- Il Tribunale di Palermo, sezione lavoro, ha dato ragione al gruppo di partecipanti al concorso assistiti dall’avvocato Nadia Spallitta
- L’Amat è stata condannata alla ripetizione della prova pratica davanti ad una legittima commissione ed è stata altresì condannata al pagamento delle spese legali
- Perché, per dirla con l’avvocato Spallitta, le norme che disciplinano il concorso pubblico sono state palesemente disattese dai vertici dell’Amat? E’ vero che è stato tentato un accordo bonario rifiutato dagli amministratori dell’Amat?
Il Tribunale di Palermo, sezione lavoro, ha dato ragione al gruppo di partecipanti al concorso assistiti dall’avvocato Nadia Spallitta
Ma cosa combinano all’Amat di Palermo? Si tratta della società controllata dal Comune che si occupa del trasporto pubblico delle persone. Da tempo in questa azienda – che di fatto è pubblica visto che si tratta di una spa con le azioni sottoscritte dal Comune – mancano gli autisti. E si vede, se è vero che in tante aree della città il servizio di trasporto con i bus o è carente o è praticamente inesistente. Da qui i concorsi per autisti. Un concorso, in particolare, è stato gestito in modo che definire singolare è poco. Tant’è vero che è stato presentato un ricorso da parte di un gruppo di partecipanti al concorso assistiti dall’avvocato, Nadia Spallitta. Nel comunicato si racconta quanto avvenuto:
L’Amat è stata condannata alla ripetizione della prova pratica davanti ad una legittima commissione ed è stata altresì condannata al pagamento delle spese legali
“Con Ordinanza del 4 Luglio 2022, il Tribunale di Palermo sezione lavoro, in composizione collegiale, accoglie il reclamo presentato da alcuni candidati – assistiti dall’avvocato Nadia Spallitta – esclusi dalla prova pratica del concorso bandito dall’Amat per l’assunzione di 100 autisti. La tesi secondo la quale non poteva ritenersi valida la prova pratica, dal momento che non era stata costituita una valida commissione di valutazione, è stata ritenuta dai giudici corretta”. Perché la commissione che ha valutato i partecipanti al concorso non è stata ritenuta valida? Qui la storia diventa un po’ kafkiana: “In particolare – leggiamo sempre nel comunicato – l’Amat si è avvalsa per questo concorso di una società esterna, la quale senza averne alcuna legittimazione, si è avvalsa, a sua volta, per la selezione e conseguente assunzione degli autisti, di un’ulteriore società esterna. L’anomala conseguenza è stata che i candidati sono stati valutati e quindi esclusi o dichiarati idonei ai fini dell’assunzione da soggetti sconosciuti alla Partecipata (cioè all’Amat, che è la società partecipata, cioè controllata dal Comune di Palermo ndr) che non aveva alcun titolo per effettuare questa selezione. L’Amat è stata pertanto condannata alla ripetizione della prova pratica davanti ad una legittima commissione ed è stata altresì condannata al pagamento delle spese legali”.
Perché, per dirla con l’avvocato Spallitta, le norme che disciplinano il concorso pubblico sono state palesemente disattese dai vertici dell’Amat? E’ vero che è stato tentato un accordo bonario che è stato rifiutato dai vertici dell’Amat?
La domanda è: per quale motivo l’Amat, per un concorso, si è avvalsa di una società esterna che, a propria volta, per la selezione e conseguente assunzione degli autisti, si è avvalsa di un’ulteriore società esterna? Non era difficile ipotizzare che la procedura sarebbe stata contestata. “Sono sempre stata fiduciosa nell’accoglimento del reclamo – dichiara l’avvocato Nadia Spallitta – dal momento che le violazioni di legge nel procedimento seguito dall’Amat erano evidenti ed inconfutabili. E’ pacifico che le aziende, che operano con un capitale pubblico, debbano necessariamente attenersi, quando bandiscono concorsi per selezione di personale, ai principi e alle norme che disciplinano il concorso pubblico, con trasparenza e imparzialità, che in questa fattispecie, invece, sono state palesemente disattesi”. Torna la nostra domanda: perché, per dirla con l’avvocato Spallitta, le norme che disciplinano il concorso pubblico sono state palesemente disattese? E’ vero che è stato tentato un accordo bonario che sarebbe stato rifiutato dai vertici dell’Amat? Sono stati coinvolti legali esterni all’azienda per il trasporto pubblico delle persone di Palermo? Insomma, quanto è costata all’Amat questa storia? Ci sarà un consigliere comunale di Palermo che chiederà, magari con un’interrogazione, di fare luce su questa strana vicenda?
Foto tratta da AUTOBUS Web
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