Senza stile. Non c’è altra formula per definire l’operazione da 5 milioni di euro di cantieri di lavoro lanciata dall’assessorato al Lavoro della Regione siciliana in piena campagna elettorale. Siamo i primi a dire che il lavoro è prioritario. Ma non si possono chiamare a raccolta i Comuni siciliani con un numero inferiore a 10 mila abitanti – ovvero tantissimi Comuni dell’Isola – con i cantieri di lavoro a un mese dal voto per le elezioni politiche nazionali e per le elezioni regionali siciliane. Questo non è un semplice atto amministrativo: questa, al contrario, è una scelta politica che l’assessore regionale al Lavoro e alle Politiche sociali, Antonio Scavone, non può non conoscere. Questo, in lingua italiana, si chiama clientelismo elettorale della peggiore specie. Per carità, in un qualunque altro momento sarebbe stato un atto amministrativo normale, anzi anche meritorio, perché i cantieri di lavoro interessano le famiglie in grande difficoltà economica. Ma – lo ribadiamo – non si può procedere con i cantieri di lavoro in campagna elettorale. Perché un atto amministrativo come i cantieri di lavoro, in un momento particolare della vita pubblica – il momento in cui i cittadini sono chiamati ad eleggere i rappresentanti del Parlamento nazionale e del Parlamento dell’Isola – è decisamente fuori luogo. Sarebbe bene che l’assessore regionale al Lavoro, Antonio Scavone, si chiami i dirigenti che hanno firmato questo atto e li inviti a ritirarlo e a ripresentarlo dopo le elezioni. I Comuni hanno già presentato le domane? Non c’è alcun problema: tutto rimane ‘congelato’ fino al 25 Settembre, giorno in cui si voterà per le elezioni politiche nazionali e regionali. Ci sembra il minimo per evitare di inficiare il risultato delle elezioni con un’iniziativa inopportuna dal sapore molto clientelare.