Più che una storia, quella delle Terme di Sciacca nella cosiddetta Seconda Repubblica, è una telenovela. Nella Prima Repubblica questo bellissimo stabilimento termale ricco di storia funzionava perfettamente. Dalla metà degli anni ’90 del secolo passato in poi è iniziata una crisi che ha portato sette-otto anni fa alla chiusura e al lento abbandono di questo luogo. Fino a quando la gestione delle Terme di Sciacca è stata pubblica ha funzionato. Quando sono iniziate le privatizzazioni – disastro liberista voluto dalla Seconda Repubblica – sono cominciati i guai. Cinque anni fa, quando si insediò il Governo regionale di Nello Musumeci, sembrava che si sarebbe arrivati a una svolta. Ma è stata un’illusione. A nostro modesto avviso il Governo regionale oggi dimissionario ha provato a sbloccare la situazione. Ma gli interessi pesanti che stanno dietro alle Terme di Sciacca (e anche alle terme di Acireale) – interessi nazionali e internazionali – hanno bloccato tutto. Prima di andare via lo stesso Governo Musumeci sta provando a imprimere una svolta, in verità un po’ tardiva. Proprio nel bel mezzo di una confusa campagna elettorale la Giunta regionale ha deliberato la partecipazione a un avviso per la raccolta di manifestazioni di interesse ai fini dell’acquisizione di immobili. Operazione gestita da un fondo che opera nel settore del turismo gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti. La cosa un po’ strana è che a dare notizia di questa storia non è stato il Governo regionale, ma il parlamentare regionale uscente Matteo Mangiacavallo, ex grillino che si ripresenta alle elezioni regionali nelle file di Fratelli d’Italia nel collegio di Agrigento, dopo aver incassato una sconfitta alla recenti elezioni comunali di Sciacca. Volendo, Mangiacavallo, nell’ultimo scorcio di legislatura, ha lasciato il Movimento 5 Stelle e ha aderito al movimento del presidente della Regione siciliana uscente Diventeràbellissima. Insomma non è da escludere che il parlamentare regionale uscente, Matteo Mangiacavallo, abbia concordato la sua uscita sulle Terme di Sciacca (cittadina dove il parlamentare è nato) con lo stesso Musumeci.
“La CDP Immobiliare SGR Spa, società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Cassa Depositi e Prestiti Spa – ha scritto nei giorni corsi il quotidiano La Sicilia – è la società di gestione di un fondo immobiliare riservato, in via di costituzione, che sarà sottoscritto dal ministero del Turismo attraverso l’utilizzo di 150 milioni di euro del Pnrr. Questo fondo ha la finalità di sostenere lo sviluppo turistico prevalentemente nelle zone economicamente più svantaggiate, tra cui la Sicilia, valorizzare o riconvertire immobili pubblici in strutture ricettive, sostenere le aziende alberghiere, incrementare l’offerta turistica attraverso lavori di ristrutturazione e riqualificazione delle strutture alberghiere, riqualificare il patrimonio immobiliare. A tale fine, la società di Cassa Depositi e Prestiti intende procedere all’acquisizione della proprietà di immobili, ovvero di diritto di superficie della durata minima di 70 anni sugli immobili stessi, attraverso un avviso per la raccolta di manifestazioni di interesse ai fini dell’acquisizione di immobili”. Insomma, sullo sfondo ci sono i fondi del Pnrr, ma il fatto che ci sia di mezzo la Cassa Depositi e Prestiti non significa che la gestione delle Terme di Sciacca – una volta che lo stabilimento verrà sistemato e riaperto – sarà pubblica. In ogni caso, in questo momento, la notizia è che la Regione siciliana – che è proprietaria delle Terme di Sciacca – ha deciso di aderire a questa iniziativa. Per quella parte politica della Sicilia – che non fa capo solo al centrodestra, ma anche al centrosinistra – che vuole privatizzare tutto non deve essere stata una bella notizia. “Gli eventuali lavori di riqualificazione – leggiamo sempre su La Sicilia – saranno realizzati con le risorse del Pnrr e dovranno essere ultimati entro il 2025. Il termine per la presentazione della manifestazione scadrà il prossimo 31 Agosto. Si tratta di una grande opportunità sia per le Terme di Sciacca che, in una fase successiva, per le Terme di Acireale, il cui percorso tecnico burocratico è più complesso rispetto alle strutture agrigentine”. Il 31 Agosto il Governo Musumeci sarà ancora in carica. Ciò significa che non ci dovrebbero essere problemi per portare a termine un passaggio importante che, piaccia o no, ha sbloccato uno stallo che durava da sette-otto anni. A questo punto non resta che incrociare le dite e sperare che tutto proceda bene.
I Nuovi Vespri si è occupato più volte delle Terme di Sciacca. Lo ha fatto, per citare due articoli, all’inizio e alla fine del 2019, quando lo scenario politico ed economico internazionale – con riferimento soprattutto all’Unione europea – era molto diverso dall’attuale. “Nei primi mesi del 2019 – scrivevamo nel Maggio del 2019 – si tornava a parlare delle Terme di Sciacca, già attive ai tempi di Dedalo, chiuse dal centrodestra siciliano e, in particolare, dai ‘geni’ di Forza Italia, partito che non è esagerato definire una vera e propria iattura per Agrigento e la sua provincia. Tre anni fa a riportare agli onori delle cronache uno degli stabilimenti termali più antichi della nostra Isola sono stati i protagonisti dell’associazione #ORA BASTA! di Sciacca, con in testa l’ex parlamentare nazionale ed ex sindaco della stessa cittadina dell’Agrigentino, Ignazio Messina, oggi presidente del Consiglio comunale di Sciacca. “Un gruppo di cittadini saccensi (cioè sciacchitani ndr) – si legge in un comunicato di tre anni fa – si ritroveranno a Palermo, Giovedì 23 maggio alle ore 10.30, davanti al palazzo della Regione siciliana, dove si incateneranno per mostrare, in modo eclatante ma pacifico, la stanchezza della comunità saccense privata, ormai da anni, delle sue Terme, la risorsa economica e turistica più importante della città, la cui inattività è causa evidente di crisi economica ed occupazionale oltre che di una mancata opportunità di sviluppo per tutto l’hinterland”. I protagonisti di #ORA BASTA! di Sciacca si riproponevano di “infrangere il muro di inerzia che avvolge la questione della riapertura delle Terme, restando incatenati davanti agli uffici regionali finché non verrà spiegato per quali motivi (‘reali’!) non si riesce a sbloccare l’iter che porta alla predisposizione di un bando per la ricerca di un acquirente, permanendo ormai da anni in un immobilismo devastante e senza precedenti”. Per la cronaca, #ORA BASTA! “è una associazione, apartitica e senza scopo di lucro, che nasce su iniziativa di liberi cittadini, al fine di sbloccare la situazione di degrado economico, sociale e culturale in cui versa la Città di Sciacca ed ha come obiettivo primario la riapertura dello stabilimento termale e dell’intero complesso termale. È presieduta dall’avv. Ignazio Messina, già sindaco di Sciacca, e composta da un gruppo di tecnici e professionisti che hanno fin da subito messo a disposizione dell’amministrazione comunale saccense e di quella regionale le loro competenze ai fini dell’attuazione di un programma che porti in breve tempo alla riapertura delle Terme di Sciacca”. Ha sortito effetti quell’iniziativa? A giudicare da ciò che è avvenuto dopo non sembrerebbe. O magari ci sbagliamo noi. Chissà.
I Nuovi Vespri, tre anni fa, ha provato a illustrare il perché dell’immobilismo che da sette-otto anni blocca ogni iniziativa di rilancio delle Terme di Sciacca. Leggiamo cosa scriveva tre anni fa I Nuovi Vespri: “Bisogna partire dal presupposto che la Sicilia è una ‘colonia’ dell’Italia. Ma non soltanto dell’Italia. Basti pensare che, dalla fine degli anni ’80 del secolo passato, la nostra Isola ha smesso di estrarre dal sottosuolo la kainite, sostanza dalla quale si ricava il solfato di potassio. ‘Qualcuno’, alla fine degli anni ’80 del secolo passato, ha deciso di chiudere la miniera di Pasquasia, in provincia di Enna e, soprattutto, di non aprire altre miniere di kainite (alcuni giacimenti si trovano anche nel territorio della provincia di Agrigento). In quegli anni, in Sicilia, erano di moda i tedeschi che, forti dell’avvio della riunificazione delle due Germanie, sembra abbiano opzionato le miniere siciliane di sali potassici. Vero? Falso? Vattelappesca! L’unico dato certo è che i giacimenti di sali potassici siciliani non vengono sfruttati. Chiedetevi il perché (Ascarismo, ma non solo). Negli anni ’90 si diceva che i tedeschi erano anche interessati alla valorizzazione di Torre Salsa, il tratto di costa dell’Agrigentino che è sede di una Riserva naturale istituita dalla Regione proprio alla fine degli anni ’90… Quando, sempre negli anni ’90, qualcuno diceva che a Torre Salsa sarebbero arrivati i tedeschi in tanti sorridevano. Qualche anno fa, quando gli austriaci della ADLER hanno deciso di realizzare un Resort al confine con la Riserva naturale di Torre Salsa, provincia di Agrigento, in tanti hanno smesso di ridere”. E proprio quest’anno il Resort della Adler, realizzato proprio al confine della Riserva naturale di Torre Salsa ha aperto i battenti. Insomma, quando si parla degli interessi, in Sicilia, dei tedeschi c’è poco da scherzare. Anche se oggi – come illustreremo più avanti – lo scenario economico e politico è mutato. E potrebbero essere cambiati anche gli equilibri economici. In altre parole, la Germania non è più così irresistibile. E la situazione potrebbe peggiorare.
Continuiamo con il nostro articolo del Maggio 2019: “Quando a metà del 2000 si sussurrava che i tedeschi erano interessati ai Pantani della Sicilia sud orientale in tanti sorridevano. Quanto, nel 2016, i tedeschi si sono presi i Pantani della Sicilia orientale chi sorrideva ha smesso di sorridere. Si dice, per esempio, che i tedeschi siano molto infastiditi da come è stato trattato il Palazzo Reale di Palermo. Tant’è vero che hanno tirato fuori dei soldi per restaurarne alcune parti. Si racconta anche che un giorno se lo riprenderanno nel nome di Federico II di Hohenstaufen. Ovviamente, tutti sorridono. Si dice anche che saranno i tedeschi – quando, lo diranno loro – a riaprire le Terme di Sciacca. Ma, ovviamente, anche questo fa sorridere. I tedeschi, grazie al gioco dei tassi di interesse, hanno fatto fallire la Grecia e si sono impadroniti di buona parte di questo Paese. Questo ovviamente non fa ridere, ma non se ne deve parlare, sennò si getta discredito sulla ‘Grande Unione europea dell’euro’…”. Oggi – come già accennato – è cambiato tutto. C’è la guerra in Ucraina. L’Unione europea si è schierata con l’Ucraina e, quindi, contro la Russia. E la Russia sta tagliando il gas all’Europa. L’Unione europea è in grande difficoltà. La Germania è in grande difficoltà. E non è detto che trovi il tempo e la forza per non perdere il filo con Sciacca e le sue Terme…
Oggi parliamo del possibile ruolo della Cassa Depositi e Prestiti nel rilancio delle Terme di Sciacca. Ma non dobbiamo dimenticare che la Regione ha già sperimentato altre soluzioni. Nel Dicembre del 2019 un comunicato in verità un po’ criptico della presidenza della Regione siciliana annunciava una grande iniziativa per le Terme di Acireale (altro stabilimento termale bellissimo) e di Sciacca “chiuse – si legge sempre in un articolo de I Nuovi Vespri – a causa di una politica miope. Vero è che nell’età delle pandemie le Terme non sono proprio un luogo ideale, ma va detto che i due stabilimenti termali la politica siciliana li ha chiusi già da anni”. “Le Terme di Acireale e di Sciacca – così recita il comunicato della Regione siciliana del Dicembre di tre anni fa – potranno, adesso, essere oggetto di investimento diretto da parte dell’Inail. Su richiesta del governo Musumeci, infatti, la Conferenza Stato-Regioni ha approvato la proposta del Gruppo tecnico ‘Assistenza territoriale’ della commissione Salute e di Federterme, che include, per l’area del Sud Italia, i due Comuni. Un passaggio fondamentale affinché le aree termali delle due città possano essere sottoposte all’Inail per valutare un investimento diretto e l’acquisizione delle strutture (così come previsto dalla legge di stabilità 2019), con la garanzia dalla presenza di un partner gestionale affidabile”.
Da quello che si intuiva leggendo il Comunicato del Governo siciliano del Dicembre 2019, l’Inail avrebbe dovuto investire nelle Terme di Acireale e di Sciacca, ma ci dovrebbe essere anche un “partner gestionale affidabile”. Da qui la domanda in quei giorni di tre anni fa: chi sarebbe il “partner gestionale affidabile”? Il comunicato del Governo annunciava incontri tra Inail e Federterme, “così come programmato dal presidente della Regione Nello Musumeci e dall’assessore per l’Economia, Gaetano Armao”. “Il dialogo che portiamo avanti con Federterme – spiegava allora il presidente Musumeci – va avanti da molti mesi e ha avuto un’accelerazione dopo l’evento sul turismo sanitario promosso in Sicilia in collaborazione con The European House-Ambrosetti. Quella intrapresa è una strada decisamente innovativa perché, alla luce della volontà del Governo siciliano di sostenere il settore termale e del benessere, ci permette di accedere alla normativa nazionale per rilanciare le terme di Acireale e di Sciacca”. Sulla vicenda interveniva anche il vice presidente della Regione siciliana e assessore all’Economia, Gaetano Armao: “Il percorso avviato potrà agevolare il trasferimento dei complessi termali a soggetti finalmente in grado di gestirli e garantirà alla Regione siciliana una forte opportunità per ulteriori investimenti nelle aree interessate. Confidiamo molto nel rapporto con Federterme e con l’Inail per chiudere una pagina che ha vergognosamente mortificato il nostro territorio e della quale ancora oggi si pagano le conseguenze”. Che fine ha fatto il rapporto con Federterme e con l’Inail? E’ ancora in piedi?
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