- L’appuntamento di oggi è importante e non va sprecato
- Chi sono i rappresentanti siciliani della CUN grano duro? E cosa hanno fatto fino ad oggi?
- Gli agricoltori siciliani non possono sostenere i partiti che hanno sostenuto il Governo di Mario Draghi: PD, Lega, Forza Italia, Italia Viva, Liberi e Uguali e il Movimento 5 Stelle. Idem Fratelli d’Italia, totalmente assente sulle questioni agricole siciliane
L’appuntamento di oggi è importante e non va sprecato
Mario Pagliaro, chimico del CNR, grande esperto di climatologie e appassionato di agricoltura posta una riflessione su Facebook sul grano duro del Mezzogiorno d’Italia. “Anche #Foggia capitola: +€15/t in una sola sessione e prezzo a 53 euro a quintale. Poche ore e #Altamura segnerà prezzi ancora più alti. Gli acquirenti prendono atto che il grano duro #estero promesso sui mercati è, appunto, un ‘future’. Ma davvero troveranno agricoltori italiani con il grano ben conservato all’asciutto nei silos disposti a vendere a meno di 60 euro?”. Pagliaro pone una questione che abbiamo posto anche noi qualche giorno fa: il Sud e la Sicilia hanno gli strumenti per commercializzare il proprio grano duro a 60 euro al quintale, bloccando le speculazioni al ribasso: si tratta di far funzionare la CUN, la Commissione Unica Nazionale sul grano duro e di utilizzare bene l’informazione che oggi, grazie alla rete, è libera. Supponiamo, anzi, ci auguriamo che questo sarà una dei tempi dell’assemblea di agricoltori siciliani convocata oggi a santa Caterina Villermosa. Di questa manifestazione, promossa dal movimento sicilianista Gran Sicilia abbiamo scritto nei giorni scorsi. Lo ha presentato con un post su Facebook Enzo Castrenze Cassata, leader di Gran Sicilia. L’assemblea di oggi “punta a sottoporre alla opinione Pubblica siciliana i gravi problemi che affliggono gli agricoltori e le imprese agricole. I rincari energetici e del gasolio, i costi dei fertilizzanti, la necessità di approntare nuove infrastrutture dove l’acqua irrigua possa essere raccolta. I prezzi del grano duro, il recupero delle terre incolte, digitalizzazione e infrastrutture volte a far crescere un comparto che riteniamo strategico per la crescita e lo sviluppo della Sicilia. Hanno già dato disponibilità Salvatore Licari, esperto di Agricoltura e acque irrigue, Agostino Cascio, del Gruppo Sicilia Agricoltori Riuniti, Giuseppe Li Rosi, Presidente di Simenza, Santo Bono, di Terra è Vita, Mario Di Mauro, di TerraeLiberAzione, Angelo Stella, giovane imprenditore agricolo, Giovanni Arato con una delegazione di agricoltori di Ragusa. Lorenzo Giocondo e delegazione di Partanna. Pino Giuseppe D’Angelo, di Terra è Vita di Cianciana. Giuseppe Gulli e Nino Gulli di Menfi. Interverrà il prof. Andrea Piraino, ordinario di Diritto Costituzionale dell’Università di Palermo. Al fine di sensibilizzare le Istituzioni locali, abbiamo spedito e invitato, tramite pec, agli amministratori di tutti i Comuni del Territorio. Ogni altra adesione di agricoltori o allevatori sarà bene accetta. Partecipiamo numerosi a difesa dei diritti dei Siciliani”. Con molta probabilità, ci saranno altre adesioni.
Chi sono i rappresentanti siciliani della CUN grano duro? E cosa hanno fatto fino ad oggi?
Questo appuntamento è importante. Non deve configurarsi come un appuntamento dove vanno in scena semplici declamazioni. Al contrario, si devono affrontare i nodi politici irrisolti dell’agricoltura siciliana – che sono comunitari, nazionali e regionali – senza scadere in strumentalizzazioni politiche. E, soprattutto, bisogna trovare soluzioni. Pagliaro – giustamente – scrive ci sono le condizioni per vendere il grano duro del Sud e della Sicilia al prezzo di 60 euro al quintale. Un prezzo che, rispetto ai costi di produzione aumentati in modo stratosferico (fertilizzanti che costano quasi il triplo, raddoppio del costo delle sementi, raddoppio del prezzo del gasolio agricolo), non è affatto esagerato. Però ci vuole l’impegno di tutti gli agricoltori. Anche sollecitando le organizzazioni agricole siciliane, CIA, Coldiretti, Confagricoltura e via continuando. Non è possibile venire a sapere che in una riunione della CUN grano duro c’è stato un tentativo di fissare il prezzo del grano duro siciliano 7-8 euro in meno rispetto al prezzo del grano duro pugliese! Proposta assurda e razzista che è stata bloccata dal rappresentante pugliese della CUN. Chi sono – se ci sono – i rappresentanti siciliani della CUN grano duro? Noi – che pure ci occupiamo di agricoltura con costanza e impegno – ancora non l’abbiamo capito.
Gli agricoltori siciliani non possono sostenere i partiti che hanno sostenuto il Governo di Mario Draghi: PD, Lega, Forza Italia, Italia Viva, Liberi e Uguali e il Movimento 5 Stelle. Idem Fratelli d’Italia, totalmente assente sulle questioni agricole della Sicilia
Inutile nascondere i limiti del mondo agricolo siciliano che spesso, troppo spesso, non riesce a fare squadra. Nel Nord Italia e anche in Puglia gli agricoltori trovano le ragioni dell’unità e ottengono risultati. In Sicilia, invece, trionfa spesso il solipsismo. Per non parlare delle contraddizioni. Qualche tempo fa, in occasione delle elezioni comunali della nostra Isola, un nostro amico agricoltore ci ha detto che avrebbe votato un candidato Sindaco grillino. Gli abbiamo fatto notare che qualche mese prima il Ministro nordista e grillino delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, non si era comportato come un amico del Sud e della Sicilia. Il Ministro Patuanelli – sostenuto dai partiti che allora sostenevano il Governo di Mario Draghi: PD, Lega, Forza Italia, Italia Viva, Liberi e Uguali e, naturalmente, lo stesso Movimento 5 Stelle – ha scippato una parte dei fondi del FEASR a Sud e Sicilia per darlo alle imprese agricole del Nord Italia. E ha reso permanente questo scippo modificando la ripartizione dei fondi del Secondo Pilastro della PAC (Politica Agricola Comune). Il nostro amico agricoltore ci ha risposto che sì, era al corrente di questo, ma che doveva votare il Sindaco grillino perché sono amici. Diciamolo con estrema chiarezza: un agricoltore siciliano che si batte contro le sperequazioni e contro le speculazioni che colpiscono l’agricoltura siciliana e poi vota PD, o Lega, o Forza Italia, o Italia Viva, o Liberi e Uguali, o lo stesso Movimento 5 Stelle non merita di essere aiutato, perché va a sostenere i partiti che in questi cinque anni hanno affossato l’agricoltura siciliana. A questi partiti aggiungiamo Fratelli d’Italia totalmente assente sulle questioni agricole della Sicilia. E’ questo il motivo per il quale abbiamo lanciato la proposta di una lista di agricoltori alle imminenti elezioni regionali siciliane. Se gli agricoltori siciliani non avranno propri rappresentanti nel prossimo Parlamento dell’Isola saranno sempre vittime del disinteresse o, al massimo, di mercenari della politica. Sarà difficile, se non impossibile, raccogliere le firme che occorrono per presentare le liste in tempi brevi, per giunta con Agosto di mezzo? E allora nell’assemblea di oggi gli agricoltori trovino partiti politici con cui dialogare che, però, non possono essere PD, Lega, Forza Italia, Italia Viva, Liberi e Uguali o il Movimento 5 Stelle, perché questi partiti hanno dimostrato di essere ferocemente antimeridionali e antisiciliani e indifferenti ai problemi dell’agricoltura di Sud e Sicilia.
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