimani una Persona Per Bene!
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